domenica 18 marzo 2012

Dubai, il paese dell'oro.



Tra le dune del deserto degli Emirati Arabi  sorge Dubai, un luogo dove il lusso regna sovrano. Questa è, infatti, la terra dell’ostentazione della ricchezza, un luogo dove gli architetti e gli stilisti più rinomati costruiscono e arredando palazzi, appartamenti, ville, isole e resort, destinati a vip, attori, sportivi e celebrità. Ma questo è anche il paese dove l’oro è venduto più a buon mercato.
Ciò è dovuto al fatto che vi è una tradizione molo radicata di commercio e lavorazione del prezioso materiale fin dai tempi in cui Dubai era un crocevia commerciale che dalle Indie si chiudeva in Europa e viceversa. A Dubai esistono numerosi suq specializzati nella compravendita dell’oro. A partire dal tardo pomeriggio, le strade intorno al Gold Suq si riempiono di gente proveniente dalle più svariate parti del mondo: chiunque , giunto nella città, rimane affascinato dalla “City of Gold”. Brillanti, pietre preziose, bracciali, orologi, anelli e collane, brillano nelle vetrine illuminate delle oltre 300 gioiellerie, situate una dopo l’altra lungo il Gold Suq. Ciò che attira maggiormente sono i prezzi che sono tra i più economici al mondo anche grazie all’usanza di “mercanteggiare” il prezzo con i venditori. Solitamente si può scendere anche di una cifra importante, basta insistere nel modo corretto e pagare in contanti ( la carta di credito è accettata, ma pone fine alle contrattazioni). A Dubai, la maggior parte degli hotels situati sulla spiaggia, offre nel pomeriggio, un trasporto bus gratuito (il cosiddetto “shuttle bus”) con destinazione proprio i negozi del  Gold Suq, che solitamente chiudono i battenti alle 10 di sera.

sabato 3 marzo 2012

Le donne afghane



Fino al 1992, le donne afghane potevano studiare (avevano accesso a tutte le facoltà universitarie), lavorare (erano presenti in tutte le professioni) e guidare. Con la salita al potere dei fondamentalisti islamici, il diritto delle donne di partecipare pienamente alla vita sociale, economica, culturale e politica, viene drasticamente ridotto e, in seguito con l’avvento dei talebani, le donne sono praticamente cancellate dalla società e obbligate a nascondersi sotto il burqa, un lungo mantello che le copre completamente dalla testa ai piedi. Alle donne che non rispettano i divieti imposti sono inflitte pene che vanno dalla violenza verbale alle frustate, alle botte, alla lapidazione fino alla morte.
E’ vietato:
- lavorare fuori casa (i datori di lavoro sono minacciati di atroci conseguenze nel caso assumano impiegati di sesso femminile). Solo alcune donne medico e infermiere hanno il permesso di lavorare in alcuni ospedali a Kabul.
- uscire di casa se non accompagnate da un “mahram” (parente stretto come un padre, un fratello o un marito).
- trattare acquisti con negozianti maschi.
- essere visitate da medici maschi ed entrare in una sala operatoria se è presente anche un solo medico maschio.
- avere assistenza sanitaria.
- studiare in scuole, università o altre istituzioni.
- usare cosmetici.
- parlare o dare la mano a uomini che non siano parenti stretti.
- ridere e parlare ad alta voce: 
- portare tacchi alti che fanno rumore: nessun uomo deve sentire i passi di una donna.
- prendere il taxi senza un mahram.
- essere presenti in trasmissioni radio, televisive o incontri pubblici di qualsiasi genere.
- praticare un qualsiasi sport o entrare in un centro sportivo o club.
- usare la bicicletta o la moto senza un parente stretto.
- guidare l’automobile.
- usare vestiti colorati e vivaci considerati “sessualmente attraenti”.
- incontrarsi in occasioni di festa e per fini ricreativi e di svago.
- lavare vestiti vicino a fiumi o in luoghi pubblici.
- apparire sui balconi delle proprie case.
- fare fotografie e filmati.
E’ inoltre vietato 
-ai sarti maschi di prendere misure per le donne o cucire vestiti femminili.
- a uomini e donne di viaggiare sugli stessi bus.
- ascoltare musica e vedere film.
Il governo talebano ha diffuso il terrore in Afghanistan e le vittime sono state soprattutto le donne che hanno vissuto quotidianamente nell’angoscia di una severa punizione anche per un minimo errore di comportamento. (Frustate in pubblico per le caviglie scoperte, taglio delle dita per le unghia dipinte, lapidazione pubblica fino alla morte per l’accusa di rapporti extraconiugali). 
Grazie agli ultimi eventi politici, le donne oggi non sono più prigioniere nelle loro case, ma rimangono nascoste nel burqa e camminano silenziose. Ci vorrà sicuramente ancora molto tempo prima di ritornare alla normalità: ascoltare musica, leggere, uscire senza alcun timore di essere punite…



   8 marzo: festa della donna

     Auguri a tutte le donne