sabato 20 aprile 2024

Kashan (Iran)


Kashan è un'antica città iraniana situata sulla strada che porta da Teheran ad Isfahan in una zona arida in prossimità del deserto Dasht-e-Kavir. Una delle attrazioni più belle della città sono le case tradizionali che risalgono al XVII secolo. La loro struttura si basa sul fatto che le famiglie benestanti non amavano mostrare la facciata del palazzo in cui abitavano a tutti i passanti, ma il cortile, il giardino e l’edificio stesso dovevano essere  occultati agli sguardi indiscreti. Dalla strada, così come dall’ingresso, tutto quel che si può vedere è un muro alto 4 metri che non lascia intravedere nulla dell’interno. 

Il principale materiale da costruzione impiegato per queste case è l'argilla impastata con la paglia che offre un ottimo isolamento termico in tutte le stagioni e si dice anche che quando è umida sia in grado di produrre ossigeno. 

Il sistema di condizionamento funziona attraverso le torri del vento (o acchiappa vento, i "Badgirs"), alte strutture capaci di espellere l'aria calda durante il giorno e di immettere aria fredda durante la notte, per semplice differenza di pressione. L'aria si muove all'interno di condutture e passa attraverso ampie bocchette installate nei punti strategici, talvolta nei pressi di vasche piene di acqua, per amplificare l'effetto raffreddante. 

Le porte di accesso ai palazzi erano sempre in numero dispari, generalmente 3, 5 o 7 e siccome non venivano utilizzate tende, per  abbellire l'ambiente si utilizzavano vetri colorati con i quali venivano realizzati veri e propri mosaici. L'apertura avveniva facendo scorrere la porta verso l'alto, all'interno di un apposito vano. Le finestre funzionavano allo stesso modo e non esistevano cerniere di alcun tipo.

Il sistema di distribuzione dell'acqua, utilizzava prevalentemente il principio dei vasi comunicanti e raggiungeva ogni punto della casa attraverso una rete di canali.

La cella frigorifera si trovava invece nei sotterranei della casa ed era raffreddata sfruttando in modo oculato l'aria trasportata dalle torri del vento.

Il centro storico di Kashan è interessante non solo per le case tradizionali, ma anche per la pittoresca rete di stretti vicoli, dove antiche porte presentano ancora il doppio batacchio differenziato per uomini e donne (producendo un suono diverso, aiutano chi si trova nell'abitazione a capire se sta bussando un uomo o una donna).

Un'altra attrazione turistica a Kashan molto interessante è il giardino persiano di Bagh-e Fin, completato verso la fine del XVI secolo e considerato come il giardino più antico dell'Iran. Il giardino Bagh-e Fin ha una rete di canali dove scorre continuamente acqua, centinaia di fontane da dove l'acqua sgorga naturalmente per differenza di pressione, senza l'uso di alcuna pompa. 


mercoledì 20 marzo 2024

Ramadan nel mondo: Dubai


Il Ramadan è un appuntamento importante per i musulmani di tutto il mondo e coincide con il nono mese del calendario islamico, quando sono state rivelate al Profeta Maometto le prime parti del Corano.  A Dubai le commemorazioni del mese sacro avvengono all'insegna di preghiera, digiuno e solidarietà. Per capire meglio i rituali del Ramadan, ecco come si svolge un tipico giorno durante il mese sacro:

  Suhoor: il primo pasto

Prima dell'alba, i musulmani si svegliano per pregare e riunirsi per il suhoor, preparandosi così a una giornata di digiuno, che comincia con l'adhaan (il richiamo alla preghiera) del mattino. Nei giorni feriali, il suhoor si consuma spesso a casa in famiglia, mentre nel fine settimana gli abitanti della città si dirigono verso le tende allestite per l'occasione o nei ristoranti che propongono il suhoor, sia per i musulmani che per i non musulmani. Alcuni restano aperti fino a poco prima dell'alba, mentre molti sono aperti soltanto dalle 9 di sera all'1 di notte.

  Siyam: il digiuno

Siyam che significa "astenersi" corrisponde alle ore del digiuno. Durante il Ramadan, i musulmani devono astenersi da mangiare, bere e fumare tra l'alba e il tramonto. Oltre a praticare l'astensione fisica, i devoti devono astenersi anche da cattivi pensieri, azioni e parole. Il digiuno è un modo per ripulire il corpo e l'anima dalle impurità e rifocalizzare la mente verso l'adorazione, la redenzione e la gratitudine. Digiunare insegna anche a mettersi nei panni di chi è meno fortunato. Nelle case, le cucine diventano operose per la lenta preparazione dell’iftar.

  Iftar: la rottura del digiuno

Al calar del sole (preghiera Maghrib), tutta la città aspetta che gli spari dei cannoni segnino la fine del digiuno e la proclamazione dell'iftar. Le persone in tutta Dubai, così come i musulmani in tutto il mondo, rompono tradizionalmente il digiuno con un sorso d'acqua e una manciata di datteri. Le case diventano incredibilmente ospitali, mentre hotel e ristoranti danno il meglio di sé per proporre ricche prelibatezze. Durante il mese sacro, decorazioni arabesche sfavillanti illuminano tutta la città al tramonto.

  Taraweeh: le preghiere

La notte che Allah rivelò al Profeta Maometto i primi versetti del Corano é la notte della rivelazione, nota come Laylat Al Qadr (la notte del Destino), la cui data esatta è sconosciuta, anche se si pensa che si verifichi in una notte dispari degli ultimi dieci giorni di Ramadan. E’ la notte in cui le preghiere valgono l'equivalente di 1.000 mesi di devozione. Le Isha (preghiere notturne) e le Taraweeh (preghiere serali prolungate durante il Ramadan) sono molto importanti. Per commemorare la rivelazione del Corano, i musulmani leggono ogni giorno durante il Ramadan un trentesimo del libro sacro così, entro la fine del mese, avranno letto e recitato l’intero Libro Sacro. Le preghiere sono divise in tre fasi o ashra. I primi dieci giorni sono dedicati alla pietà, i secondi dieci giorni al perdono e gli ultimi dieci spiegano come proteggersi dalla dannazione.

  Zakat: L’elemosina

L'elemosina è uno dei cinque pilastri dell'Islam ed è particolarmente importante durante il Ramadan e le celebrazioni dell’ Eid. Il governo e le grandi organizzazioni portano avanti iniziative speciali e ciascun individuo fa la sua parte per aiutare i meno fortunati.

giovedì 22 febbraio 2024

Le danze turche



La musica popolare turca, originatasi nelle aree steppose dell’Asia centrale e tramandata grazie agli asik, che cantavano di villaggio in villaggio, si basa su una scala di 24 note per ottave, anziché 12, influenzando i ritmi che sono derivati da questa radice comune. Su questa musica e su queste melodie di difficile esecuzione si sono innestate una serie di danze, nate nei diversi villaggi turchi, ognuna delle quali rispecchia caratteristiche tipiche del luogo in cui ha avuto origine. Pur ritrovando, infatti, un denominatore comune nello stile e nel ritmo e in parte nei movimenti, ogni regione ha la sua danza, in cui confluiscono tradizioni e aspetti culturali peculiari di quella regione. Ecco quindi che nella regione dell’Anatolia centrale, meridionale e sud orientale si balla l’halay, in cui un danzatore guida la danza agitando un fazzoletto. Sempre nell’Anatolia centrale è diffusa un’altra danza ancora, la danza del cucchiaio, in cui danzatori di entrambi i sessi fanno risuonare coppie di cucchiai di legno a ritmo di musica. Nella Tracia invece, cioè nella parte europea della Turchia, è tipica la Karsilama, ossia la danza dell’accoglienza di origine balcanica. E poi ancora, nella regione dell’Egeo, troviamo le danze zeybek, eseguite da danzatori soli oppure in compagnia che simboleggiano l’eroismo e il coraggio. Nelle regioni del Mar Nero è invece di casa la danza horon, una danza molto vigorosa in cui gli uomini, solitamente vestiti di nero, si tengono sottobraccio e si muovono seguendo le vibrazioni del “kemence”, una forma primitiva di violino.

sabato 27 gennaio 2024

La leggenda della Moschea di Sidi Ibrahim. Algeria.


Ba Messaoud, un uomo pio e molto rispettato, fu prigioniero su un’isola, lontano dalla sua famiglia, per più di vent’anni. Dalla sua cella poteva vedere solo uno squarcio di cielo e il povero uomo si lamentava senza speranza. Sentiva la mancanza del suo paese, dei suoi palmeti e temeva che i suoi conoscenti lo credessero morto.Una sera, disse la sua quinta preghiera, si addormentò e fece un sogno straordinario. Un vecchio sceicco fatiscente e traballante, stringendo in mano un bastone decorato, si fermò davanti a lui e disse: "Selmek, Ba Messaoud, io sono Sidi Ibrahim, lo sceicco dimenticato. Sono morto da molto tempo e nessuno si ricorda di più di me….vuoi rivedere la tua famiglia, il tuo popolo e il tuo palmeto? fammi una promessa e ti darò la libertà riportandoti a M’zab!” Ba Messaoud ascoltò in atteggiamento di grande deferenza. "Domani", continuò lo sceicco, "ti porteranno al mare per eseguire dei lavori. Le guardie non saranno molto attente perché i cani le assistono. Ti daranno frattaglie per il pasto. Fai attenzione a non mangiarle e appena vedi l’opportunità, corri il più velocemente possibile verso il mare. I cani ti inseguiranno ma tu gli lancerai le frattaglie e poiché sono mal nutriti si fermeranno per mangiarli così tu potrai continuare la tua corsa verso il mare”. Poi gli consegnò il bastone. “Quando arriverai a EL-Atteuf, salirai in cima alla collina e lancerai  il bastone al vento. Dove si pianterà, costruirai una moschea in mio nome.” Quando si svegliò, Ba Messaoud stringeva in mano il bastone finemente decorato. Il giorno dopo, come previsto, le guardie lo portarono a lavorare in una cava vicino al mare e fece come gli aveva detto lo sceicco. Corse verso il mare, gettando le sue frattaglie ai cani che si fermarono a divorarle, poi chiuse gli occhi, continuando a correre e pregando Allah affinché si prendesse cura della sua anima. Quando si svegliò, sentì per la prima volta intorno a sé le voci di uomini che, nella sua lingua, recitavano il Corano. Ba Messaoud, era avvolto nella sua kachabia rigata, il cappuccio sul volto ed era seduto appoggiato a un pilastro. Quando entrò l'imam, riconoscendolo dalla sua voce, Ba Messaoud capì che si trovava a Melika. La preghiera stava per cominciare, ma l’imam fermo in mezzo alla moschea disse: "È un giorno di gioia per noi, fratelli. Uno dei nostri è tornato: ho “sentito” Ba Messaoud.”  “Ba Messaud? Impossibile, imam! È prigioniero da più di vent'anni e di lui non abbiamo più notizie: basti dire che è morto” replicarono i fedeli.  Ostinato l'imam, girava a grandi passi per la stanza della moschea, sollevando i cappucci delle kachabia per guardare sotto. Quando Ba Messaoud si alzò e baciò la mano dell'imam, sorpresa e gioia colsero gli assistenti. Dopo la preghiera Ba Messaoud raccontò  la vicenda e lo sceicco Sidi Ibrahim venne ricordato. La gente si pentì di averlo lasciato nell’oblio. Secondo la consuetudine, si formò immediatamente un gruppo di giovani costruttori per aiutare Ba Messaoud a mantenere la sua promessa. Partirono con lui per El-Atteuf, salirono dritti sulla cresta della collina, proprio in cima al paese e Ba Messaoud lanciò il bastone che si conficcò in una duna di sabbia. Ma come costruire sulla sabbia? Si chiesero i costruttori. Ba Messaoud decise che la notte poteva portare consiglio e che era giunto il momento di rivedere la sua famiglia. La storia non dice se Ba Messaoud ebbe un altro colloquio notturno con lo sceicco dimenticato ma assicura che, il giorno dopo, tutta la duna di sabbia poggiava sull'altro lato della collina, dove si trova ancora oggi e il bastone era conficcato nella roccia, proprio contro la tomba dello sceicco Sidi Ibrahim. Ecco come è stata costruita la sua moschea.