giovedì 15 dicembre 2011

As-salat - la preghiera



La preghiera o orazione è il secondo pilastro su cui si fonda l’Islam ed è ben chiaramente definita nelle sue modalità di esecuzione e nei suoi orari. 
Ci sono cinque orazioni (salawat) quotidiane.
Al mattino, appena si inizia ad intravedere la luce, è il tempo della preghiera dell’alba (fajr) che termina con l’inizio del levarsi del sole.
La seconda orazione è quella del mezzogiorno (dhohr) il cui tempo comincia appena il sole ha raggiunto il culmine della giornata e la fine coincide con l’inizio della preghiera del pomeriggio (asr) che termina quando il sole diventa rosso e volge al tramonto.
Non appena il sole è scomparso sotto l’orizzonte è il tempo della preghiera del maghrib (tramonto).
Circa un’ora e mezza dopo si ha l’orazione della sera (aishà) che conclude il ciclo.
Ogni orazione consta di unità adorative (rakà). Ogni rakà è composta di gesti e recitazioni obbligatorie. 
Dopo la formulazione dell’intenzione (niyya) il credente guardando in direzione della Mecca (qibla) pronuncia il takbir ( Allahu Akbar), a questo punto inizia la prima rakà
1 - restando nella stessa posizione si recita a la sura Aprente
2 - si piega il corpo in avanti in modo tale che le mani arrivino all’altezza delle ginocchia, facendo una specie d’inchino (rukù)
3 - si ritorna nella posizione iniziale.
4 - comincia a questo punto la prosternazione durante la quale, prima le ginocchia , poi le mani, la fronte ed il naso devono toccare terra (sujud).
5 - si ritorna in ginocchio con le mani sulle cosce.
6 - ci si avvia a una nuova prosternazione e con questa termina la prima rakà.
Per ogni posizione ci sono varie preghiere da recitare al termine delle quali il credente recita il “tashahhud”, una particolare orazione nella quale ribadisce la sua fede nell’unità di Dio e nella missione profetica di Muhammad (Maometto).
L’orazione dell’alba è composta da due unità adorative, quella del tramonto di tre e le altre tre orazioni obbligatorie richiedono quattro unità ciascuna.
Se il credente è a casa sua , sceglie un angolo pulito e prega generalmente su un tappeto o una stuoia. In moschea la liturgia non cambia , ma le direttive vengono date a voce alta dall’Imam, colui che conduce la preghiera. Il musulmano può pregare anche in ufficio, per strada o dovunque si trovi. Ognuna delle cinque preghiere è codificata da una liturgia che comprende sia il piano individuale che quello collettivo.
La preghiera obbligatoria è messa in moto dall’adhan, ossia il richiamo fatto dal muezzin, colui che invita alla preghiera dall’alto del minareto. Qualche tempo dopo la prima chiamata alla preghiera , il muezzin procede a una seconda chiamata. A questo punto il fedele che nel frattempo ha fatto le abluzioni si appresta ad effettuare il rito della preghiera vera e propria. 
L’abluzione, simbolo del ritorno dell’uomo alla primitiva purezza, deve precedere la preghiera e l’ingresso alla moschea; si fa con acqua, o nel caso non ci fosse, con sabbia o terra pulita, secondo un rituale minuziosamente prestabilito.
Il venerdì è il “giorno dell’adunanza” e tutti i musulmani si recano in moschea per la preghiera del mezzogiorno.