venerdì 27 giugno 2014

Ramadan nel mondo: Egitto


Un proverbio egiziano dice: 'Se non avete visto il Ramadan celebrato in Egitto, allora non avete visto le celebrazioni!’  e questo per sottolineare quanto siano speciali le tradizioni che accompagnano il mese sacro in questo paese.
Pochi giorni prima l'inizio del Ramadan, e fino alla fine del mese, le strade si riempiono di persone indaffarate per i preparativi. Dolci, biscotti e torte, come konafah, basbousah, e katayef si preparano ovunque. Il qamar eldin (succo di albicocca) lo si trova su ogni tavola assieme al medamis (fave), allo zabadi (yogurt) e ai deliziosi e colorati vasetti di torshi baladi (sottaceti fatti in casa). In alcune parti del paese, soprattutto nelle grandi città come Il Cairo, la solidarietà sociale è espressa sotto forma di "banchetti di carità". Ricchi uomini d'affari pagano il loro zakat (elemosina annuale) acquistando cibo per i poveri che non possono permettersi i mezzi per rompere il digiuno. Quasi in ogni angolo di strada si trovano tavoli e sedie, dove viene distribuito il cibo gratuito per chi è nel bisogno. 
Prima dell'alba, per tutto il mese, il Musaharti (Al-Mesarahaty) inizia il suo lavoro. Il Musaharati è colui che sveglia la gente per avvertirla che è l’ora del Sahour (pasto pre-alba). Camminando per le strade batte su un piccolo tamburo, a volte cantando e gridando. In alcuni piccoli villaggi egli può anche stare di fronte a ogni casa e chiamare ogni abitante con il loro nome, per svegliarli. Una delle sue canzoni tradizionali è "Suhur, suhur / Es ha ya Nayem / Wahed el Dayem / Ramadan Kareem / Es ha ya Nayem, wahed el Razzaq", "Svegliatevi voi che dormite, pregate per l'eternità, felice Ramadan , Dio è Colui che vi manda il vostro sostentamento ". Il Mesarahaty non prende alcun compenso per questo lavoro notturno, ma è consuetudine alla fine del Ramadan dare del denaro o un regalo per i suoi sforzi. 
Lo sparo di un cannone , noto anche come 'Haja Fatemah', segna l'alba e il tramonto e segnala quindi il tempo per iniziare e terminare il digiuno. Si racconta che, quando il sultano mamelucco Al-Zaher Seif Al-Din Zenki Khashqodom ricevette in regalo un cannone da un conoscente tedesco, i suoi soldati lo testarono sparando un colpo al tramonto. Essendo nel mese di Ramadan  lo sparo coincise con il momento della rottura del digiuno e gli abitanti del Cairo pensarono che il Sultano li stesse avvertendo per l’ iftar. I dignitari di corte, rendendosi conto che una tale usanza avrebbe potuto aumentare la popolarità del Sultano, gli suggerirono  di continuare la pratica.
Si racconta anche che fu la moglie del sultano, Haja Fatemah, a ricevere i tedeschi venuti a consegnare il dono,  dato che il Sultano non era in casa, ed è  per questo che il cannone porta il suo nome.
Per tutto il mese, ogni moschea, edificio, strada e vicolo si illuminano decorati con le fanous (lanterne). Dopo 30 giorni di digiuno, i musulmani egiziani festeggiano l’ Eid al-Fitr in grande stile. E’ ancora un colpo di cannone sparato al crepuscolo a dare il via a tre giorni di festa in cui le persone indossano vestiti nuovi, visitano parenti e amici e si preparano grandi feste. Gite sul fiume Nilo con le feluca(barche a vela)  sono una caratteristica speciale di queste celebrazioni nei pressi del Cairo.

                                               
 

venerdì 6 giugno 2014

Egitto: l'oasi di Siwa.



Conosciuta anche come la "città da un milione di palme", la grande oasi di Siwa si trova nel deserto egiziano nord-occidentale, nella profonda depressione di Qattarah, vicino al confine con la Libia ed è una delle ultime oasi al mondo rimaste incontaminate. Migliaia di anni di isolamento in un vasto e spietato deserto hanno permesso alla comunità Siwa di sviluppare tradizioni uniche culturali, tecniche costruttive, stili di ricamo e di sistemi di produzione agricola che sono notevoli per la loro bellezza e armonia con l'ambiente naturale. Gli abitanti di questa oasi parlano il dialetto berbero e possiedono una cultura diversa da quella del resto del Paese. In questa città è impossibile avvicinarsi ad una donna. Siwa infatti è rinomata come una delle città più tradizionaliste dell’Egitto. La vita delle donne qui è regolata da tradizioni molto rigide che gestiscono ogni aspetto della loro vita, dall’abbigliamento, diverso a secondo del proprio stato civile, alla possibilità di avere qualsiasi tipo di contatto con uomini esterni alla propria famiglia, o tribù,  alla possibilità di muoversi autonomamente fuori casa. Un piccolo Museo, detto Casa di Siwa, contiene una modesta esposizione di indumenti e utensili tradizionali.