lunedì 30 agosto 2010

La musica raï


Il raï è un tipo di musica che mescola i ritmi e la tecnologia moderna occidentale con lo stile tradizionale di musica magrebina. Nasce nella valle di Chelif in Algeria, attorno agli anni Venti e deriva dall’incontro tra la cultura urbana di Orano con la cultura delle campagne circostanti. L’emigrazione rurale verso le città è infatti il fattore esterno che permette l’incontro tra lo stile di canto bédui e lo stile zéndani più tipicamente cittadino. I cantanti di questo nuovo genere sono definiti cheikh (maestri) se uomini e cheikha se donne, inoltre la comune ripetizione nei loro testi dell’espressione ya-rayi (oh mio pensiero) porta a definire questo stile come raï.
L’incontro con altri generi musicali come la canzone francese durante il colonialismo e la musica americana durante gli anni della guerra mondiale, fa si che alcuni cantanti sperimentino nuovi percorsi musicali inserendo per la prima volta ritmi derivati dal fox-trot e bebop al boogie-woogie.
Negli anni ‘50 il raï è considerata musica per luoghi malfamati, ma le maddahat, donne cantanti che animano le feste dei matrimoni, iniziano ad inserirla nel loro repertorio composto in prevalenza da canzoni religiose, valendosi del fatto che in queste feste le regole morali sono meno rigide, ciò permette a questa musica di diffondersi. Ai giorni nostri il cantante più famoso è Cheb Khaled (nella foto) definito il “re del raï”.

Esistono vari stili di raï
• Il pop-raï
Messaoud Bellemou - il primo trombettista ad accompagnare un cantante di raï, Bouteldja - coniò il termine pop-raï nel 1974. La definizione di pop-raï fu necessaria per indicare un nuovo stile legato al jazz, al rock e ai ritmi latino-americani. L’introduzione delle prime tastiere elettroniche permise al cantante di esibirsi anche da solo, cosicché molti giovani decisero di tentare la carriera di cantante. Essi erano definiti cheb in contrapposizione ai cheikh e al loro stile. I testi del pop-raï trattano soprattutto d’amore, in particolare di quelli proibiti, della tristezza, dell’alcool.
• Il raï-love
Durante gli anni ‘80 la musica raï raggiunse il massimo del suo successo e popolarità.
Cheb Hasni fu il cantante più famoso di questo nuovo stile i cui testi parlano soprattutto d’amore e quindi definito raï -love.
• Il raï “made in France”
La situazione politica dell'Algeria portò molti cantanti a migrare in Francia. Khaled, Mami, Fadéla, Zahouania e altri entrarono in contatto con grosse compagnie discografiche francesi ed internazionali che contribuirono a trasformare la musica raï così profondamente tanto da far parlare di un raï francese . Questo genere non è molto apprezzato in Algeria ma, essendo venduto nella categoria della world music, sta ricevendo un rilevante successo commerciale a livello internazionale.
• Il raï-beur
I giovani nati in Francia da genitori algerini spesso non sono accettati né dalla società francese né da quella algerina, quindi per loro il raï esprime ribellione e trasgressione . Cheb Khader fu probabilmente uno dei primi cantanti beur ma in breve tempo altri cantanti si affermarono (Seba, Swat el Atlas, Chabab artistes, Groupe hami, Rani, ecc.). Oggi il cantante che ha maggior successo è Faudel. Il raï -beur riprende ancora molte caratteristiche del raï algerino, ma con una forte e personale rielaborazione. Per esempio alcuni testi di Faudel provengono dalla tradizione delle maddahat , ma la sua musica e i suoi ritmi sono molto più occidentalizzati.



mercoledì 11 agosto 2010

I pilastri dell’islam (Arkan – al Islam)



Cinque sono i pilastri, i cosiddetti Arkan, su cui poggia la fede islamica. Sono i doveri fondamentali che tutti i fedeli, una volta raggiunta la maturità e se in buone condizioni fisiche, sono tenuti a rispettare.
Professione di fede ( shahada)
E’ la testimonianza con cui il fedele musulmano dichiara di credere in un Dio Unico e nella missione profetica di Maometto. “ La ilaha illa Allah wa Mohammad Rasul Allah”
“Non vi è altro Dio all’infuori di Dio e Maometto è il suo Profeta”
Per convertirsi all’Islam è sufficiente recitare questa professione di fede davanti a testimoni musulmani. La stessa che deve essere pronunciata prima della preghiera rituale.
La preghiera (salat )
Va recitata cinque volte al giorno:
Al mattino (al-sobh)
A mezzogiorno (al-zuhr)
A metà pomeriggio (al-asr)
Al tramonto (al-maghrib)
Un'ora e mezza dopo il tramonto (al-isha)
Durante il rito ci si deve rivolgere verso la Mecca. Ogni preghiera è regolata da un codice che indica la successione della liturgia, la sequenza delle posizioni e l’abbigliamento richiesto. Le donne possono lasciare scoperto solo il viso e le mani. Prima di recitare la preghiera è necessario compiere l’abluzione purificatrice: ci si lava il volto, le mani e gli avambracci fino ai gomiti, si strofina le mani umide sulla testa e, infine ci si lava i piedi.
L’elemosina (zakat)
L’obbligo di elemosina ai bisognosi è un’estensione del dovere di ospitalità. Fino a quando Maometto era vivo, l’elemosina era volontaria, poi è diventata una vera e propria tassa religiosa sul patrimonio, in gran parte, però già compresa nei tributi statali.
Il digiuno ( sawan )
Durante il mese di Ramadan è vietato mangiare, bere e avere rapporti sessuali dall’alba al tramonto.Il Corano dispensa dal digiuno i viaggiatori, gli ammalati e le donne in gravidanza.
Il pellegrinaggio ( hajj )
Quello alla Mecca è d’obbligo almeno una volta nella vita per tutti i musulmani che ne abbiano la possibilità. Insieme al digiuno è l’arkan più conosciuto al mondo non musulmano. Sono esonerati i viaggiatori, gli ammalati e le donne in gravidanza.

            Ramadan Mubarak
    Felice Ramadan a tutti i musulmani