mercoledì 8 dicembre 2021

21 dicembre "La notte di Yalda"

La “Notte di Yalda” è una tipica festa iraniana celebrata nella notte più lunga dell’anno, il 21 dicembre. Segna il passaggio dall’autunno all’inverno in tutto l’emisfero nord e coincide col  giorno che noi definiamo “solstizio d’inverno”. Da quel momento in poi, le giornate iniziano ad “allungarsi”, e proprio per questo Yalda rappresenta la vittoria della luce sulle tenebre. Si tratta di una tradizione antichissima, risalente a più di 3000 anni fa, e poi ripresa dalle religioni Hindu, Mitraista e Zoroastriana, che celebrano la nascita di Mitra. Durante la “notte di Yalda” è usanza mangiare alimenti specifici: frutta disidratata come uvetta, albicocche, mele, prugne, pesche e frutta fresca  tra cui cachi, melograno, mele, uva, arance, limoni e angurie conservate dall’estate proprio in occasione di questa grande festa.Vi sono diversi piatti tipici tra cui il Fesenjan (uno stufato a base di pollo, noci, e salsa di melograno), l’Anar Polo (riso con melograno, pollo e pistacchi), la zuppa di melograno e il Kalam Polo(riso con cavolo, carne e spezie). Tutto questo cibo viene esposto in tavola a dimostrazione del fatto che la società non è intimorita dai giorni freddi che seguiranno, ma che anzi è pronta e preparata per entrare nella stagione invernale.Coincidendo con l’inizio dell’inverno, Yalda è anche un’occasione per celebrare la fine della stagione dei raccolti autunnali e pregare per la prosperità dell’anno successivo.Una tradizione comune alle varie regioni è quella di dedicare parte della serata alla lettura di alcune delle opere del poeta persiano in assoluto più amato dal popolo iraniano: Hafez. Gli iraniani credono che, aprendo a caso il libro di poesie di tale poeta, il passo che verrà letto darà informazioni sul futuro. La notte di Yalda è anche un’occasione di ritrovo tra parenti e amici, per rammentare eventi passati e condividere risate, suonare strumenti musicali, cantare e ballare in compagnia. In epoche antiche era un modo per onorare il sole, visto come una divinità da molte culture: anche dopo quella che sembrava essere una notte interminabile, il sole sorgeva di nuovo all’orizzonte.

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