martedì 25 dicembre 2012

La Sacra Ka'ba



La Ka’ba (letteralmente il “cubo” in arabo) è una struttura in pietra antica che si trova all’interno della Grande Moschea della Mecca, in Arabia Saudita. Per i musulmani di tutto il mondo è il luogo più sacro della terra, quello che tutti loro sognano di poter visitare almeno una volta nella vita, quello verso cui bisogna rivolgersi per le preghiere quotidiane. Le sue origini e la data di costruzione si perdono nella notte dei tempi.
Secondo la tradizione islamica, la prima Ka’ba fu costruita da Adamo dopo la cacciata dal Paradiso terrestre; travolta poi dal diluvio universale, fu ricostruita da Abramo e dal figlio Ismaele i quali murarono nell’angolo sud-orientale dell’edificio la Pietra Nera ( Al-hajar Al –aswad), che avevano ricevuto dall’Arcangelo Gabriele. 
Secondo un’altra tradizione la Ka’ba fu costruita per la prima volta in cielo, duemila anni prima della creazione del mondo, dove ancora rimane il modello originario. Adamo poi la ricostruì sulla terra, in un punto posto esattamente al di sotto del luogo che l’originale occupava in cielo. Egli usò per costruirla pietre tratte dalle cinque montagne sacre: Sinai, al-Judi, Hira, Olivet e Libano. Diecimila angeli furono incaricati di sorvegliare la struttura che fu però distrutta al momento del diluvio, rendendo così necessaria la ricostruzione da parte di Abramo.
Sebbene fosse stata costruita come casa di culto monoteista, durante il tempo del Profeta Maometto, venne rilevata dagli arabi per ospitare i loro numerosi dei tribali. Fu nel 630, dopo anni di persecuzione e di esilio, che Maometto, tornato con i suoi seguaci alla Mecca, riuscì a distruggere i 360 idoli esposti all'interno della Ka'ba facendola tornare luogo di culto monoteista. 
Prima dell'avvento dell'Islam era di dimensioni assai più contenute, oggi misura 10 x 12 metri di lato e 15 metri di altezza; è coperta da un enorme telo di broccato nero chiamato Kiswah, che viene  rifatto e sostituito una volta all'anno e sul quale sono ricamate le parole della professione di fede .
L'ingresso è permesso solo agli inservienti e alla famiglia reale Saudita che ne ha la custodia. All'interno, vi è un pozzo, ormai essiccato, che anticamente era chiamato al-Akhsaf o al-Akhshaf, ed era destinato a raccogliere il sangue delle vittime sacrificali. 
Il pavimento è ricoperto di marmo bianco, i muri sono rivestiti fino a metà altezza di marmo rosa mentre   la parte restante e il soffitto sono coperti di stoffa verde decorata con alcuni versetti del Corano. Al centro, come sopporto del soffitto, ci sono tre colonne di legno alte 9 metri e scolpite con incisioni d’oro. Il soffitto è decorato con lampadari, che risalgono all’epoca Ottomana; fatti di vetro, argento e rame hanno anch’essi inciso alcuni testi del Corano. Di fronte alla parete nord ovest, ma non collegato con l’edificio della Ka'ba, c’è un muro di marmo bianco semi circolare si chiama Higr Ismail. Questo spazio gode di una speciale considerazione perché all'interno di esso si trovano le tombe di Ismaele e sua madre Hagar. Durante il pellegrinaggio annuale ("Hajj") , i musulmani camminano intorno alla Ka'ba in senso antiorario (un rituale conosciuto come "tawaf").

lunedì 10 dicembre 2012

Matrimoni nel mondo islamico: usanze e tradizioni.



Sapevate che:
il momento più spettacolare della cerimonia nuziale in Iran, è quando davanti ai due sposi seduti su tronetti leggermente rialzati, i parenti sollevano un grosso specchio, consentendo ai due sposi di vedersi per la prima volta fianco a fianco dopo il “si”. In questo paese, dove  le donne sono obbligate a indossare il chador quando escono di casa, le nozze vengono spesso celebrate in casa per consentire alle spose di vestire abiti occidentali al riparo da sguardi indiscreti. In Kirghizistan è l’uomo  a decidere la donna che vuole sposare, e per convincerla ricorre alla tradizione: rapirla. Lei ha tre giorni di tempo per respingerlo e tentare di fuggire, trascorsi i quali non ha altra scelta che seguirlo all’altare. In Turchia per festeggiare le nozze si usa sparare in aria e quanto più è grande e potente l’arma, tanto più è considerata ben augurale per gli sposi.
In Afghanistan, nel giorno del loro matrimonio, i due sposi sono tenuti a stare a debita distanza. In una stanza festeggiano gli uomini, nell’ altra le donne. Curiosa anche l’usanza di non ricevere regali, ma di doverli fare a tutti gli invitati: mandorle per gli uomini e simboli del lavoro domestico per donne. Gli invitati maschi gettano petali di fiori sugli sposi e le donne regalano una sciarpa che li avvolgerà, simbolo di indissolubilità. Servire mandorle durante il ricevimento nuziale è una tradizione che resiste in molti paesi arabi. Ciascun invitato ne deve ricevere cinque. Le mandorle rappresentano i cinque desideri sacri per il matrimonio, che includono felicità, ricchezza e longevità. Il cuore della mandorla rappresenta i tempi duri che la coppia dovrà affrontare durante il matrimonio, mentre la parte dolce rappresenta l’amore. Vengono date cinque mandorle anche perché il cinque è un numero dispari e i numeri dispari non possono essere divisi, un simbolo dell'unione della coppia.