giovedì 14 febbraio 2019

La poligamia e l'Islam




La poligamia è una pratica matrimoniale molto antica, tuttora ammessa in alcuni paesi, ma che è considerata reato nella legislazione della maggioranza degli stati odierni.
E’ da ricercare nell’Antico Testamento l’origine della poligamia nella religione Cristiana. La poligamia era stata introdotta per “proteggere” le donne, in maggioranza numerica rispetto agli uomini, quando esse erano orfane o vedove di conseguenza non in grado di provvedere a se stesse e quindi più facilmente prese di mira da “malintenzionati”. Era anche uno status: colui che sposava più donne era ricco, quindi potente, rispettato e accettato nella società per questo stesso motivo. Le ragioni, dunque, erano storiche, sociali e culturali oltre che religiose.
Diffusissima in Egitto, Persia, Assiria, Giappone, India e Russia, la poligamia era largamente praticata anche in Grecia. In Cina, ogni uomo aveva diritto ad avere fino a centotrenta mogli mentre presso i giudei, l’uomo poteva averne parecchie centinaia.
Ardeshir Babakan(fondatore della dinastia sasanide) e Carlo Magno (ottavo secolo dopo Cristo), avevano ognuno circa quattrocento donne nei loro harem, ma è proprio nel corso del regno di questo imperatore che la poligamia fu abolita dalla Chiesa in tutto il mondo cristiano.
La poligamia praticata dalle diverse tribù arabe, all'epoca del Jahiliyyah (l'ignoranza), era delle più rudi, poiché l'uomo, oltre a sposare più di una donna non teneva assolutamente conto dei suoi  diritti. 
L'Islam fu la prima religione a porre dei limiti a tutti gli eccessi riguardanti la poligamia, accettandola sotto precise condizioni, cosa che nessuna religione aveva fatto prima di allora; bisogna comunque sottolineare che, sebbene permessa, è molto sconsigliata nel Corano.
1) La prima condizione riguarda il numero massimo di donne che si possono sposare, cioè 4.
Prima della venuta dell'Islam, tale numero non aveva confini: un uomo poteva essere coniugato con centinaia di donne allo stesso tempo.
2) la seconda condizione riguarda l'equità e l'uguaglianza tra le mogli e l'assenza di ogni ingiustizia o oppressione.
Se un uomo non è in grado di comportarsi in modo perfettamente equo con tutte (e ciò è estremamente difficile che si realizzi), andrà contro l'ira del suo Signore.
3) La capacità di spendere a favore della seconda moglie e dei suoi figli. Se il musulmano è certo di non essere in grado di sopportare le spese implicate, deve evitare di prendersi una seconda moglie.
La poligamia nella società islamica è resa ufficiale da un atto legale che prescrive all'uomo di pagare una dote alla moglie; i figli che nasceranno da quest'unione sono riconosciuti dall'uomo come figli legittimi; il marito ha l'obbligo di sovvenire alle spese necessarie alla moglie e ai figli.
L'Islam, dunque, non ha legalizzato la poligamia per soddisfare i desideri illimitati degli uomini, ma per proteggere le donne in determinate situazioni.
Ad esempio l’esistenza di una moglie sterile mentre il marito desidera avere dei figli: cosa sarebbe preferibile fare? Prendere una seconda moglie mantenendo la prima o divorziare abbandonandola, senza che lei ne abbia colpa? oppure una moglie malata la cui malattia la rende incapace ad assumere le sue responsabilità di moglie: cosa sarebbe preferibile fare nell'interesse della donna? Avere una seconda moglie assistendo anche la prima oppure  divorziare abbandonandola o convivere con delle amanti?
Molti si chiedono come mai all’uomo è permesso avere più mogli, mentre la donna non può avere più di un marito. Questo perché nel caso della poligamia, i genitori dei bambini nati in un matrimonio possono essere facilmente identificati. E’ facile da identificare sia il padre che la madre. Ma se una donna sposa più di un uomo, solo la madre dei figli nati da tale matrimonio può essere identificata e non il padre. L'Islam attribuisce grande importanza alla identificazione di entrambi i genitori. Dato che il matrimonio in una delle sue fasi è un contratto legale tra la moglie e il marito, entrambi  i partner hanno il diritto di aggiungere qualsiasi condizione che pensano che li aiuterà a proteggere la loro vita futura e quindi se una donna non accetta la poligamia, può porre la condizione che il futuro marito non abbia altre mogli.  Sulla base di ciò, il marito deve impegnarsi a rispettare tale condizione  o non avrebbe alcun diritto di rifiutare il divorzio se la moglie lo dovesse chiedere.
Ciò che fa riflettere oggigiorno, è il fatto che la poligamia ancora praticata da alcuni popoli, sia additata come qualcosa di disdicevole che pone la donna ancor più in uno stato d'inferiorità rispetto all’uomo. Fa riflettere soprattutto poiché quest'affermazione è pronunciata da una società nella quale tutto è permesso. Anche se si cerca di nasconderlo, o far finta che non esista, la poligamia è praticata in tutte le società contemporanee, sotto il nome di amanti, di conviventi invece che sotto il nome di mogli. Non conosce limiti né regola giuridica: nessun obbligo finanziario o impegno materiale è prescritto all'uomo che coabita e convive con parecchie donne.

venerdì 1 febbraio 2019

La Grotta dei tre Ponti


Si chiama “Baatara Gorge Waterfall” ma è anche nota come  “Grotta dei tre Ponti” ed è una vera e propria meraviglia della natura. Si trova nel comune di Tannourine in Libano, vicino al piccolo villaggio di Balaa, a breve distanza dal Tannourine Cedar Reserve nei pressi del Monte Libano.La cascata in milioni e milioni di anni ha scavato un enorme buco nella roccia, una caverna aperta e profonda 250 metri il cui nome “Grotta dei tre Ponti” è stato dato a causa della sovrapposizione dei ponti naturali in calcare che sovrastano la bocca dell’abisso.
I geologi riferiscono che il ponte superiore sembra essere la formazione più antica e che i due ponti inferiori probabilmente si sono formati successivamente a causa della caduta di rocce e del calcare collassato. In alcuni punti, l'acqua cade ancora direttamente sul calcare e col tempo anche questo si consumerà. Lo spettacolo più incredibile si ha durante il disgelo del Monte Libano, quando la neve sciolta scende, con tutta la sua forza, a cascata con un salto di oltre 100 metri, nel grembo della montagna.I geologi sostengono che la formazione rocciosa risale a circa 160 milioni di anni fa, il che significa che era già presente nel periodo Giurassico, quando i dinosauri vagavano per la Terra. I ponti e la cascata sono diventati pubblici nel 1952, dopo che un biologo di nome Henri Coiffait scoprì e si interessò molto all'esistenza di questa meravigliosa bellezza naturale. Oggi è una popolare attrazione turistica ma si consiglia di essere estremamente cauti, poiché le scogliere sono scivolose e la roccia è piuttosto fragile; a volte grossi pezzi di ghiaccio cadono e rompono pezzi più grandi delle caverne e dei ponti pertanto non è permesso stare sul ponte a più persone per volta.