domenica 24 gennaio 2010

i beduini




Abitanti dei deserti e delle steppe, nomadi ed erranti, liberi e sognatori, inizialmente erano i poveri che, scacciati dai ricchi proprietari agricoli delle oasi, furono costretti ad organizzarsi per vivere nel deserto (il termine beduino deriva dall'arabo Bedù, il plurale di Badwai che significa appunto "abitante del deserto "). Dove trovavano acqua, pozzi e sorgenti insediavano i loro accampamenti. Si specializzarono nell’allevamento ed erravano continuamente per procurare ai loro animali foraggio sufficiente. La loro vita, lontana dalle agiatezze, ai limiti delle possibilità umane che non lasciava spazio alle debolezze di alcun genere rese questo popolo fiero, forte e con un grande spirito di adattamento. Originari della Penisola Arabica, ora vivono nell’Africa settentrionale e in Medio Oriente. La loro economia si basa sull'allevamento : cammelli, dromedari, cavalli, caprini ed ovini forniscono loro tutto lo stretto necessario per vivere, cammelli e dromedari sono inoltre il loro mezzo abituale di trasporto. L'abitazione dei beduini è il beit, una tenda nera suddivisa in due vani, uno per le donne e l’altro, lo sciaq, per gli uomini e gli ospiti.( secondo la tradizione, l'ospite che riesce ad avvicinarsi così tanto da toccare un bastone della tenda deve essere ospitato per 3 giorni e 3 notti).Quando la famiglia è numerosa, i vani possono aumentare mantenendo però, sempre la distinzione tra locali per donne e per uomini. Un lato lungo della tenda rimane aperto durante il giorno e viene chiuso solo di notte o quando si scatenano le tempeste di sabbia. Il tessuto fitto fatto con pelli di capra, sorretto da pali e corde, non fa passare la pioggia torrenziale che cade in queste zone e mantiene gli ambienti ben areati, freschi d'estate e caldi d'inverno. L'arredamento è formato da tappeti, cuscini, recipienti, pochi arnesi e un piccolo focolare sul quale si prepara il tè. Durante le soste, quando il gruppo si trasferisce da un luogo all'altro, le donne raccolgono radici, erbe, bacche e locuste, che vengono seccate e conservate per i periodi di magra; gli uomini invece si dedicano alla caccia. L'unica occupazione ritenuta dai beduini veramente nobile è la guerra, e tra le famiglie c'è uno stato quasi permanente di guerriglia e le faide spesso finiscono con la scomparsa di una delle tribù. Questa è suddivisa in clan composti da grandi famiglie nelle quali vige il patriarcato. Il capo del clan o della tribù è sempre uno sceicco, cioè l'elemento più abile o ricco del gruppo. Le donne godono di maggior libertà che non quelle di altri popoli nomadi; vivono nella stanza loro assegnata ma possono muoversi a piacere, allontanarsi, mangiare con gli uomini e tenere il volto scoperto. Indossano la “galabia“, lunga tunica bianca, e coprono il capo con la “kefiah“, il lembo di stoffa rettangolare, trattenuta dall’”iqal “, il doppio cordone che cinge loro la testa, in origine fatto con peli di capra ritorti e oggi con fili di cotone.

venerdì 1 gennaio 2010

Il dromedario..."la nave del deserto"



Il dromedario, la specie di cammello con una sola gobba, originario dell’Arabia è diffuso in tutta l’Africa del Nord, in India e nell’Asia Minore. Grazie alle sue qualità eccezionali, leggendaria la resistenza al caldo e alla sete, si è guadagnato il titolo di “nave del deserto”. Viaggiatore instancabile, questo animale può oltrepassare i tre metri d’altezza e vivere fino a venticinque anni. Quando è disidratato la gobba diminuisce di volume man mano che si esauriscono le riserve di grasso. Ci vogliono cento litri d’acqua, che può bere in 10 minuti, per dissetarlo dopo una settimana d’astinenza. Si nutre di piante molto succose, ma in loro assenza, durante l’inverno, si accontenta di nutrirsi di piante pungenti senza curarsi delle spine. Per assimilare tutte le sostanze presenti negli alimenti, il dromedario mastica il cibo 40-50 volte.
L’adattamento agli ambienti desertici, si riflette in diverse particolarità come la chiusura ermetica delle narici durante le tempeste di sabbia e la doppia fila di ciglia. Con la lana del manto si tessono i pesanti mantelli chiamati burnous e la carne ha qualità nutritive apprezzate.