sabato 23 febbraio 2013

Moschea di Abramo - Aleppo


Nella Siria nord-occidentale, a sud della città di Aleppo, sorge la Moschea di Abramo (Maqam Ibrahim). Fatta costruire nel 1167 da Nureddin, secondo la tradizione, fu fatta erigere sulla roccia su cui Abramo sostò per mungere la sua mucca. Narra infatti la leggenda che il patriarca, in viaggio verso la terra di Canaan, si fermò ad Aleppo e munse la sua mucca nella cittadella (oggi centro storico), dando così origine all'attuale nome di Aleppo, che deriva dall'arabo halib, cioè "latte". Questa moschea, un hammam e un elegante portale mamelucco sono gli unici edifici che possono essere identificate tra le rovine.

domenica 10 febbraio 2013

Il matrimonio in Iran


In Iran , l’età minima per potersi sposare è per le ragazze di 9 anni lunari (8 anni e 9 mesi sul calendario solare) e fino a non molti anni fa ci si sposava giovanissimi. Negli anni passati anche il matrimonio era combinato, infatti erano le madri a scegliere le mogli per i propri figli maschi, scelta che ricadeva su ragazze figlie di amici o parenti oppure  si ricercava  la sposa giusta nei bagni pubblici o alle feste. Oggigiorno queste usanze si ritrovano ancora solo nelle zone rurali e nelle famiglie più tradizionali.  I ragazzi infatti hanno uno stile di vita più libero, l’età del matrimonio sta vertiginosamente salendo e le coppie più moderne scelgono di persona il proprio compagno, ma il consenso dei genitori rimane tuttora molto importante ed anche certe usanze sono ancora rispettate. Ad esempio, quando un  ragazzo è in età  di matrimonio, tocca alla famiglia recarsi a casa della ragazza prescelta portando dolci e fiori. In questo incontro, detto "khastegari",sono i padri dei futuri sposi che discutono sul matrimonio, se manca la figura maschile all’ interno della famiglia, viene chiamato lo zio più anziano. Questa prima visita serve esclusivamente per le parti per familiarizzare e non vi è alcun impegno. E’ nel secondo “Khastegari” che viene fatta la proposta formale e si discutono i termini del matrimonio. In tempi passati, questo incontro permetteva ai futuri sposi di vedersi per la prima volta, un veloce sguardo quando la ragazza entrava nella sala a servire tè e pasticcini. Ai giorni nostri, quando l'uomo e la donna si conoscono già e sono gli istigatori della cerimonia, le prime due khastegaris sono fatte in un solo passo. Dopo un breve periodo si svolge il  “Boroun Bale”, una cerimonia nel quale si annuncia il fidanzamento della coppia e i genitori dello sposo portano in regalo alla sposa un anello  e un pezzo di stoffa che servirà per confezionare un abito. Nelle famiglie religiose, la tela viene utilizzata per confezionare un  chador. Durante il “Boroun Bale” viene concordato anche il “Mehrieh” che può essere una somma di denaro o una proprietà che verranno dati alla sposa in caso di divorzio. La fase del fidanzamento può durare un paio di mesi ma anche diversi anni. Il “Aghd” è il vero e proprio matrimonio. Si celebra  davanti al mullah a casa dei genitori della sposa in una sala appositamente decorata di fronte ad un banchetto chiamato Sofreh-ye Aghd. La sposa, come nella tradizione occidentale, è vestita di bianco. Parenti di sesso femminile tengono, sopra la tesata degli sposi, un velo di seta e altri parenti ed amici, a turno, versano sul telo coni di zucchero per simboleggiare il desiderio di una vita dolce per la coppia. Durante questa fase il mullah recita per tre volte una preghiera, poi domanda una volta allo sposo se vuole prendere in moglie la ragazza, dopo il suo consenso chiede per tre volte alla donna, ricomprendendo nella domanda tutte le condizioni stabilite durante il "khastegari", se acconsente al matrimonio. E’ usanza che la donna dica tre volte “no” prima di acconsentire. Dopo l’assenso della sposa l’unione dei due ragazzi è ufficiale e consacrata. Il ricevimento di nozze "Jashn-e Aroosi", può svolgersi subito dopo il matrimonio oppure diversi mesi dopo la cerimonia e tradizionalmente si protrae da 3 a 7 giorni.