giovedì 28 giugno 2018

Il nome del convertito



La conversione all'Islam è considerata come una nuova nascita, una rigenerazione spirituale, dunque l'adozione di un nuovo nome è un atto assolutamente naturale.
La nuova identità, data dal nome arabo scelto, viene utilizzata soprattutto all'interno della Ummah, mentre per la "burocrazia" del proprio paese rimane in uso il nome precedente.
Il nome può essere scelto dal convertito stesso in funzione delle sue affinità spirituali o delle sue aspirazioni, oppure può essere suggerito dai fratelli o dalle sorelle Musulmani/e, solitamente da qualcuno che è stato spiritualmente vicino al nuovo "Muslim".
Si può scegliere un nome arabo che abbia una corrispondenza di senso con l'originale, ad esempio Nûrah per Lucia; Karîma per Adele = nobile. La corrispondenza può essere stabilita anche in funzione del suono  come Safiyya per Sofia o Farîd per Alfredo.
Se il nome di origine si riferisce ad un personaggio biblico o evangelico se ne potrà adottare la forma araba; avremo Dawud per Davide, Yûsuf per Giuseppe, Yahyâ per Giovanni e Maryam per Maria.
Naturalmente si può scegliere anche un nome assolutamente diverso da quello di nascita.

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