venerdì 24 agosto 2018

Moulay Ismail e il Bab-el Mansour



Moulay Ismail, secondo sultano della dinastia alawita (quella che ancora oggi governa il paese) e discendente del profeta Maometto, iniziò in modo indimenticabile la sua ascesa al potere nel 1672, all'età di 25 anni: come segno di avvertimento per le inquiete tribù locali, fece adornare le mura delle due grandi capitali imperiali, Fès e Marrakech, con le teste di  10 000 nemici uccisi, raccolte probabilmente durante le battaglie contro i ribelli nel nord del Marocco.
Iniziava così un regno che si distinse particolarmente per l'efferata violenza, ma Moulay Ismail fu uno dei pochi sultani del Marocco in grado di esercitare il controllo su tutto il paese. La sua crudeltà era leggendaria (tanto da meritarsi l’epiteto di “sanguinario”) e l'allegra disinvoltura con cui decapitava gli sventurati servitori che lo scontentavano o le persone che non lavoravano abbastanza duramente probabilmente diede un forte contributo alla stabilità del suo dominio.
I primi 20 anni del suo sultanato furono caratterizzati da sanguinose campagne di pacificazione, ma si dice che più di 30 000 persone siano morte solo per mano sua.
Il motivo essenziale alla base del suo successo militare era la malfamata Guardia Nera: dopo aver portato circa 16 000 schiavi dall'Africa nera, Moulay Ismail si assicurò la continuità del suo elitario esercito fornendo donne ai soldati e destinando i loro figli al servizio nella Guardia. Alla sua morte la Guardia Nera era aumentata di dieci volte e sembrava un'enorme famiglia il cui mantenimento era pagato dalle casse dello stato.
Oltre a reprimere le ribellioni interne, Moulay Ismail scacciò i portoghesi e gli inglesi da Asilah, Larache, Mehdiya e Tangeri; la Spagna riuscì a rimanere a Ceuta, Melilla e AI-Hoceima nonostante gli incessanti assedi. Egli si sbarazzò della minaccia ottomana proveniente dall'Algeria creando una frontiera orientale stabile con una serie di fortificazioni con centro a Taza e inoltre diede vita a una sorta di protettorato sull'odierna Mauritania.
Contemporaneo del sovrano francese Luigi XIV, il Re Sole, Moulay Ismail si ispirò almeno in parte alle descrizioni di Versailles quando progettò la costruzione del suo palazzo imperiale e degli altri monumenti di Meknès. Uno dei monumenti storici più ben conservati e belli della città è il “ Bab el-Mansour”. L'elaborato cancello ad arco a ferro di cavallo e le sue porte di legno alte 15 metri, sono situate al largo della piazza el-Hedim e offrono uno spaccato della grande visione di Ismail. La porta (bab in arabo) monumentale reca un'iscrizione che si traduce come "Io sono la porta più bella del Marocco. Sono come la luna nel cielo. La proprietà e la ricchezza sono scritte sul mio fronte. “ La cosa veramente interessante però è che, a differenza di altre porte marocchine, questa è una follia che non porta da nessuna parte ed è stata commissionata da Ismail semplicemente per impressionare i visitatori.  
La leggenda narra che quando il cancello fu completato, Moulay Ismail lo ispezionò e chiese a Mansour Laalej, l’architetto che l’aveva progettata, se si sarebbe potuto fare di meglio. El Mansour si sentì in dovere di rispondere di si,  ma questo fece talmente arrabbiare il sultano che decise di farlo giustiziare. Per quanto colorata possa essere questa storia locale, i documenti storici mostrano che probabilmente non si verificò poiché la porta fu completata solo nel 1732, dopo la morte del sultano e sotto il regno di suo figlio, Moulay Abdallah.
Per decenni Moulay Ismail  cercò di assicurarsi l'alleanza della Francia contro la Spagna, ma  nonostante i due sovrani si scambiassero spesso regali, Luigi XIV non diede il suo consenso quando Moulay Ismail chiese in sposa una delle sue figlie, la principessa di Conti. Non che il sultano avesse bisogno di ulteriore compagnia femminile: pare che quando morì avesse quattro mogli, 500 concubine e 800 figli.

http://www.cralfem.it/moto/Moulay%20Ismail.htm

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