Quando si viaggia attraverso i paesi musulmani, soprattutto arabi, è comune vedere uomini che tengono il tasbih o masbaha (tespih o tesbih in turco) nelle loro mani. Il tasbih è simile ad un rosario ed è usato per pregare. Si usa un po’ ovunque: per strada, in moschea, sui mezzi pubblici. I modelli di tasbih sono composti da 99+1 grani, da 33+1 e infine da 10+1 grani. Ciascun grano rappresenta uno dei “99 Nomi di Allah” e ogni decina viene divisa da uno più grande o diverso dagli altri. L’ultimo grano è a forma longitudinale e chiude la catena. Questa partizione permette di mantenere il conteggio delle proprie invocazioni, per la recita dei versi del Corano e per meditare. La preghiera viene recitata come segue: 33 volte "Subhan Allah" (Gloria a Dio), 33 volte "Al Hamdu lilah" (Lode a Dio) e 33 volte "Allahu Akbar" (Dio è il più grande), che è pari a 99, il numero di grani nel tasbih. Questo atto devozionale (dhikr), si racconta sia stato insegnato da Maometto alla figlia Fatimah. L'uso del tasbih si diffuse ovunque a partire dal VII sec d.C., molto probabilmente grazie al contatto tra i musulmani e i monaci buddisti dell’India che usavano il Mala (Mālā) per contare i loro mantra. In Europa nel corso del XIII° secolo inizia a diffondersi, come strumento per conteggiare le preghiere, il rosario. Probabilmente potrebbe essere il risultato di oltre due secoli di incontri - avvenuti durante le Crociate - dove i cattolici vedevano i musulmani maneggiare il tasbih.
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