domenica 20 novembre 2011

Mondo cinema: " Mille mesi"


Titolo Originale: Mille mois
Anno: 2003
Regia: Faouzi Bensaidi
Sceneggiatura: Suha Arraf, Eran Riklis
Interpreti: Foauad Labied, Nezha Rahil, Mohamed Majd.



Presentato al festival di Cannes nel 2003 nella sezione “Un Certain Regard”, vincitore del premio “Le Premier Regard” e “Prix de la Jeunesse”, "Mille mesi" è l’opera prima del regista, attore e sceneggiatore marocchino Faouzi Bensaidi già conosciuto come co-sceneggiatore del film "Lontano" di André Téchiné.  
Il film esplora il periodo della repressione intellettuale degli anni ’80, aspetto poco conosciuto della storia del Marocco. Si svolge in un villaggio nel cuore della zona montuosa dell’Atlante, durante il mese di  Ramadan.
Il piccolo Medhi, sette anni,  si trasferisce con sua madre Amina a casa del nonno, ma la vita nel villaggio è molto dura, soprattutto per la siccità. Suo padre, un attivista comunista, è in prigione per motivi politici, ma Medhi lo crede emigrato in Francia per lavoro.  A scuola, il maestro gli conferisce "l'onore" di custodire e portare ogni mattina la sua sedia,  fatto che suscita la gelosia dei compagni. Attraverso questo oggetto il bambino instaura e vive i rapporti con gli altri e con il mondo, ma il fragile equilibrio rischia ogni giorno di andare in frantumi. Nel frattempo, intorno a lui, il villaggio continua vivere la propria quotidianità fatta di povertà, preghiera e pettegolezzi amorosi. 
E' un film particolare e in un certo senso,  sperimentale. Inizia con una visione molto realistica, focalizzata sul ragazzo e sulla sua famiglia per poi allargare la prospettiva all'intero villaggio, raccontata in modo quasi surreale.
"Mille mesi" è la 27esima notte di Ramadan quella dove inizia il digiuno dei bambini, dove si pensa di essere protetti ma vengono rivelate le debolezze. E' anche una varietà di vite, quella di un ragazzo, di una famiglia, di un villaggio, di un paese in una sottile miscela di tragico e comico, sacro e profano, un film che lascia il posto ai personaggi, al loro ambiente e all'immaginazione dello spettatore.
Per quanto riguarda gli attori, il regista ha voluto che recitassero sia professionisti  che gli abitanti stessi del villaggio, ritenendo questo mix più stimolante sia per gli uni che per gli altri.


venerdì 4 novembre 2011

Aid al-Adha in Senegal


Dakar - Tabaski
La “festa del sacrificio”, Eid al-Adha per tutto il mondo arabo, assume in Senegal il nome di “Tabaski”o anche “Eid al-Kabir” ( “festa grande”) secondo il nome arabo. E’ la festa della convivialità e dell'offerta, in occasione della quale ogni padre di famiglia commemora il sacrificio di Abramo immolando a sua volta un animale, generalmente un montone, lo prepara accompagnandolo con riso bianco e lo offre a parenti, amici e, in generale, a tutte le persone che bussano alla porta salutando con un caloroso "assalam-aleikoum". L’acquisto di un montone  diventa, in questo periodo, l’ossessione di ogni senegalese adulto: trascorrere la Tabaski senza montone è un disonore e una mancanza di responsabilità nei confronti della propria moglie (o delle mogli) e dei figli. Le donne acquistano abiti nuovi, colorano piedi e mani con l'henné, ripuliscono per bene le case cambiando,se ne hanno la possibilità, anche le tende e i tessuti d’arredo. Tutto deve essere perfettamente pulito e splendente e gli abiti nuovi servono per presentarsi a Dio con un abbigliamento adeguato in questi giorni di festa.
Dakar, la capitale, è la città che più risente di questi preparativi. Già una settimana prima i grandi viali ospitano centinaia di animali di tutte le taglie e prezzi; i pastori, arrivati dai villaggi, passano le giornate e le notti a contrattare, vendere e tenere puliti i montoni, questo è infatti il momento dell'anno in cui si concretizzano mesi di allevamento e transumanza.
Dakar è una città congestionata in ogni mese dell’anno, ma in questi giorni di festa, il traffico  diventa veramente caotico. Si vedono file di montoni ai bordi e sulle strade che intralciano il passaggio delle automobili, animali legati nei portabagagli e bus stracolmi di bestie, posizionate nei posti più impensabili, con le teste infilate nei grandi sacchi di riso. Anche se forse un pò meno freneticamente, tutte le città del Senegal vivono questo periodo con grande eccitazione. Molti nei villaggi si apprestano a riabbracciare figli e parenti che per tutto l'anno lavorano in città o all'estero e che in quest’occasione tornano a casa per condividere con la famiglia  un evento tanto importante. La festa inizia al mattino con la preghiera in moschea, poi nel momento i cui i padri delle famiglie rientrano a casa e si apprestano a uccidere il montone, è impressionante ascoltare l'improvviso silenzio che segue quei minuti. Poi tutto riprende. I bambini corrono vicino alle griglie aspettando di ricevere il primo piatto dalle mani delle donne della casa, i quartieri si riempiono di grandi piatti di metallo che passano di casa in casa in segno di amicizia, si porta il cibo alle famiglie meno abbienti e ci si scambiano gli auguri in wolof . Giunta la sera si ritrova un po’ di tranquillità e gli uomini si scambiano l'augurio di "dewenati", di ritrovarsi in pace anche il prossimo anno alla Tabaski. La festa si protrae per due giorni.