martedì 22 maggio 2018

Ramadan nel mondo: le tradizioni del Qatar


MUBARAK ALEKOUM EL SHAHAR


cannon fire ramadan

L'atto del digiuno nel Ramadan è lo stesso per i musulmani di tutto il mondo, ma alcuni costumi e tradizioni differiscono da paese a paese così come ogni cultura e lingua ha il proprio modo di salutare amici e familiari per segnare l'inizio del mese sacro. In Qatar si dice “Mubarak alekoum el shahar”.
La vita in Qatar durante questo mese presenta due aspetti:
Il primo è la vita dei residenti stranieri che cercano di replicare i costumi e le tradizioni delle loro terre d’origine; sono infatti milioni le persone provenienti da vari paesi arabi e musulmani che abitano in questo stato.
Il secondo è la vita condotta da cittadini del Qatar, che si prendono cura di far rivivere le loro tradizioni e costumi secolari.
AL NAFLA
Due settimane prima dell'inizio del mese sacro, nel mezzo di Sha'ban (il 14° giorno del calendario Hijri) si celebra Al Nafla.
Al Nafla si basa sull'atto di dare e condividere. Le famiglie si riuniscono per preparare i piatti tradizionali. Il cibo viene poi distribuito ai vicini e ai poveri. Mentre si cucina per questa ricorrenza, si iniziano anche a preparare gli ingredienti per i piatti del mese di Ramadan e si ricordano i premi e le benedizioni associati al mese in arrivo.
E' una tradizionale festa per bambini celebrata dopo la rottura del digiuno nella quattordicesima notte del Ramadan. Vestiti con abiti tradizionali e portando  a tracolla una borsa decorata, i bambini camminano nei loro quartieri cantando la canzone di Garangao. Bussano alle porte per ricevere caramelle e noci. In passato si usava regalare riso e grano, ingredienti usati per un piatto tradizionale del Qatar chiamato Harees.
RAMADAN CANON
Un'altra caratteristica distintiva del Ramadan in Qatar è il suono dei cannoni che continua a segnare il tempo di rompere il digiuno mentre  la professione di Al-Musahhir, l’uomo che svegliava la gente per l’ultimo pasto prima dell’alba, è completamente scomparso. L’ uso del cannone permetterebbe, anche chi è lontano dalla città, di sentire il segnale e sapere che è il momento di rompere il digiuno.
Questo cerimoniale è trasmesso anche  in diretta su Qatar TV come indicazione della fine della giornata.
PIATTI TRADIZIONALI
Al-Harees è un piatto a cui nessuno rinuncia nel mese di Ramadan. Consiste in purea di grano mista a carne, burro chiarificato e cannella in polvere. Sempre presenti in tavola anche Ath-Thareed, pezzi di pane in brodo vegetale o di carne e  Al-Majboos , pollo cotto al forno nel riso. Non possono mancare nemmeno i dolci tradizionali come : Al-Muhallabiyyah, che consiste in riso e latte conditi con zafferano e cardamomo. Al-Luqaymaat, gnocchi dolci e Luqmatul-Qaadhi pasticcini fatti di pasta fritta impregnata di sciroppo, salsa di cioccolato o miele, con cannella e a volte cosparsi di sesamo o noci grattugiate. Subito dopo la preghiera Taraaweeh, gli uomini si riuniscono per il pasto di mezzanotte chiamato Al-Ghibqah. Dopo di che, trascorrono la serata in amichevole conversazione . Anche le donne si incontrano dopo Taraaweeh per serate piacevoli. Durante Al-Ghibqah, i piatti speciali serviti sono: Al-Mehammar, pesce fritto e riso cotto con lo zucchero, Al-Harees e Al-Madhroobah,mix di pesce salato, spezie e farina.


Garangao-Doha-Qatar

martedì 1 maggio 2018

La leggenda del Taj Mahal.



“Una lacrima di marmo ferma sulla guancia del tempo”: così il poeta Rabindranath Tagore definì il Taj Mahal, monumento simbolo dell'India e capolavoro senza eguali dell'arte persiana. Ogni giorno migliaia di visitatori restano a bocca aperta davanti a questo celeberrimo mausoleo, patrimonio UNESCO dal 1983, che si è guadagnato di diritto un posto fra le nuove sette meraviglie del mondo. Il Taj Mahal, il cui nome significa “ palazzo della Corona”, fu costruito come monumento dedicato all’amore eterno. Si racconta infatti, che l’imperatore mughal Shah Jahan aveva molte mogli, ma la sua favorita era la seconda moglie Arjumand Banu Begum, meglio conosciuta come Mumtaz Mahal (che in persiano significa “gioiello/eletta del palazzo”) principessa originaria della Persia. Quando lei morì nel 1631 a soli 38 anni, mentre accompagnava il marito durante una campagna militare nel sud dell’India a Behrampur, aveva appena dato alla luce il loro quattordicesimo figlio. La sua morte fu un vera tragedia per l’imperatore, tanto che, nel giro di pochi mesi, i suoi capelli e la sua barba diventarono completamente bianchi per il dolore.
Esistono varie leggende sulla decisione di edificare il Taj Mahal, una di queste racconta che prima di morire, Mumtaz Mahal chiese all’imperatore di farle quattro promesse nel caso in cui fosse morta prima di lui. Come prima promessa gli chiese di costruire il Taj Mahal; la seconda di risposarsi per dare una nuova mamma ai loro figli; la terza che sarebbe sempre stato buono e comprensivo con i loro figli; e infine la quarta, che avrebbe sempre visitato la sua tomba nell’anniversario della sua morte.
Di tutte queste promesse la prima sembra l’unica ad essersi avverata.
La costruzione del Taj Mahal, che sorge sulle rive del fiume Yamuna ad Agra, nell’India Settentrionale, iniziò nel 1632 e ci vollero ben 22 anni per essere completata. Vennero impiegati più di 1000 elefanti e ventiduemila persone tra cui l'architetto italiano Geronimo Veroneo che lavorarono sul progetto di Ustad Ahmad Lahauri. L'unico materiale locale utilizzato fu l'arenaria rossa che decora le diverse strutture del complesso. Tutto il resto fu fatto arrivare da lontano: il marmo bianco da Makrana, il diaspro dal Punjab, la giada e il cristallo dalla Cina. C’erano anche turchesi, lapislazzuli, e una lunga lista di altre pietre preziose, 28 tipi in totale, incastonati nel marmo per un costo di circa 32 milioni di rupie. Persino le impalcature erano pregiate: non di bambù, come si usava da quelle parti, ma di mattoni. Al termine dei lavori l'enorme struttura doveva essere smantellata, un'operazione che avrebbe potuto richiedere anni ma l'imperatore trovò una soluzione più veloce: chiunque avesse dato una mano, poteva tenersi i mattoni. In una notte, l'intero involucro fu smantellato, rivelando il tempio in tutto il suo splendore. Una meraviglia che non poteva rischiare di essere eguagliata: per questo Shah Jahan ordinò di mozzare i pollici agli scultori, di decapitare i progettisti e  amputare le mani a tutti i lavoratori impegnati nella titanica impresa.
Del resto anche a lui toccò una sorte non molto migliore: morì poco dopo la fine dei lavori, in prigione, dove il figlio lo aveva confinato per prenderne il posto. Gli fu concesso comunque l'onore di essere sepolto nel Taj Mahal, accanto alla sua amata. Almeno questo è ciò che racconta la leggenda.
Il Taj è rosato al mattino, bianco latteo alla sera e d’oro quando la luna splende. Sembra quasi che questi cambi di colore rispecchino la mutevolezza dell’umore femminile, o almeno così si dice in India.