domenica 21 aprile 2013

Sofreh-ye Aghd: il banchetto di nozze iraniano


Una delle principali caratteristiche della cerimonia nuziale persiana è il Sofreh-ye Aghd (banchetto di nozze), un tavolo molto basso e riccamente imbandito la cui preparazione è particolarmente accurata in quanto si  crede, e si spera, che sia di buon auspicio per la vita della coppia. Come altre popolari tradizioni persiane questo evento non ha radici islamiche, bensì nell’antica fede zoroastriana (basata sui quattro elementi della natura: terra, fuoco, acqua,  vento) e proprio per questo è presente in ogni matrimonio iraniano indipendentemente dalla fede degli sposi. Generalmente si imbandisce  il “banchetto” a casa della sposa sul pavimento della camera dove si ufficia la cerimonia, rivolto verso est , dove nasce il sole, in modo tale che gli sposi guardino verso la luce. Sul sofreh, rivestito di un tradizionale panno bianco, non possono mancare :
un grande specchio (ayne-ye bakht), posizionato al centro del tavolo,  per portare luce e luminosità al futuro. Quando la sposa e lo sposo si siedono e la sposa si toglie il velo, la prima cosa che lo sposo deve vedere nello specchio è il riflesso della sua futura moglie.
Due candelabri ( sha’am) ai lati dello specchio, che rappresentano il fuoco e l’energia. 
Un vassoio di spezie (sini-ye aatel-o-baatel) , sette tipi di spezie per proteggere dal malocchio. Questi includono: semi di papavero "khash-khaash", riso selvatico "berenj", angelica "sabzi khoshk", sale "namak" (per accecare il malocchio), semi di nigella "raziyaneh", tè nero "chaay" e incenso "kondor " (per bruciare gli spiriti maligni).
Pane tipo focaccia e formaggio feta (naan-e sangak). Il pane a volte è decorato con scritte di congratulazioni per la coppia "Mobarak Baad" .
Uova decorate, noci, mandorle e nocciole (tokhm-e morgh (uovo) ajil (frutta secca) che simboleggiano la fertilità.
Melograni e mele (anar-o-sib), per un futuro gioioso. I melograni sono frutti del paradiso e le mele simboleggiano la creazione divina del genere umano.
Acqua di rose Gol-Ab per profumare l'aria.
Zucchero cristallizzato (kaas-e nabaat o shaakh-e nabaat), per addolcire la vita della sposa.
Monete d'oro (sekeh). Ricchezza e prosperità.
Una tazza di miele che consumato  subito dopo la cerimonia assicura dolcezza nella vita. La sposa e lo sposo tuffano un dito mignolo nella tazza di miele e si alimentano l’un l’altro.
Il Corano o altre Sacre Scritture a seconda della fede (Ghoraan-e Majid) . Simboleggiano la benedizione di Dio per la coppia. Alcune famiglie aggiungono anche un libro di poesia persiana di Hafez o Rumi.
Dolci e pasticcini (shirini) da dividere con gli invitati. L'assortimento di solito comprende: noghl , baklava , toot (marzapane persiano), naan-e bereneji (biscotti di riso), naan-e badami (biscotti alle mandorle) e naan-nokhodchi (biscotti di ceci) .
Termeh (termeh) seta o stoffa ricamata in oro, tramandata da generazioni, a rappresentare la famiglia e la tradizione.
Due coni di zucchero (kalleh ghand)canditi che vengono sbriciolati, durante la cerimonia,sul telo  tenuto sopra la testa degli sposi  da parenti di sesso femminile non sposate mentre una parente felicemente sposata grattugia lo zucchero come auspicio di una vita piena di dolcezza.
Un braciere "Manghal" con carboni ardenti cosparsi di ruta selvatica "esphand". La ruta selvatica è utilizzato in molte cerimonie zoroastriane, rituali e riti di purificazione. Si crede che tenga lontano il malocchio e che porti  tanta salute.
Il telo di seta o di qualsiasi altro tessuto sottile che viene tenuto sopra la testa degli sposi durante la cerimonia.
Chi vuole può mettere sul sofreh anche un ago e sette fili colorati per cucire figurativamente le labbra delle madri degli sposi  in modo che non possano dire parole sgradevoli o intromettersi nel matrimonio. Per coloro che desiderano mantenere questa usanza rendendola meno offensiva, il significato diventa “cucire le labbra dei pessimisti". 
Un kit da preghiera "jaa-namaaz" per ricordare alla coppia la loro fede. Questo kit comprende un tappeto di preghiera piccolo "sajjaadeh" da stendere sul pavimento, al momento della preghiera, un piccolo cubo di argilla modellata con preghiere scritte su di esso "mohr" e un filo di perle da preghiera "tasbih". 
In una cerimonia nuziale non può mancare neppure la musica e la canzone che tradizionalmente viene suonata quando la coppia entra nella stanza, è un motivetto allegro dal titolo “ Bada Bada Mobarak”.

lunedì 8 aprile 2013

Marocco: le case dell'Alto Atlante


Le case di pisé (terra cruda) dell'Alto Atlante, costruite sui versanti montuosi, sembrano sorgere direttamente dalla terra e s’ incastrano le une alle altre formando un tutt'uno di tetti e terrazzi rivolti a levante. Costruite per fronteggiare i rigori dell'inverno, le case montane vengono costruite con cura. Il pisé, materiale da costruzione più diffuso in questa zona, serve da copertura per muri e tetti delle case ed è un impasto di terra cruda più o meno argillosa e acqua con l'aggiunta facoltativa di paglia e brecciame. Si inizia a costruire usando per le fondamenta pietroni di calcare estratto direttamente dal monte. Il pisè viene poi versato in una cassaforma di legno, fatta di grosse assi legate da traverse. All'interno di questa forma un operaio comprime la terra pestandola con i piedi e poi la batte con un pesante maglio di legno. Quando la terra è secca , la forma viene rimossa e appoggiata accanto al blocco precedente. L'operazione viene ripetuta fila dopo fila. Il tetto è la parte della casa che richiede più cura. Di forma piatta viene utilizzato come terrazza, essicatoio per mais o noci, cortile o cucina. Una volta eretti i muri in pisé  vi si dispongono sopra in orizzontale, nel senso della lunghezza, grosse travi di quercia e di pioppo rozzamente sgrossate e sopra ancora, perpendicolarmente, pertiche di ginepro ben strette tra loro. Dopo aver creato un'intercapedine compatta di sterpaglie, si copre il tutto con terra battuta argillosa a garanzia della tenuta stagna del tetto. Lo spesso strato di erba secca che sporge vistosamente dal perimetro dei muri serve ad impedire che l'acqua grondi sul muro sottostante.
L'acqua piovana e la neve sono infatti i peggior nemici del pisé e vanno costantemente eliminati. Normalmente ogni 4 o 5 anni il tetto viene rifatto. Un tempo le finestre delle case erano poche e chiuse dall'interno con scuri di legno, ovvero schermate da trafori di musharabiya. Le abitazioni più recenti presentano maggiori aperture e sono più frequenti i telai muniti di vetri alle finestre. Le porte d'ingresso piccole e basse, sono tenute sempre chiuse a protezione dell'intimità della casa.