domenica 9 luglio 2023

Il mantello di Maometto


Il mantello di Maometto (Kherqa) è una reliquia situata nel Kirka Sharif a Kandahar , in Afghanistan . È un mantello che si crede sia stato indossato dal profeta islamico Maometto durante il Viaggio notturno nel 621 d.C. ed è rinchiuso all'interno della moschea, custodito dalla stessa famiglia da oltre 250 anni. I suoi guardiani hanno tradizionalmente mostrato il mantello solo ai leader riconosciuti dell'Afghanistan, ma in tempi di grande crisi come i disastri naturali, è stato mostrato pubblicamente come mezzo di rassicurazione. Il mantello fu donato ad Amir Ahmad Shah Durrani (considerato il fondatore dell'Afghanistan moderno) da Amir Murad Beg di Bukhara (nell'attuale Uzbekistan) nel 1768 al fine di consolidare un trattato tra i due capi. Un racconto alternativo afferma che quando Ahmad Shah si recò a Bukhara e vide il mantello di Maometto, decise di portarlo con sé a Kandahar. Chiese quindi ai custodi se poteva prenderlo in prestito, ma loro, preoccupati che potesse tentare di rimuoverlo da Bukhara, gli risposero che non poteva uscire dalla città. Si dice quindi che Ahmad Shah abbia indicato una pesante pietra ben piantata nel terreno, dicendo che non avrebbe mai allontanato il mantello dalla pietra. I custodi, gratificati dalla risposta, gli porsero il mantello. Ahmad Shah prese quindi il mantello, ordinò di scavare la lastra di pietra e li portò entrambi con sé a Kandahar, dove la pietra ora si trova vicino al suo mazar (tomba). 

domenica 18 giugno 2023

Munkar e Nakir


Munkar e Nakir nell'escatologia islamica , sono angeli che mettono alla prova la fede dei morti nelle loro tombe.I musulmani credono che dopo la morte di una persona , la sua anima passi attraverso uno stadio chiamato barzakh. Barzakh è una parola araba che significa "ostacolo", "separazione",  o "barriera". Nell'Islam , denota il luogo che separa i vivi dall'aldilà o una fase/"stadio" tra la morte di un individuo e la sua resurrezione nell' “Aldilà”. Nakir e Munkar, a funerale e sepoltura terminati, hanno il compito di sostenere l'anima del defunto in posizione verticale nella tomba e porgli tre domande:

  1. Chi è il tuo Signore?
  2. Qual’ è la tua religione?
  3. Chi è il tuo profeta?

Un credente retto risponderà correttamente, dicendo che il suo Signore è Allah, che Maometto è il suo profeta e che la sua religione è l'Islam. In questo caso il tempo trascorso in attesa della risurrezione sarà piacevole e potrà entrare in paradiso. Chi invece non risponderà come sopra descritto sarà castigato fino al giorno del giudizio. Si crede che il fuoco dell’inferno possa già essere visto in barzakh e che il dolore spirituale causato da questo possa portare alla purificazione dell’anima.

venerdì 12 maggio 2023

Santuario Shah-e Mardan e il mantello del Profeta



Il santuario di Sakhi Shah-e Mardan o Ziyarat-e Sakhi è situato nell'area di Karte Sakhi a Kabul, in Afghanistan, ai piedi della collina Asamayi, ora meglio conosciuta come Television Hill. È associato al luogo in cui fu portato il mantello del Profeta Maometto e alla visita di Ali, genero e cugino di Maometto, che sarebbe diventato il quarto Califfo e primo dei Dodici Imam. La storia (o leggenda) narra che il mantello abbia fatto sosta in questo santuario nel percorso verso la sua posizione attuale nel Santuario del Mantello a Kandahar. Si racconta che il mantello sia stato tessuto dallo stesso Maometto con l'aiuto di sua figlia Fatima , suo genero Ali , e dei loro figli, Hasan e Husayn e che fu lasciato in eredità a Uwais al-Qarani, il quale, dopo la morte del Profeta, portò il mantello alla Grotta di Hira su Jabal al-Nour, dove Maometto ricevette la sua prima rivelazione. Qui vi rimase fino a che  non fu portato a Baghdad da Shaykh al-Uliya Qutba al-Atqiya. Non avendo ancora trovato giusta dimora, il mantello fu poi trasferito a Samarcanda, poi in India e successivamente nell'ovest dell'odierno Afghanistan a Juzgun (ora Fayzabad) nel  Badakhshan, dove fu  costruito un forte per ospitare l'indumento in modo sicuro. Dopo settantanove anni, nel 1181/1767-8, Ahmad Shah Durrani (considerato il fondatore del moderno Afghanistan), decise di spostare il mantello nella capitale Kandahar, affidandone il trasferimento a un gruppo di uomini molto devoti. Durante il viaggio il gruppo si fermò al confine della città di Kabul per riposare e per permettere alla gente del posto di vedere il mantello. Un giorno notarono un uomo vestito di verde che pregava accanto ad esso e la terza notte lo sognarono nuovamente vicino al mantello. Quando estrasse la spada dal fodero e la posò su una roccia vicina, notarono che la sua lama aveva una doppia punta e la identificarono come la spada di Imam Ali. Al loro risveglio, capirono che in quel punto doveva essere costruito un santuario e la roccia su cui si crede che Ali abbia deposto la sua spada è ora racchiusa in questo edificio. Ahmad Shah patrocinò la costruzione della prima struttura, con una cupola sopra la roccia. Il mantello vi rimase per otto mesi, prima di continuare il suo viaggio verso Kandahar, dove si trova ancora oggi. Una seconda cupola fu aggiunta al santuario commissionata dalla madre di Amanullah Khan ( re dell’Afghanistan) nel 1919, mentre le altre quattro furono aggiunte durante i lavori di ristrutturazione avvenuti tra il 2008 e il 2016. Ogni anno, fuori dal santuario si tiene la festa popolare di Nowruz , durante la quale viene innalzato un grande stendardo in ricordo dell'Imam Ali. È possibile accedere a un piccolo santuario sotterraneo dal lato femminile dell'edificio. Scavata nella roccia, una stretta scala conduce a una piccola camera simile a una caverna dove le donne lasciano petizioni e offerte votive. Sul lato maschile, c'è una reliquia dell'impronta della mano. Il santuario è visitato principalmente da Hazara , una comunità sciita. In gran parte a causa di ciò, il santuario è stato vittima di una serie di attacchi significativi, tra cui l' attentato suicida di Kabul del marzo 2018.

sabato 22 aprile 2023

Il matrimonio turco: usi e costumi

Il matrimonio in Turchia è regolato da alcune tradizioni che non possono essere in nessun modo violate e sono molto diverse da quelle di altri paesi. All’interno della stessa Turchia ci sono diversi modi di celebrare questo evento che dura normalmente 40 giorni. 

• Fasi del matrimonio
Innanzitutto, lo sposo insieme alla sua famiglia, chiede la mano della futura sposa. Per farlo deve portare con sé i suoi parenti più anziani. Di solito andare alla messa del giovedì o della domenica è buon augurio... o almeno questo è quello che credono i turchi.
Lo sposo "costa" solo un corredo d'oro e non ha altre spese da pagare, come invece accade negli altri paesi arabi.
La condizione necessaria perché il matrimonio sia completato, è quella di imparare a memoria il Corano. Infatti, la sposa spesso richiede come dote allo sposo di memorizzare una "sura" del Corano.

Il caffè con il sale
Una delle più celebri tradizioni del matrimonio turco vuole che la sposa aggiunga del sale al caffè dello sposo e che lui abbia il coraggio di assaggiarlo e berlo tutto come simbolo di amore e apprezzamento per la sua donna. Dopo questa prova di coraggio che dimostra la volontà dell'uomo ad accettare qualsiasi cosa voglia la sua futura sposa, lo sposo regala alla sua donna delle rose e un semplice anello di fidanzamento.
 
• Il fidanzamento
Non è un evento sfarzoso, anzi è molto economico. Tutto ciò che deve fare l'uomo è portare due anelli, uno per la futura sposa e uno per lui e legarli insieme con dei nastri rossi. Dopodiché la mamma della ragazza romperà il filo a rappresentanza del fatto che la figlia sta per cominciare una nuova vita lontana dalla casa del padre.

• Il giorno dell' hennè
Il "giorno dell' hennè" è quello che precede il matrimonio. È un giorno molto importante perché è il momento in cui la sposa canta per salutare la sua vecchia casa ma specialmente è il giorno in cui amici e parenti si dedicano alla decorazione della sposa con l'henné rosso. In questa occasione la donna indossa un vestito rosso, simbolo di gioia e felicità. Anche lo sposo partecipa e festeggia insieme alla sua donna togliendole il velo rosso che le copre il viso poi la festa continua per tutta la notte durante la quale la coppia gioisce insieme.

• La notte del matrimonio
Si tratta di un giorno speciale per tutti, sia amici che familiari, che, paradossalmente, si preparano a questo evento da molto tempo prima rispetto agli sposi. La festa comincia al mattino quando lo sposo va a prendere la sposa a casa di suo padre. Una delle principali usanze turche è quella di guardarsi allo specchio prima di andar via di casa. Significa che la strada per lei è ormai decisa e che il suo matrimonio durerà a lungo.
In Turchia alle future spose viene regalata una cintura rossa da indossare durante la celebrazione del matrimonio. Il rosso è il simbolo dell'amore, ma per loro simboleggia felicità, fortuna e sessualità. 

sabato 4 marzo 2023

Il taarof iraniano


Il taarof, è l'insieme di regole che gli iraniani seguono quando hanno a che fare con le persone e secondo queste regole, bisogna essere estremamente gentili e umili, sia con i conoscenti che con gli estranei. Il taarof è considerata l'arte dell'educazione eccessiva.
Ad esempio se un iraniano vi offre qualcosa, dovreste rifiutarlo parecchie volte, ma se insiste tre volte  allora dovrete accettarlo. Quando viene offerto del cibo o una bevanda, è consuetudine rifiutare educatamente all'inizio, come fosse con un regalo. Tuttavia, non importa quante volte si rifiuti, la tazza di tè verrà messa davanti a voi e il vostro piatto sarà pieno di cibo delizioso. 
E’ allora che dovrete mostrare il vostro apprezzamento ringraziandolo adeguatamente per il suo tempo, impegno e cura e molto probabilmente risponderà con "ghaubeleh nadaureh" (non è niente), ma è consuetudine continuare a insistere su quanto  si è riconoscenti. Oltre a portare fiori e "shirini" (dolci), il modo più comune per dire grazie è "merci", ma per mostrare la vostra gratitudine in modo più formale, la frase "sepas gozauram" farà la differenza. È anche comune dire "daste toon dard nakone", che si traduce direttamente in "che le tue mani non facciano male". Sebbene la traduzione in inglese non abbia perfettamente senso, vuol dire che riconoscete il duro lavoro svolto e ringraziate per i loro sforzi. L'utilizzo di taarof nel pagamento al personale di servizio, come un tassista, potrebbe inizialmente creare confusione. Anche se voi avete concordato l'importo del pagamento  con il tassista, non appena saliti in macchina, quando il viaggio è terminato e il pagamento viene offerto, è consuetudine che il tassista rifiuti. “Ghabeleh shoma ra nadaureh” (per te è gratis), potreste sentirvi dire, ma non appena cercherete di scendere dal taxi vi bloccheranno con un rapido "Khoob, merci!" (Ok, grazie!), È consuetudine che anche il personale di servizio rifiuti il pagamento due o tre volte, il tutto aspettandosi che il pagamento alla fine sia completato. Mentre taarof in questo caso sembra confondere e non essere necessario per chi non ha familiarità con la cultura iraniana, mostra quanto sia importante mostrare il massimo rispetto e la massima cortesia a tutti. 

venerdì 10 febbraio 2023

Moschea La perla - Dubai


Il design della Dubai Iconic Mosque "Dubai Pearl” ha lo scopo di fondere l' eredità islamica con la tradizione locale degli Emirati Arabi Uniti, e riflettere la visione moderna di Dubai. 

La tradizione locale si concretizza nel design ispirato alla perla e alla conchiglia. La pesca delle perle era infatti la principale fonte di vita nella vecchia Dubai e faceva parte della cultura degli Emirati Arabi  che risale a circa 7.000 anni fa. L’esterno della moschea si presenta come una conchiglia con una grande perla che forma la cupola della moschea stessa e funge da lucernario durante il giorno per illuminare la sala di preghiera principale, mentre si trasforma in lanterna la sera. 

L’eredità islamica  la si trova nelle otto porte che sono state ispirate dalla convinzione che nell'Islam ci siano 8 porte del paradiso e 8 angeli che reggono il trono. Gli archi formano il guscio  e si fondono insieme, per unirsi nel Mihrab dove l'imam guida le preghiere. 

La visione moderna di Dubai : fondere la tradizione locale e il simbolismo islamico in una forma iconica moderna è stata una grande sfida per i progettisti; l'astrazione dell'idea è stata la soluzione che hanno trovato per questo progetto. La forma è stata semplificata in tre elementi, Il guscio che forma le otto porte, la perla che funge da cupola e luce del cielo, e infine il minareto che emerge dalla terra per svanire nel cielo creando una forma di vela che trasmette il messaggio pacifico del fedele e lo trasforma in un'icona spirituale. Il progetto ha un'area costruita di 10.000 m² composta dalla moschea principale, che può ospitare 7500 fedeli, un blocco di alloggi e il seminterrato che include il centro culturale, la zona delle abluzioni e il parcheggio. 

https://amazingarchitecture.com/mosque/iconic-mosque-in-dubai-united-arab-emirates-by-lyx-arkitekter

martedì 10 gennaio 2023

Deserto di Lut: il posto più caldo della terra

Dasht-e Lut

Dasht-e Lut, è il nome di un vasto deserto di sale, che si trova nell’Iran sudorientale e precisamente nella provincia di Kerman e in quella di Sistan e Baluchistan. È considerato uno dei deserti più estesi del mondo, infatti, è lungo ben 480 km e largo 320 km, con una superficie di circa 51.800 chilometri quadrati. Durante la stagione umida delle piogge primaverili, l’acqua scorre giù dalle vicine montagne di Kerman ed inonda la zona, ma in un lasso di tempo molto breve essa si prosciuga, lasciando solo rocce, sabbia e sale. In questa zona, oltre alla sabbia e alle dune, che possono raggiungere i 300 metri d’altezza, si trovano anche diverse creste rocciose, nonché numerose gole e doline. Questo luogo è noto in particolare, per essere il più caldo della terra, infatti le misurazioni effettuate dalla Nasa, tra il 2003 e il 2010, hanno dimostrato il raggiungimento di una temperatura da record di 70,7 °C, la più alta mai registrata sul nostro pianeta.
Gandom Beryan

La zona a più alta temperatura di questo deserto è il Gandom Beryan, un pianoro di circa 
480 km² interamente ricoperto da rocce basaltiche nere e per questo noto anche come  il deserto nero. Il nome Gandom Beryan, che in persiano significa “grano abbrustolito”, fu dato negli anni ’50. Secondo una leggenda locale questo nome,  deriverebbe da un incidente accaduto ad una carovana con cammelli che stava attraversando il deserto portando un carico di grano da Shahdad a Khorasan. A seguito dell’incidente, il grano dovette essere abbandonato nel deserto e pochi giorni dopo i conducenti di un’altra spedizione che trovarono il carico abbandonato, notarono che i chicchi erano bruciati a causa del caldo. Da allora il colle prese il nome attuale. L'ecosistema del deserto è stato finora inesplorato a causa delle condizioni che non perdonano. Inoltre, la maggior parte dei ricercatori ritiene che il deserto non valga lo sforzo di essere studiato in quanto potrebbe non sostenere alcuna vita all'interno. Tuttavia, una squadra che ha sfidato il deserto ha scoperto un ecosistema perfettamente funzionante. Ci sono diversi insetti, volpi del deserto e rettili. Alle domande su come l'ecosistema si regge, si  possono trovare risposta negli uccelli migratori morti e in un bacino poco profondo di acqua salata. Ovviamente, c'è ancora molto da esplorare poiché questi due cose non possono essere le sole che sostengono l'ecosistema, ma la conoscenza è un inizio considerando che non ce n'era prima.

https://www.youtube.com/watch?v=qm3PcF9GafU

sabato 10 dicembre 2022

Bilmawn

Spesso indicato come l'Halloween del Marocco, «Bilmawn», «Bu-jelloud» o anche «Hrrma», viene celebrato abitualmente dopo la festa di Eid al-Adha. Figure vestite di pelle di pecora e capra sfilano indossando maschere macabre e ballando al ritmo della musica Gnawa. Questa festa popolare è profondamente radicata nella storia del Marocco e sebbene non sia celebrata in ogni area del paese, si può trovare in luoghi come le regioni di Tiznit, Agadir e Amazigh nel sud e le montagne del Rif nel nord. In alcune zone il festival è stato trasformato in un carnevale locale della durata di sette giorni e ampliato con concerti di musica popolare. Accompagnati da una dozzina di persone mascherate, i « Bilmawens» si travestono utilizzando pelli di capra e/o pecora, tingendosi il viso con il carbone o indossando maschere. Intorno a questi personaggi tanto spaventosi quanto strani, la folla preme, a volte esilarante, a volte timorosa. Flauti, percussioni, danze e canti accompagnano il corteo per la città. Vengono lanciate pietre contro i Bilmawen che risponde all'affronto scherzando, seminando gioia e spavento nei vicoli e nelle piazze. Vagano per le strade del quartiere, andando di porta in porta chiedendo soldi o pelli di pecora e capra. Alcuni dicono che toccare la pelle indossata dai Bilmawens porti fortuna. I ricercatori affermano che l'usanza è una tradizione antica e ha le sue origini in Africa, ispirata dalle leggende di un mostro vestito di pelle che terrorizzava le persone in aree remote.

https://www.youtube.com/watch?v=QU55CXSTEnk

mercoledì 2 novembre 2022

Turchia: lo spettacolare e unico gelato elastico di Maraş

Si chiama “dondurma” il gelato tipico turco  e pare sia originario della Regione attualmente chiamata Kahramanmaraş in Anatolia meridionale. Ha poco a che vedere con il nostro gelato. Più denso, elastico e filante, viene servito al termine di un autentico show. Chi è stato in Turchia, avrà certamente notato i folkloristici gelatai delle aree turistiche che, con il loro gilet con ricami dorati e fez, richiamano a gran voce i clienti e con la loro lunga speciale paletta metallica battono in modo ritmato sul bordo dei contenitori dei gelati e sulle campanelle che pendono dall’alto. Più che gelatai sono dei veri e propri giocolieri, ognuno con la sua routine che può durare anche oltre 2 minuti, inscenano un vero e proprio spettacolo, porgendo allo stupito cliente il cono senza gelato, il gelato senza cono, dandogli il cono e riprendendosi il gelato, lasciandolo con il solo tovagliolino di carta in mano, e altro. Riescono a gestire alla perfezione piccole quantità così come a tirare fuori dal contenitore l'intera massa di dondurma. 

https://www.youtube.com/watch?v=p-UsVZ2Hi1A

Chiaramente, non si tratta di un gelato “normale” (come viene inteso in quasi tutto il mondo) ma della versione moderna di uno già popolare alla corte ottomana, prodotto secondo una ricetta rimasta segreta per vari secoli. I suoi ingredienti base di solito sono: panna o latte intero, panna montata, zucchero, salep (una farina derivata dai tuberi essiccati di alcune orchidee selvatiche, con funzione addensante, che rende il gelato semisolido e resistente allo scioglimento anche alle alte temperature estive) e mastice di Chio, una resina che si raccoglie facendo piccole incisioni sul tronco delle piante dalle quali sgorgano le gocce di “mastice". Si narra che il Maraş Dondurması risalga a più di tre secoli fa e che sia la conseguenza di un errore, poiché in origine il salep era consumato come bibita calda con latte e zucchero. Si narra che una sera, un commerciante del posto, abbia dimenticato la sua bibita e durante la notte, quest’ultima si sarebbe gelata. Al risveglio, l’uomo, ricordandosi della bibita, con l’aiuto di un bastoncino provò a tirarla fuori dal contenitore. Fu sorpreso nel vedere la trasformazione della bibita in un impasto cremoso ed elastico con un gusto straordinario. Da allora, i commercianti di Maraş hanno lavorato e migliorato la ricetta, rendendola unica al mondo. 



martedì 4 ottobre 2022

Le abluzioni nell'Islam (parte seconda) : Il ghusl o abluzione maggiore

L'abluzione maggiore o ghusl si esegue:dopo aver avuto un rapporto coniugale anche non completo,
dopo l’emissione di liquido seminale,
in caso di polluzione (emissione spontanea e involontaria di liquido seminale durante il sonno).
Per la donna, oltre dopo aver avuto un rapporto coniugale, anche alla fine del periodo del ciclo mestruale e 40 giorni dopo il parto (periodi durante i quali non si può eseguire la preghiera né toccare il Sacro Corano).
Il ghusl consiste in un bagno completo (o doccia), dalla testa ai piedi  e si esegue lavandosi per 3 volte con acqua.
Prima di tutto si formula mentalmente (o anche pronunciandola, ma questo fuori dalla stanza da bagno) l’intenzione di purificarsi, con la formula “Bismillahi ar-Rahmani ar-Rahim” (nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso).
Ci si lavano le mani per tre volte.
Poi le parti intime per tre volte con la sola mano sinistra
Si rilavano le mani sempre tre volte.
Si esegue el-wudù (tralasciando il lavaggio dei piedi, che si esegue al termine del ghusl, quindi compiendolo solo fino alla pulizia delle orecchie. La sunna del Profeta, comunque, indica anche che si possono lavare i piedi anche in questo momento. Sono quindi validi entrambi i modi di agire.
Al termine del ghusl si pronuncia la Shahada (la testimonianza di fede, che consiste nel dire “ashadu anna laa ilaha illa Allah wa ashadu anna Muhammadun rasulu Allah  (non c’ è dio oltre Allah e Mohammed è il Suo Profeta), azione che permette il perdono da parte di Allah dei peccati minori commessi in precedenza.
Facciamo presente che in caso di freddo particolarmente intenso, il ghusl viene considerato completo anche esprimendo l’intenzione di eseguire questa lavanda in nome di Allah e versando l’ acqua su tutto il corpo per una volta soltanto, e che in caso di mancanza di acqua o di malattia è possibile sostituirlo con il Tayammum. 
Il tayammum può essere un metodo di purificazione alternativo solo quando si è impossibilitati all’uso dell’acqua, ad esempio se ci si trova in posti dove non e disponibile acqua pulita oppure se si è malati e il bagnarsi può arrecare o aggravare problemi di salute. Solo in questi casi il tayammum può sostituire sia il ghusl(abluzione maggiore) che il ‘wudù (abluzione minore).

Come si esegue il Tayyammum.

Si deve formulare l’intenzione(Niyyah) di compiere abluzione al fine di prepararsi alla preghiera, dicendo “Bismillahi ar-Rahmani ar-Rahim” (nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso).

Battere contemporaneamente e una sola volta il palmo di entrambe le mani su della terra pulita. Se non si dispone di essa il tayyammum può essere fatto anche con sabbia o con una pietra liscia e pulita.

Scuotere la terra dalle mani, in modo che non ne rimangano residui.

Strofinare il viso.

Strofinare con il palmo della mano sinistra la mano e il braccio destro fino al gomito.

Strofinare con il palmo della mano destra la mano e il braccio sinistro fino al gomito.

Così si è pronti per fare l’orazione.

mercoledì 7 settembre 2022

Che cos'è il tasbih .

Quando si viaggia attraverso i paesi musulmani, soprattutto arabi, è comune vedere uomini che tengono il tasbih o masbaha (tespih o tesbih in turco) nelle loro mani. Il tasbih è simile ad un rosario ed è usato per pregare. Si usa un po’ ovunque: per strada, in moschea, sui mezzi pubblici. I modelli di tasbih sono composti da 99+1 grani, da 33+1 e infine da 10+1 grani. Ciascun grano rappresenta uno dei “99 Nomi di Allah” e ogni decina viene divisa da uno più grande o diverso dagli altri. L’ultimo grano è a forma longitudinale e chiude la catena. Questa partizione permette di mantenere il conteggio delle proprie invocazioni, per la recita dei versi del Corano e per meditare. La preghiera viene recitata come segue: 33 volte "Subhan Allah" (Gloria a Dio), 33 volte "Al Hamdu lilah" (Lode a Dio) e 33 volte "Allahu Akbar" (Dio è il più grande), che è pari a 99, il numero di grani nel tasbih. Questo atto devozionale (dhikr), si racconta sia stato insegnato da Maometto alla figlia Fatimah. L'uso del tasbih si diffuse ovunque a partire dal VII sec d.C., molto probabilmente grazie al contatto tra i musulmani e i monaci buddisti dell’India che usavano il Mala (Mālā) per contare i loro mantra. In Europa nel corso del XIII° secolo inizia a diffondersi, come strumento per conteggiare le preghiere, il rosario. Probabilmente potrebbe essere il risultato di oltre due secoli di incontri - avvenuti durante le Crociate - dove i cattolici vedevano i musulmani maneggiare il tasbih. 

venerdì 29 luglio 2022

Le abluzioni nell'Islam (parte prima) : abluzione minore

O voi che credete! Quando vi lavate per la preghiera, lavatevi il volto, le mani [e gli avambracci] fino ai gomiti, passate le mani bagnate sulla testa e lavate i piedi fino alle caviglie . Se siete in stato di impurità, purificatevi…” (Corano, sura 5, versetto 6)

Dopo la rivelazione di questo versetto, Allah  stabilì che il musulmano dovesse essere puro e pulito per eseguire la Salat, la preghiera,(uno dei Cinque Pilastri dell'Islam), altrimenti non sarebbe stata considerata valida. 

La purificazione (Taharat) è di due tipi : abluzione minore (al-Wudù) e abluzione maggiore (al-Ghusl).

Al Wudù ( Abluzione Minore). 

-Formulare l’intenzione(Niyyah) di compiere l’abluzione al fine di prepararsi alla preghiera, pronunciando “Bismillahi ar-Rahmani ar-Rahim” (nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso).

-Lavare per tre volte le mani fino ai polsi.

-Con la mano destra, prendere un po’ d’ acqua e sciacquare la bocca per tre volte consecutive.

-Mentre si sciacqua il naso passare bene le dita al di sopra dello stesso per far fuoriuscire tutti i residui.

-Prendere l’ acqua con le due mani e lavare il viso per tre volte, attaccatura dei capelli e mento compresi.

-Iniziando dall’avambraccio destro, lavarsi fino al gomito (mani comprese) facendo scorrere l’ acqua sopra esso, avendo cura di strofinare un poco.

-Prendere l’acqua con le mani e strofinare il capo dalla fronte alla nuca per tre volte.

-Pulire accuratamente con le dita umide le orecchie per tre volte, internamente ed esternamente.

-Lavare il piede destro fino alla caviglia, facendovi scorrere l’ acqua e strofinando sempre per tre volte, avendo cura di pulirsi bene fra le dita.

-Ripetere l’operazione con il piede e la caviglia sinistra.

Terminano così le fasi del wudù (abluzione minore). E’ molto importante ricordare che il wudù non deve necessariamente essere ripetuto a meno che esso non venga annullato.

Atti che annullano l'abluzione minore:

-dopo aver espletato le proprie funzioni corporali.

-sonno profondo.

-Perdita di coscienza per qualunque ragione.

Contatto con qualsiasi parte del corpo con urina o feci (per esempio, nel caso della mamma quando cambia il pannolino del proprio bambino. N.B. Se il bambino viene allattato esclusivamente con il latte materno, anche se si venisse a contatto con i suoi escrementi, il wudù non verrebbe annullato).



martedì 24 maggio 2022

Le cupole dell’isola di Hormuz


Nel sud dell'Iran, sul Golfo Persico, esiste un'isola conosciuta per i suoi colori. Si chiama isola di Hormuz ma è soprannominata isola arcobaleno in riferimento alla sabbia multicolore che la rende una popolare località turistica. Qui lo studio ZAV Architects ha progettato un piccolo insediamento composto da cupole multicolori che riflettono il paesaggio colorato e la topografia del luogo per creare case e servizi vari per la comunità . Il “Majara Residence,così si chiama questo complesso di cupole, è parte del più ampio progetto Presence in Hormuz 02”: un manifesto politico e sociale nato per sensibilizzare e mostrare una reale alternativa politica ed economica all’unica attività redditizia dell’isola: il traffico illegale di petrolio. Per costruire le case a cupola, ZAV Architects ha utilizzato il processo SuperAdobe del famoso architetto iraniano Nader Khalili, la tecnica innovativa e semplice che utilizza terra battuta e sabbia. Le contenute dimensioni delle cupole rende la loro costruzione compatibile con le capacità costruttive degli artigiani locali e dei lavoratori non specializzati che sono stati coinvolti come parte fondamentale del processo di costruzione del villaggio. Sia all’esterno che al loro interno le cupole sono caratterizzate da colori accesi, le cui variazioni sembrano differenziare le diverse funzioni degli ambienti e la soglia tra un colore e l’altro sostituisce l’alternativa a pareti divisori e porte. La maggior parte delle cupole forniscono alloggio ai residenti, mentre altre cupole ospitano aree comuni dove cenare, fare il bucato o pregare. Vi sono anche sale dedicate all’artigianato e persino un’area dedicata alle informazioni turistiche. 

https://www.youtube.com/watch?v=RYSMTjxrAUw

mercoledì 13 aprile 2022

Istanbul: La leggenda della Torre della Fanciulla.

La Torre della Fanciulla(in turco: Kiz Kulesi), si trova su un piccolo isolotto situato all’ingresso sud del Bosforo, 220 m al largo della costa asiatica presso Üsküdar, ad Istanbul. Fu costruita nel 408 a.C. dai Greci per controllare i movimenti delle navi persiane sul Bosforo e più tardi, nel 1110 d.Cfu ingrandita e trasformata in fortezza dall’imperatore bizantino Alessio Comneno. Sotto la dominazione ottomana, la torre fu usata per lo più come faro.  Ci sono diverse leggende che narrano la storia della Torre della Fanciulla e  la più famosa leggenda turca, racconta di un sultano che aveva una figlia molto amata alla quale un oracolo aveva predetto che sarebbe stata uccisa da un serpente velenoso nel giorno del suo diciottesimo compleanno. Il sultano, nel tentativo di ostacolare la precoce scomparsa della figlia,  fece  costruire nel bel mezzo del Bosforo la torre, ben distanziata dalla terra in modo da tenerla lontana da tutti i serpenti. La principessa, all'avvicinarsi del suo compleanno, si stabilì nella torre, dove poteva ricevere solo le visite del padre. Nel giorno del suo diciottesimo compleanno il sultano le portò un cesto di frutta esotica come regalo, ma nel paniere, tra la frutta, c’era proprio un serpente che morse la giovane principessa la quale morì tra le braccia di suo padre, esattamente come l’oracolo aveva predetto. Da qui il nome della torre dedicata alla Fanciulla. Oggi si può visitare e al suo interno c’è un grazioso ristorante con una vista incredibile sul Bosforo. “Maiden’s Tower Restaurant”.

Curiosità:

-la torre è stata utilizzata anche nel cinema popolare e nella televisione; ad esempio per le scene del film di James Bond, “Il mondo non basta”;

-durante l’epidemia di colera del 1830, la torre venne usata per i malati in quarantena, per evitare che l’epidemia si diffondesse nella città;

-dopo la conquista di Istanbul da parte dei turchi ottomani, la torre fu abbattuta e al suo posto ne fu costruita una in legno. Distrutta da un incendio nel 1719, fu fatta la ricostruzione fedele della torre in pietra per mano dell’architetto Nevşehirli Damat İbrahim Paşa;

-la “Torre della Fanciulla” è anche chiamata “Torre di Leandro”, ma è un nome inesatto, perché la costruzione è stata legata per errore al mito greco di Ero e Leandro. La sacerdotessa di Afrodite si gettò proprio da una torre, quando trovò in corpo esanime dell’amato sulla spiaggia; ma questa vicenda si svolge in realtà sui Dardanelli (Ellesponto), nelle vicinanze.

https://www.youtube.com/watch?v=mraSZRITSCc

martedì 29 marzo 2022

“Al Sham-Nassim” : la festa egiziana della primavera



“Al Sham-Nassim” è una delle più antiche e celebrate feste dell’’Egitto.
Letteralmente il suo nome vuol dire “annusare l’aria” e quindi simboleggia l’inizio della primavera e il cambiamento di clima che essa determina. È la festa della terra, la celebrazione della natura che in primavera raggiunge il suo massimo splendore.
Da circa due mila anni, la festa di Al Sham-Nassim viene festeggiata il lunedì dopo la Pasqua copta, che coincide con la data della Pasqua cristiana. Le origini di Al Sham-Nassim risalgono al tempo dei faraoni e si pensa che questa festa fosse collegata all’agricoltura egiziana e ai riti di fertilità. Molti studiosi affermano, infatti, che il nome deriva dall’antica stagione del raccolto in Egitto, che era appunto chiamata “Shamo”. In quel giorno, gli egiziani erano soliti donare pesce salato (simbolo di fertilità e benessere), lattuga e cipolle alle loro divinità, almeno così è scritto negli annali di Plutarco. L’offerta di primizie della terra era un modo per ringraziare gli dei del raccolto e della creazione della terra – si pensava infatti che il giorno di celebrazione dell’Al Sham-Nassim coincidesse con il giorno della creazione. 
Nonostante la derivazione pagana, oggi è una festa che unisce musulmani e copti e tutte le altre minoranze religiose presenti nel paese, come gli ebrei. Nell’antichità, la mattina del giorno di festa le donne spezzavano una cipolla e la odoravano, gli uomini invece facevano attività all’aperto perché lo scopo era quello di respirare aria pura (da cui deriva il suo nome) e fatto in quel particolare giorno di festa, pare che portasse dei benefici. 
A partire dal 1900, nel giorno di Al Sham-Nassim si usa fare gite fuori porta, recarsi lungo i laghi e i fiumi, nei prati e nelle radure per mangiare all’aperto, incontrare parenti e amici e godersi la brezza della primavera. In questo giorno si mangiano tre alimenti tradizionali: il pesce salato, le uova colorate bollite, le cipolle verdi e la lattuga. 
Il pesce salato tipico del giorno di Al Sham-Nassim è il “Fiseekh”, una varietà di pesce preparato in modo particolare per cui ha un odore molto forte e nauseante. Tramandato di generazione in generazione tra gli egiziani, il procedimento è davvero molto particolare e richiede quasi tre mesi. Il pesce appena pescato (solitamente cefalo, sardine, sgombri) viene appeso a testa in giù e lasciato così finché non si gonfia; quando è all’inizio dello stato di putrefazione il pesce viene messo in dei contenitori, coperto di sale e lasciato in salamoia per un paio di mesi. Il pesce è così pronto ed è caratterizzato da un odore nauseabondo, fortissimo e per questo molte persone di rifiutano di mangiarlo e lo sostituiscono con del tonno in scatola. Non mancano ogni anno le persone che finiscono in ospedale intossicate a causa del “Fiseekh” che provoca botulismo. 
Oltre al pesce, per il pranzo nel giorno di Al Sham-Nassim gli egiziani sono soliti mangiare uova sode il cui guscio esterno è  dipinto con colori sgargianti. Anticamente le uova erano appese nei templi poiché sono simbolo di nuova vita – quest’usanza ha dato poi vita all’attuale tradizione delle uova di Pasqua. 
Anche l’usanza di mangiare le cipolle verdi ha un significato legato alla vita. Pare che nei tempi antichi, gli egiziani mettevano delle cipolle negli occhi delle mummie perché sembra sarebbero state utili al defunto nella vita successiva. Oggi in Egitto è consuetudine diffusa usare le cipolle per tenere lontano il malocchio e prevenire l’invidia degli altri. La lattuga è un alimento che appartiene alla tradizione culinaria dell’Egitto fin dall’antichità. Essa rappresenta la speranza e viene mangiata nel giorno di Al Sham-Nassim come buon augurio per la primavera di cui si celebra l’inizio. 
Al Sham-Nassim è una festa molto allegra a cui tutti gli egiziani partecipano con entusiasmo. Le celebrazioni variano da regione a regione e spesso includono canti e balli folkloristici, parate militari e spettacoli di vario tipo. Il divertimento e l’allegria non mancano mai!