giovedì 22 febbraio 2024

Le danze turche



La musica popolare turca, originatasi nelle aree steppose dell’Asia centrale e tramandata grazie agli asik, che cantavano di villaggio in villaggio, si basa su una scala di 24 note per ottave, anziché 12, influenzando i ritmi che sono derivati da questa radice comune. Su questa musica e su queste melodie di difficile esecuzione si sono innestate una serie di danze, nate nei diversi villaggi turchi, ognuna delle quali rispecchia caratteristiche tipiche del luogo in cui ha avuto origine. Pur ritrovando, infatti, un denominatore comune nello stile e nel ritmo e in parte nei movimenti, ogni regione ha la sua danza, in cui confluiscono tradizioni e aspetti culturali peculiari di quella regione. Ecco quindi che nella regione dell’Anatolia centrale, meridionale e sud orientale si balla l’halay, in cui un danzatore guida la danza agitando un fazzoletto. Sempre nell’Anatolia centrale è diffusa un’altra danza ancora, la danza del cucchiaio, in cui danzatori di entrambi i sessi fanno risuonare coppie di cucchiai di legno a ritmo di musica. Nella Tracia invece, cioè nella parte europea della Turchia, è tipica la Karsilama, ossia la danza dell’accoglienza di origine balcanica. E poi ancora, nella regione dell’Egeo, troviamo le danze zeybek, eseguite da danzatori soli oppure in compagnia che simboleggiano l’eroismo e il coraggio. Nelle regioni del Mar Nero è invece di casa la danza horon, una danza molto vigorosa in cui gli uomini, solitamente vestiti di nero, si tengono sottobraccio e si muovono seguendo le vibrazioni del “kemence”, una forma primitiva di violino.

sabato 27 gennaio 2024

La leggenda della Moschea di Sidi Ibrahim. Algeria.


Ba Messaoud, un uomo pio e molto rispettato, fu prigioniero su un’isola, lontano dalla sua famiglia, per più di vent’anni. Dalla sua cella poteva vedere solo uno squarcio di cielo e il povero uomo si lamentava senza speranza. Sentiva la mancanza del suo paese, dei suoi palmeti e temeva che i suoi conoscenti lo credessero morto.Una sera, disse la sua quinta preghiera, si addormentò e fece un sogno straordinario. Un vecchio sceicco fatiscente e traballante, stringendo in mano un bastone decorato, si fermò davanti a lui e disse: "Selmek, Ba Messaoud, io sono Sidi Ibrahim, lo sceicco dimenticato. Sono morto da molto tempo e nessuno si ricorda di più di me….vuoi rivedere la tua famiglia, il tuo popolo e il tuo palmeto? fammi una promessa e ti darò la libertà riportandoti a M’zab!” Ba Messaoud ascoltò in atteggiamento di grande deferenza. "Domani", continuò lo sceicco, "ti porteranno al mare per eseguire dei lavori. Le guardie non saranno molto attente perché i cani le assistono. Ti daranno frattaglie per il pasto. Fai attenzione a non mangiarle e appena vedi l’opportunità, corri il più velocemente possibile verso il mare. I cani ti inseguiranno ma tu gli lancerai le frattaglie e poiché sono mal nutriti si fermeranno per mangiarli così tu potrai continuare la tua corsa verso il mare”. Poi gli consegnò il bastone. “Quando arriverai a EL-Atteuf, salirai in cima alla collina e lancerai  il bastone al vento. Dove si pianterà, costruirai una moschea in mio nome.” Quando si svegliò, Ba Messaoud stringeva in mano il bastone finemente decorato. Il giorno dopo, come previsto, le guardie lo portarono a lavorare in una cava vicino al mare e fece come gli aveva detto lo sceicco. Corse verso il mare, gettando le sue frattaglie ai cani che si fermarono a divorarle, poi chiuse gli occhi, continuando a correre e pregando Allah affinché si prendesse cura della sua anima. Quando si svegliò, sentì per la prima volta intorno a sé le voci di uomini che, nella sua lingua, recitavano il Corano. Ba Messaoud, era avvolto nella sua kachabia rigata, il cappuccio sul volto ed era seduto appoggiato a un pilastro. Quando entrò l'imam, riconoscendolo dalla sua voce, Ba Messaoud capì che si trovava a Melika. La preghiera stava per cominciare, ma l’imam fermo in mezzo alla moschea disse: "È un giorno di gioia per noi, fratelli. Uno dei nostri è tornato: ho “sentito” Ba Messaoud.”  “Ba Messaud? Impossibile, imam! È prigioniero da più di vent'anni e di lui non abbiamo più notizie: basti dire che è morto” replicarono i fedeli.  Ostinato l'imam, girava a grandi passi per la stanza della moschea, sollevando i cappucci delle kachabia per guardare sotto. Quando Ba Messaoud si alzò e baciò la mano dell'imam, sorpresa e gioia colsero gli assistenti. Dopo la preghiera Ba Messaoud raccontò  la vicenda e lo sceicco Sidi Ibrahim venne ricordato. La gente si pentì di averlo lasciato nell’oblio. Secondo la consuetudine, si formò immediatamente un gruppo di giovani costruttori per aiutare Ba Messaoud a mantenere la sua promessa. Partirono con lui per El-Atteuf, salirono dritti sulla cresta della collina, proprio in cima al paese e Ba Messaoud lanciò il bastone che si conficcò in una duna di sabbia. Ma come costruire sulla sabbia? Si chiesero i costruttori. Ba Messaoud decise che la notte poteva portare consiglio e che era giunto il momento di rivedere la sua famiglia. La storia non dice se Ba Messaoud ebbe un altro colloquio notturno con lo sceicco dimenticato ma assicura che, il giorno dopo, tutta la duna di sabbia poggiava sull'altro lato della collina, dove si trova ancora oggi e il bastone era conficcato nella roccia, proprio contro la tomba dello sceicco Sidi Ibrahim. Ecco come è stata costruita la sua moschea.

domenica 10 dicembre 2023

Moschea Oasis a Dubai

La Moschea Oasis, progettata da  Amer Shawa è stata ispirata dall'idea che la religione sia la nostra oasi nella vita ed il concept del progetto è proprio un'oasi nel deserto. Già nei tempi più remoti le oasi fornivano suolo, acqua, riparo e felicità per chi doveva viaggiare nel deserto. Al giorno d'oggi, la nostra vita è il deserto e la religione la nostra oasi.

Il progetto si struttura in 3 livelli distinti:

-Il livello del suolo ispirato alle dune sabbiose. Le file delle onde, che servono come base per l'edificio, sono 5 come i pilastri dell’Islam. Il muro con le scritte del Corano preserva l’Oasi come il Libro Sacro preserva la nostra religione. La parola oasi in sé significa un "luogo di dimora", e così è la religione per tutti i fedeli.

-2° livello: le palme da dattero che sono le piante più importanti in un'oasi e creano ombra per tutte le piante sottostanti. Le massicce colonne della moschea rappresentano le palme da dattero. Dove ci sono molte palme, ci sono anche innumerevoli raggi di luce che attraversano le foglie ed il soffitto del progetto è stato ispirato da tale effetto.

-3° livello: la splendida vista della vita che possiamo ottenere rimanendo fedeli alla nostra religione. Dal tetto si può vedere infatti un bellissimo panorama con il vivace skyline di Dubai , la Emaar Creek Tower e il Burj Khalifa.

L'elemento in vetro nel progetto rappresenta la trasparenza dell'Islam. Il vetro trasparente è atipico per le costruzioni della moschea, ma in questo design unico si fonde naturalmente con il bellissimo ambiente di questo luogo speciale nel Dubai Creek.

https://amazingarchitecture.com/mosque/oasis-mosque-in-dubai-united-arab-emirates-designed-by-amer-shawa

giovedì 9 novembre 2023

Qasr Al Watan - Abu Dhabi


Qasr Al Watan significa letteralmente “Palazzo della Nazione” e ospita gli uffici del Presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Khalifa Bin Zayed Al Nahyan, del Vicepresidente e Sovrano di Dubai, e del Principe Ereditario e Vice Comandante delle forze armate. Prima di aprire le porte al pubblico, nel 2019, il palazzo ospitava solo incontri ufficiali con i capi di Stato stranieri e le riunioni dei più importanti organi statali, ora, nonostante non tutte le aree siano accessibili, è possibile visitare questa spettacolare opera di architettura islamica. I lavori di costruzione del palazzo sono iniziati nel 2010 e terminati nel 2017. Saloni immensi, loggiati e giardini si estendono su una superficie di 380.000 mq. Il palazzo è di marmo e pietra bianchi, colore che simboleggia purezza e pace. Varcata la soglia, si rimane profondamente colpiti dal lusso presente ovunque: dalle pareti, ai pavimenti, fino ai soffitti ricoperti di decorazioni dorate, lampadari di cristallo, mosaici, finestre finemente intagliate e vetrate colorate in stile islamico. I disegni riproducono opere geometriche o elementi della natura e la parte più vasta e spettacolare è la Grande Sala o The Great Hall dove i colori predominanti sono l’oro, il bianco e il blu, a simboleggiare la sabbia del deserto, la pace e il mare. Grande protagonista di questa porzione di palazzo è la cupola di 37 metri di diametro, considerata tra le più grandi al mondo. Superata l’area centrale, nel palazzo si trovano due zone laterali con sale dedicate all’accoglienza, ai banchetti e agli incontri politici. Cattura subito lo sguardo un’opera dorata e sferica che si trova verso l’ala est, ricca di ornamenti arabi. L’opera, realizzata dall’artista Mattar Bin Lahej, è chiamata Il potere delle parole, e riproduce in forma tridimensionale i caratteri grammaticali del discorso del fondatore degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Zayed Bin Sultan Al Nahyan e cita: “La ricchezza non è denaro o petrolio; la ricchezza risiede nelle persone, ed è inutile se non dedicata a servire le persone”. Qasr Al Watan ospita inoltre una delle attrazioni più interessanti e imperdibili in città, adatto anche alle famiglie: Palace in Motion. Un meraviglioso spettacolo di luci e suoni proiettato sulla facciata principale del palazzo, che rende omaggio alla storia  degli EAU in tre atti. Lo show si tiene di fronte al palazzo principale e si ripete ogni 30 minuti dopo il tramonto.

https://www.youtube.com/watch?v=NNVnnA45_6w

domenica 15 ottobre 2023

Festival Taragalte - il festival del deserto del Marocco


Il Festival Taragalte è un evento pubblico e artistico che si tiene ogni anno tra le dune, a M'Hamid El Ghizlane, 90 km a sud di Zagora, nella valle del Draa, in Marocco. Si svolge proprio nei pressi dell'antico punto di partenza delle carovane che un tempo attraversavano il Sahara da M'Hamid el Ghizlane a Timbuktu. Questo festival è un vero e proprio trampolino di lancio per la cultura nomade e ogni anno mette in risalto temi diversi. Per 3 giorni, i visitatori possono partecipare a conferenze e tavole rotonde su una vasta gamma di argomenti: patrimonio architettonico, flora, fauna, scultura, protezione dell'ambiente, salute, educazione, agricoltura... C'è arte in varie forme: artigianato, pittura, tessitura … Artisti locali, regionali, nazionali e internazionali sono invitati a salire sul palco per esibirsi in poesia, narrazione, canto, musica e danza. Ogni anno il festival accoglie un ospite d'onore. Lo sport competitivo è un elemento importante dell'evento, con dimostrazioni di hockey nomade e una corsa di cammelli.

Dal 27 al 29 ottobre 2023, il festival ritorna per una 12a edizione che avrà come tema; “La saggezza delle sabbie e delle oasi, fonte di ispirazione e alchimia.» Il festival Taragalte ha un profondo desiderio di riunire le persone attraverso l'arte per vivere e agire insieme. Rendendo così questo festival un elemento unificante cullato dalla ricchezza delle differenze che unisce cantanti, musicisti e ballerini provenienti da contesti culturali diversi. Questa edizione tenta di attingere alla saggezza dei nomadi del mondo, alle risposte all'emergenza ambientale, alla convivenza, al valore della cultura nomade marocchina che costituisce oggi un prerequisito per affrontare i cambiamenti del mondo: climatici e di civiltà. Per questa edizione di ritorno, il festival invita tutti i partecipanti a trovare nella memoria delle sabbie e nella poesia delle stelle, un allineamento interiore, una saggezza condivisa e felici proiezioni per il futuro. 


https://www.youtube.com/watch?v=FNv9LHElxLg

lunedì 14 agosto 2023

Il matrimonio turco: le diverse tipologie

Red color Turkish wedding dress

Ci sono diversi tipi di matrimonio in Turchia e queste differenze dipendono dalla regione in cui ci si trova, dal patrimonio culturale e dal grado di istruzione. Per esempio nelle aree meno sviluppate abbondano i matrimoni di tipo tradizionale, ossia quelli combinati, in cui i genitori della sposa giocano un ruolo molto importante. Sono loro infatti che scelgono il miglior partito per la loro figlia.

Inoltre le usanze della Turchia settentrionale sono diverse da quelle della Turchia meridionale e poi c'è chi preferisce sposarsi di giorno e chi, invece, di notte, la costante, però, è che la sposa è sempre vestita di rosso, perché si pensa che sia un colore “portafortuna". A mano a mano che il livello di istruzione cresce, la tipologia di matrimonio cambia e la donna acquista potere decisionale. Infatti, i parenti non interferiscono e non impongono alla propria figlia l'uomo da sposare. In questo caso è la donna a scegliere il proprio sposo e addirittura la data del matrimonio stesso. Quando, invece sono i genitori a scegliere, la donna è spesso data in moglie ad un cugino, perchè una delle usanze più comuni in Turchia è quella del matrimonio in famiglia, o meglio, tra parenti stessi. A volte il matrimonio viene combinato subito alla nascita e i futuri sposi non hanno alcun diritto di scegliere o tanto meno di rifiutarsi. La promessa di matrimonio si ritiene conclusa al raggiungimento dei diciotto anni.

Sposarsi con una persona di un'altra cultura è un problema molto sentito in Turchia , in quanto le tradizioni sono estremamente importanti e quindi non è permesso che queste vengano infrante o che i figli vengano allevati in modo diverso dal consueto. Questi sono spesso motivo di divorzio precoce.

Un'usanza molto frequente in Turchia prevede che una donna, rimasta vedova, sposi suo cognato.

Il matrimonio reciproco è un matrimonio messo in atto da due famiglie le quali fanno sposare i rispettivi figli. In questo modo si riducono le spese e il valore della dote.

Con gli “annunci di matrimonio” gli uomini cercano la propria donna tramite una specie di annuncio pubblicitario. I ragazzi, nello specifico, si affidano a delle agenzie apposite  per trovare la loro anima gemella.

Qualsiasi matrimonio turco che si rispetti prevede un'enorme quantità di foto dei novelli sposi insieme alle loro famiglie e amici. 

La Turchia è famosa per la poligamia, specialmente nelle aree rurali dove questa pratica è ammessa (a differenza del resto del paese dove è proibita). La poligamia è frequente specialmente nelle aree con un basso livello di istruzione. Non è raro, tra l'altro, che un uomo sposi una seconda donna, nel caso in cui la prima non possa avere figli.  

domenica 9 luglio 2023

Il mantello di Maometto


Il mantello di Maometto (Kherqa) è una reliquia situata nel Kirka Sharif a Kandahar , in Afghanistan . È un mantello che si crede sia stato indossato dal profeta islamico Maometto durante il Viaggio notturno nel 621 d.C. ed è rinchiuso all'interno della moschea, custodito dalla stessa famiglia da oltre 250 anni. I suoi guardiani hanno tradizionalmente mostrato il mantello solo ai leader riconosciuti dell'Afghanistan, ma in tempi di grande crisi come i disastri naturali, è stato mostrato pubblicamente come mezzo di rassicurazione. Il mantello fu donato ad Amir Ahmad Shah Durrani (considerato il fondatore dell'Afghanistan moderno) da Amir Murad Beg di Bukhara (nell'attuale Uzbekistan) nel 1768 al fine di consolidare un trattato tra i due capi. Un racconto alternativo afferma che quando Ahmad Shah si recò a Bukhara e vide il mantello di Maometto, decise di portarlo con sé a Kandahar. Chiese quindi ai custodi se poteva prenderlo in prestito, ma loro, preoccupati che potesse tentare di rimuoverlo da Bukhara, gli risposero che non poteva uscire dalla città. Si dice quindi che Ahmad Shah abbia indicato una pesante pietra ben piantata nel terreno, dicendo che non avrebbe mai allontanato il mantello dalla pietra. I custodi, gratificati dalla risposta, gli porsero il mantello. Ahmad Shah prese quindi il mantello, ordinò di scavare la lastra di pietra e li portò entrambi con sé a Kandahar, dove la pietra ora si trova vicino al suo mazar (tomba). 

domenica 18 giugno 2023

Munkar e Nakir


Munkar e Nakir nell'escatologia islamica , sono angeli che mettono alla prova la fede dei morti nelle loro tombe.I musulmani credono che dopo la morte di una persona , la sua anima passi attraverso uno stadio chiamato barzakh. Barzakh è una parola araba che significa "ostacolo", "separazione",  o "barriera". Nell'Islam , denota il luogo che separa i vivi dall'aldilà o una fase/"stadio" tra la morte di un individuo e la sua resurrezione nell' “Aldilà”. Nakir e Munkar, a funerale e sepoltura terminati, hanno il compito di sostenere l'anima del defunto in posizione verticale nella tomba e porgli tre domande:

  1. Chi è il tuo Signore?
  2. Qual’ è la tua religione?
  3. Chi è il tuo profeta?

Un credente retto risponderà correttamente, dicendo che il suo Signore è Allah, che Maometto è il suo profeta e che la sua religione è l'Islam. In questo caso il tempo trascorso in attesa della risurrezione sarà piacevole e potrà entrare in paradiso. Chi invece non risponderà come sopra descritto sarà castigato fino al giorno del giudizio. Si crede che il fuoco dell’inferno possa già essere visto in barzakh e che il dolore spirituale causato da questo possa portare alla purificazione dell’anima.

venerdì 12 maggio 2023

Santuario Shah-e Mardan e il mantello del Profeta



Il santuario di Sakhi Shah-e Mardan o Ziyarat-e Sakhi è situato nell'area di Karte Sakhi a Kabul, in Afghanistan, ai piedi della collina Asamayi, ora meglio conosciuta come Television Hill. È associato al luogo in cui fu portato il mantello del Profeta Maometto e alla visita di Ali, genero e cugino di Maometto, che sarebbe diventato il quarto Califfo e primo dei Dodici Imam. La storia (o leggenda) narra che il mantello abbia fatto sosta in questo santuario nel percorso verso la sua posizione attuale nel Santuario del Mantello a Kandahar. Si racconta che il mantello sia stato tessuto dallo stesso Maometto con l'aiuto di sua figlia Fatima , suo genero Ali , e dei loro figli, Hasan e Husayn e che fu lasciato in eredità a Uwais al-Qarani, il quale, dopo la morte del Profeta, portò il mantello alla Grotta di Hira su Jabal al-Nour, dove Maometto ricevette la sua prima rivelazione. Qui vi rimase fino a che  non fu portato a Baghdad da Shaykh al-Uliya Qutba al-Atqiya. Non avendo ancora trovato giusta dimora, il mantello fu poi trasferito a Samarcanda, poi in India e successivamente nell'ovest dell'odierno Afghanistan a Juzgun (ora Fayzabad) nel  Badakhshan, dove fu  costruito un forte per ospitare l'indumento in modo sicuro. Dopo settantanove anni, nel 1181/1767-8, Ahmad Shah Durrani (considerato il fondatore del moderno Afghanistan), decise di spostare il mantello nella capitale Kandahar, affidandone il trasferimento a un gruppo di uomini molto devoti. Durante il viaggio il gruppo si fermò al confine della città di Kabul per riposare e per permettere alla gente del posto di vedere il mantello. Un giorno notarono un uomo vestito di verde che pregava accanto ad esso e la terza notte lo sognarono nuovamente vicino al mantello. Quando estrasse la spada dal fodero e la posò su una roccia vicina, notarono che la sua lama aveva una doppia punta e la identificarono come la spada di Imam Ali. Al loro risveglio, capirono che in quel punto doveva essere costruito un santuario e la roccia su cui si crede che Ali abbia deposto la sua spada è ora racchiusa in questo edificio. Ahmad Shah patrocinò la costruzione della prima struttura, con una cupola sopra la roccia. Il mantello vi rimase per otto mesi, prima di continuare il suo viaggio verso Kandahar, dove si trova ancora oggi. Una seconda cupola fu aggiunta al santuario commissionata dalla madre di Amanullah Khan ( re dell’Afghanistan) nel 1919, mentre le altre quattro furono aggiunte durante i lavori di ristrutturazione avvenuti tra il 2008 e il 2016. Ogni anno, fuori dal santuario si tiene la festa popolare di Nowruz , durante la quale viene innalzato un grande stendardo in ricordo dell'Imam Ali. È possibile accedere a un piccolo santuario sotterraneo dal lato femminile dell'edificio. Scavata nella roccia, una stretta scala conduce a una piccola camera simile a una caverna dove le donne lasciano petizioni e offerte votive. Sul lato maschile, c'è una reliquia dell'impronta della mano. Il santuario è visitato principalmente da Hazara , una comunità sciita. In gran parte a causa di ciò, il santuario è stato vittima di una serie di attacchi significativi, tra cui l' attentato suicida di Kabul del marzo 2018.

sabato 22 aprile 2023

Il matrimonio turco: usi e costumi

Il matrimonio in Turchia è regolato da alcune tradizioni che non possono essere in nessun modo violate e sono molto diverse da quelle di altri paesi. All’interno della stessa Turchia ci sono diversi modi di celebrare questo evento che dura normalmente 40 giorni. 

• Fasi del matrimonio
Innanzitutto, lo sposo insieme alla sua famiglia, chiede la mano della futura sposa. Per farlo deve portare con sé i suoi parenti più anziani. Di solito andare alla messa del giovedì o della domenica è buon augurio... o almeno questo è quello che credono i turchi.
Lo sposo "costa" solo un corredo d'oro e non ha altre spese da pagare, come invece accade negli altri paesi arabi.
La condizione necessaria perché il matrimonio sia completato, è quella di imparare a memoria il Corano. Infatti, la sposa spesso richiede come dote allo sposo di memorizzare una "sura" del Corano.

Il caffè con il sale
Una delle più celebri tradizioni del matrimonio turco vuole che la sposa aggiunga del sale al caffè dello sposo e che lui abbia il coraggio di assaggiarlo e berlo tutto come simbolo di amore e apprezzamento per la sua donna. Dopo questa prova di coraggio che dimostra la volontà dell'uomo ad accettare qualsiasi cosa voglia la sua futura sposa, lo sposo regala alla sua donna delle rose e un semplice anello di fidanzamento.
 
• Il fidanzamento
Non è un evento sfarzoso, anzi è molto economico. Tutto ciò che deve fare l'uomo è portare due anelli, uno per la futura sposa e uno per lui e legarli insieme con dei nastri rossi. Dopodiché la mamma della ragazza romperà il filo a rappresentanza del fatto che la figlia sta per cominciare una nuova vita lontana dalla casa del padre.

• Il giorno dell' hennè
Il "giorno dell' hennè" è quello che precede il matrimonio. È un giorno molto importante perché è il momento in cui la sposa canta per salutare la sua vecchia casa ma specialmente è il giorno in cui amici e parenti si dedicano alla decorazione della sposa con l'henné rosso. In questa occasione la donna indossa un vestito rosso, simbolo di gioia e felicità. Anche lo sposo partecipa e festeggia insieme alla sua donna togliendole il velo rosso che le copre il viso poi la festa continua per tutta la notte durante la quale la coppia gioisce insieme.

• La notte del matrimonio
Si tratta di un giorno speciale per tutti, sia amici che familiari, che, paradossalmente, si preparano a questo evento da molto tempo prima rispetto agli sposi. La festa comincia al mattino quando lo sposo va a prendere la sposa a casa di suo padre. Una delle principali usanze turche è quella di guardarsi allo specchio prima di andar via di casa. Significa che la strada per lei è ormai decisa e che il suo matrimonio durerà a lungo.
In Turchia alle future spose viene regalata una cintura rossa da indossare durante la celebrazione del matrimonio. Il rosso è il simbolo dell'amore, ma per loro simboleggia felicità, fortuna e sessualità. 

sabato 4 marzo 2023

Il taarof iraniano


Il taarof, è l'insieme di regole che gli iraniani seguono quando hanno a che fare con le persone e secondo queste regole, bisogna essere estremamente gentili e umili, sia con i conoscenti che con gli estranei. Il taarof è considerata l'arte dell'educazione eccessiva.
Ad esempio se un iraniano vi offre qualcosa, dovreste rifiutarlo parecchie volte, ma se insiste tre volte  allora dovrete accettarlo. Quando viene offerto del cibo o una bevanda, è consuetudine rifiutare educatamente all'inizio, come fosse con un regalo. Tuttavia, non importa quante volte si rifiuti, la tazza di tè verrà messa davanti a voi e il vostro piatto sarà pieno di cibo delizioso. 
E’ allora che dovrete mostrare il vostro apprezzamento ringraziandolo adeguatamente per il suo tempo, impegno e cura e molto probabilmente risponderà con "ghaubeleh nadaureh" (non è niente), ma è consuetudine continuare a insistere su quanto  si è riconoscenti. Oltre a portare fiori e "shirini" (dolci), il modo più comune per dire grazie è "merci", ma per mostrare la vostra gratitudine in modo più formale, la frase "sepas gozauram" farà la differenza. È anche comune dire "daste toon dard nakone", che si traduce direttamente in "che le tue mani non facciano male". Sebbene la traduzione in inglese non abbia perfettamente senso, vuol dire che riconoscete il duro lavoro svolto e ringraziate per i loro sforzi. L'utilizzo di taarof nel pagamento al personale di servizio, come un tassista, potrebbe inizialmente creare confusione. Anche se voi avete concordato l'importo del pagamento  con il tassista, non appena saliti in macchina, quando il viaggio è terminato e il pagamento viene offerto, è consuetudine che il tassista rifiuti. “Ghabeleh shoma ra nadaureh” (per te è gratis), potreste sentirvi dire, ma non appena cercherete di scendere dal taxi vi bloccheranno con un rapido "Khoob, merci!" (Ok, grazie!), È consuetudine che anche il personale di servizio rifiuti il pagamento due o tre volte, il tutto aspettandosi che il pagamento alla fine sia completato. Mentre taarof in questo caso sembra confondere e non essere necessario per chi non ha familiarità con la cultura iraniana, mostra quanto sia importante mostrare il massimo rispetto e la massima cortesia a tutti. 

venerdì 10 febbraio 2023

Moschea La perla - Dubai


Il design della Dubai Iconic Mosque "Dubai Pearl” ha lo scopo di fondere l' eredità islamica con la tradizione locale degli Emirati Arabi Uniti, e riflettere la visione moderna di Dubai. 

La tradizione locale si concretizza nel design ispirato alla perla e alla conchiglia. La pesca delle perle era infatti la principale fonte di vita nella vecchia Dubai e faceva parte della cultura degli Emirati Arabi  che risale a circa 7.000 anni fa. L’esterno della moschea si presenta come una conchiglia con una grande perla che forma la cupola della moschea stessa e funge da lucernario durante il giorno per illuminare la sala di preghiera principale, mentre si trasforma in lanterna la sera. 

L’eredità islamica  la si trova nelle otto porte che sono state ispirate dalla convinzione che nell'Islam ci siano 8 porte del paradiso e 8 angeli che reggono il trono. Gli archi formano il guscio  e si fondono insieme, per unirsi nel Mihrab dove l'imam guida le preghiere. 

La visione moderna di Dubai : fondere la tradizione locale e il simbolismo islamico in una forma iconica moderna è stata una grande sfida per i progettisti; l'astrazione dell'idea è stata la soluzione che hanno trovato per questo progetto. La forma è stata semplificata in tre elementi, Il guscio che forma le otto porte, la perla che funge da cupola e luce del cielo, e infine il minareto che emerge dalla terra per svanire nel cielo creando una forma di vela che trasmette il messaggio pacifico del fedele e lo trasforma in un'icona spirituale. Il progetto ha un'area costruita di 10.000 m² composta dalla moschea principale, che può ospitare 7500 fedeli, un blocco di alloggi e il seminterrato che include il centro culturale, la zona delle abluzioni e il parcheggio. 

https://amazingarchitecture.com/mosque/iconic-mosque-in-dubai-united-arab-emirates-by-lyx-arkitekter

martedì 10 gennaio 2023

Deserto di Lut: il posto più caldo della terra

Dasht-e Lut

Dasht-e Lut, è il nome di un vasto deserto di sale, che si trova nell’Iran sudorientale e precisamente nella provincia di Kerman e in quella di Sistan e Baluchistan. È considerato uno dei deserti più estesi del mondo, infatti, è lungo ben 480 km e largo 320 km, con una superficie di circa 51.800 chilometri quadrati. Durante la stagione umida delle piogge primaverili, l’acqua scorre giù dalle vicine montagne di Kerman ed inonda la zona, ma in un lasso di tempo molto breve essa si prosciuga, lasciando solo rocce, sabbia e sale. In questa zona, oltre alla sabbia e alle dune, che possono raggiungere i 300 metri d’altezza, si trovano anche diverse creste rocciose, nonché numerose gole e doline. Questo luogo è noto in particolare, per essere il più caldo della terra, infatti le misurazioni effettuate dalla Nasa, tra il 2003 e il 2010, hanno dimostrato il raggiungimento di una temperatura da record di 70,7 °C, la più alta mai registrata sul nostro pianeta.
Gandom Beryan

La zona a più alta temperatura di questo deserto è il Gandom Beryan, un pianoro di circa 
480 km² interamente ricoperto da rocce basaltiche nere e per questo noto anche come  il deserto nero. Il nome Gandom Beryan, che in persiano significa “grano abbrustolito”, fu dato negli anni ’50. Secondo una leggenda locale questo nome,  deriverebbe da un incidente accaduto ad una carovana con cammelli che stava attraversando il deserto portando un carico di grano da Shahdad a Khorasan. A seguito dell’incidente, il grano dovette essere abbandonato nel deserto e pochi giorni dopo i conducenti di un’altra spedizione che trovarono il carico abbandonato, notarono che i chicchi erano bruciati a causa del caldo. Da allora il colle prese il nome attuale. L'ecosistema del deserto è stato finora inesplorato a causa delle condizioni che non perdonano. Inoltre, la maggior parte dei ricercatori ritiene che il deserto non valga lo sforzo di essere studiato in quanto potrebbe non sostenere alcuna vita all'interno. Tuttavia, una squadra che ha sfidato il deserto ha scoperto un ecosistema perfettamente funzionante. Ci sono diversi insetti, volpi del deserto e rettili. Alle domande su come l'ecosistema si regge, si  possono trovare risposta negli uccelli migratori morti e in un bacino poco profondo di acqua salata. Ovviamente, c'è ancora molto da esplorare poiché questi due cose non possono essere le sole che sostengono l'ecosistema, ma la conoscenza è un inizio considerando che non ce n'era prima.

https://www.youtube.com/watch?v=qm3PcF9GafU

sabato 10 dicembre 2022

Bilmawn

Spesso indicato come l'Halloween del Marocco, «Bilmawn», «Bu-jelloud» o anche «Hrrma», viene celebrato abitualmente dopo la festa di Eid al-Adha. Figure vestite di pelle di pecora e capra sfilano indossando maschere macabre e ballando al ritmo della musica Gnawa. Questa festa popolare è profondamente radicata nella storia del Marocco e sebbene non sia celebrata in ogni area del paese, si può trovare in luoghi come le regioni di Tiznit, Agadir e Amazigh nel sud e le montagne del Rif nel nord. In alcune zone il festival è stato trasformato in un carnevale locale della durata di sette giorni e ampliato con concerti di musica popolare. Accompagnati da una dozzina di persone mascherate, i « Bilmawens» si travestono utilizzando pelli di capra e/o pecora, tingendosi il viso con il carbone o indossando maschere. Intorno a questi personaggi tanto spaventosi quanto strani, la folla preme, a volte esilarante, a volte timorosa. Flauti, percussioni, danze e canti accompagnano il corteo per la città. Vengono lanciate pietre contro i Bilmawen che risponde all'affronto scherzando, seminando gioia e spavento nei vicoli e nelle piazze. Vagano per le strade del quartiere, andando di porta in porta chiedendo soldi o pelli di pecora e capra. Alcuni dicono che toccare la pelle indossata dai Bilmawens porti fortuna. I ricercatori affermano che l'usanza è una tradizione antica e ha le sue origini in Africa, ispirata dalle leggende di un mostro vestito di pelle che terrorizzava le persone in aree remote.

https://www.youtube.com/watch?v=QU55CXSTEnk

mercoledì 2 novembre 2022

Turchia: lo spettacolare e unico gelato elastico di Maraş

Si chiama “dondurma” il gelato tipico turco  e pare sia originario della Regione attualmente chiamata Kahramanmaraş in Anatolia meridionale. Ha poco a che vedere con il nostro gelato. Più denso, elastico e filante, viene servito al termine di un autentico show. Chi è stato in Turchia, avrà certamente notato i folkloristici gelatai delle aree turistiche che, con il loro gilet con ricami dorati e fez, richiamano a gran voce i clienti e con la loro lunga speciale paletta metallica battono in modo ritmato sul bordo dei contenitori dei gelati e sulle campanelle che pendono dall’alto. Più che gelatai sono dei veri e propri giocolieri, ognuno con la sua routine che può durare anche oltre 2 minuti, inscenano un vero e proprio spettacolo, porgendo allo stupito cliente il cono senza gelato, il gelato senza cono, dandogli il cono e riprendendosi il gelato, lasciandolo con il solo tovagliolino di carta in mano, e altro. Riescono a gestire alla perfezione piccole quantità così come a tirare fuori dal contenitore l'intera massa di dondurma. 

https://www.youtube.com/watch?v=p-UsVZ2Hi1A

Chiaramente, non si tratta di un gelato “normale” (come viene inteso in quasi tutto il mondo) ma della versione moderna di uno già popolare alla corte ottomana, prodotto secondo una ricetta rimasta segreta per vari secoli. I suoi ingredienti base di solito sono: panna o latte intero, panna montata, zucchero, salep (una farina derivata dai tuberi essiccati di alcune orchidee selvatiche, con funzione addensante, che rende il gelato semisolido e resistente allo scioglimento anche alle alte temperature estive) e mastice di Chio, una resina che si raccoglie facendo piccole incisioni sul tronco delle piante dalle quali sgorgano le gocce di “mastice". Si narra che il Maraş Dondurması risalga a più di tre secoli fa e che sia la conseguenza di un errore, poiché in origine il salep era consumato come bibita calda con latte e zucchero. Si narra che una sera, un commerciante del posto, abbia dimenticato la sua bibita e durante la notte, quest’ultima si sarebbe gelata. Al risveglio, l’uomo, ricordandosi della bibita, con l’aiuto di un bastoncino provò a tirarla fuori dal contenitore. Fu sorpreso nel vedere la trasformazione della bibita in un impasto cremoso ed elastico con un gusto straordinario. Da allora, i commercianti di Maraş hanno lavorato e migliorato la ricetta, rendendola unica al mondo.