domenica 15 dicembre 2024

La poligamia nell'Islam. Parte terza. La diffusione

Le donne musulmane, dalla più osservante alla meno osservante, hanno letto e capito quanto recita il versetto coranico che tratta della poligamia, ma quando giunge il momento di metterlo in pratica, non sempre lo condividono. La prima moglie però non può impedire all’uomo di esercitare un diritto che gli viene direttamente da Dio, per cui o si adegua alla nuova situazione o chiede il divorzio. Capita che a volte decida di rimanere col marito e di aiutare nella crescita i figli della seconda moglie come se fossero suoi. In taluni casi accade persino che sia la prima moglie stessa a scegliere la seconda moglie per il marito. Naturalmente la sua scelta cadrà su una donna di suo gradimento, in modo da non creare conflitti in seno alla famiglia. Nel caso in cui la prima moglie, non sopportando di condividere il marito opti per il divorzio, la società la costringe a tornare a vivere con i genitori, con tutti i disagi che tale situazione indubbiamente comporta. L'Islam, nella sua interpretazione più coerente ai giorni d'oggi, ha concesso alla moglie (o al suo tutore matrimoniale – walî) il diritto di stipulare nel contratto di matrimonio (‘aqd) la clausola di non avere alcuna co-sposa. Se la moglie fa inserire nel contratto (in accordo con il marito) la clausola di non avere altre mogli, tale condizione sarà valida e dovrà essere rispettata.La moglie avrà, così, il diritto di annullare il matrimonio nel caso in cui il marito non rispetti la parola data.

fonte:https://www.fivedabliu.it/

La poligamia nell'Islam. parte prima

La poligamia nell'islam. parte seconda

mercoledì 27 novembre 2024

Dubai: la sua storia


Gli scavi realizzati a Hatta, Al Qusais e a Jumeirah indicano che la zona fu abitata 3000 anni prima di Cristo, ma non si parlò di Dubai come di una vera e propria città fino al 1833, l'anno in cui la tribù Bu Flasa, capeggiata dalla famiglia Maktoum, si stanziò nei dintorni di Dubai Creek il fiume naturale con 10 chilometri di lunghezza. Il modo di vita tradizionale era basato sull'allevamento del bestiame, la raccolta di dattili, la pesca e la raccolta di perle. L'economia di Dubai iniziò ad attivarsi nel 1894, quando Sheikh Saeed Al Maktoum potenziò il commercio. Uno dei principali prodotti che resero famosa Dubai furono le perle. Dai primi anni del Novecento, Dubai iniziò lentamente a crescere. Inizialmente, la popolazione si concentrò a Bur Dubai e a Deira ma, successivamente, occupò anche la campagna. Dubai crebbe grazie alla propria attività commerciale; nel 1908, a Deira già vi erano più di 350 negozi specializzati e 50 a Bur Dubai. La presenza e lo sviluppo di queste attività commerciali diede origine agli attuali souk. Si costruirono le prime moschee, che furono utilizzate inizialmente anche come scuole. La Seconda Guerra Mondiale portò anni di carestia, ma Sheikh Saeed Al Maktoum riuscì comunque a procurare cibo alle 20.000 persone che si trovavano a Dubai e firmò anche un accordo con il Governo Britannico per  la ricerca del petrolio. Negli anni ’50 Dubai iniziò a vendere il proprio oro e ampliò Dubai Creek, per la crescita del commercio marittimo. Alla fine degli anni ’60, con la scoperta del petrolio, la città già disponeva delle infrastrutture per poter crescere: erano stati costruiti ponti, strade, reti per l’approvvigionamento di luce ed acqua, un buon sistema di telecomunicazioni e l’aeroporto. Nel 1969, Dubai iniziò ad esportare il petrolio e in quell’anno già accoglieva 59.000 abitanti. La decade degli anni ’70 fu caratterizzata da una grande crescita demografica. L’alto prezzo del petrolio consentì a Sheikh Saeed Al Maktoum di iniziare a creare quella che è la Dubai di oggi. Nel 1971 si fondarono gli Emirati Arabi Uniti. Dagli anni ’80 Dubai prosperò economicamente. L’aeroporto fu ampliato per accogliere la recente aerolinea Emirates Airlines, e si costruirono complessi sportivi e di divertimento iniziando a pensare al turismo come fonte d’ingressi. In quest’epoca si scoprirono nuovi giacimenti di gas e petrolio nel deserto di Margham. Nel 1990, la città raggiunse la cifra di 550.000 abitanti e nello stesso anno, quando morì Sheikh Rashid bin Saeed, fu il figlio a prendere il suo posto. I suoi progetti, anche più ambiziosi di quelli del padre, portarono alla creazione della città che oggi conosciamo. Grazie agli sforzi del governo, attualmente l’economia di Dubai dipende solo da un 20% del petrolio. Il commercio e i servizi (incluso il turismo) sono la base della sua attuale economia. L’esenzione fiscale fece sì che molte imprese iniziarono a pensare a Dubai come propria sede operativa.

rif: https://www.scopridubai.it/storia

sabato 21 settembre 2024

La poligamia nell'Islam. parte seconda

Quattro sono i principali motivi evocati per giustificare la poligamia all’interno del mondo islamico ed arabo-islamico:

— Malattia grave ed incurabile della moglie. Nel caso in cui la moglie si ammali e sia impossibilitata ad avere una vita sessuale sana e regolare, il marito può prendere una seconda moglie, ma non volendo ferire la prima e desiderando dimostrarle riconoscenza, non divorzia da lei abbandonandola a sé stessa, visto che proprio a causa della sua malattia non potrà più risposarsi. Egli la manterrà quindi sotto la sua tutela morale ed economica, in particolare se gli ha dato dei figli.

— Sterilità della prima moglie. Lo stesso ragionamento vale anche nel caso di sterilità della prima moglie. Considerando che la donna non è per nulla responsabile, l’uomo può decidere di non divorziare. Ciò anche perché nella società araba è molto difficile per non dire impossibile che una donna divorziata a causa della sua sterilità possa trovare un marito. Se avverte il desiderio imperioso e legittimo di paternità, l’uomo può prendere una seconda moglie in grado di dargli dei figli.

— Freno alle relazioni extraconiugali. Per quanto a prima vista la cosa possa sembrare strana, nell’Islam la poligamia può costituire una soluzione al fenomeno delle relazioni extraconiugali, assolutamente vietate ad entrambi i sessi. Invece di figurare, per la religione e la società, come amante e non godere quindi di alcun diritto, oltre ad esporsi a critiche ed anche a pene severe, la donna preferisce sposarsi e condividere il marito con l’altra moglie. Essendo moglie a tutti gli effetti, la donna sarà tutelata dalla legge, darà ai suoi figli un padre e si garantirà accettazione sociale e sicurezza economica. L’uomo, dal canto suo, scegliendo la poligamia, non commette peccato per la religione né scorrettezza dinanzi alla società, come invece accadrebbe se decidesse di prendersi un’amante.

— Servizio alla comunità e al riequilibrio demografico. In caso di conflitti armati che durano anni, la società subisce un drastico sbilanciamento tra i due sessi per la morte di centinaia di migliaia di uomini con il risultato che circa altrettante donne, ancora giovani, vedono svanire la possibilità di trovare una figura maschile con cui fondare una famiglia o rimangono vedove, con o senza figli. Queste donne sarebbero condannate alla solitudine perché, se in Occidente la donna può comunque vivere la propria vita sessuale e magari anche decidere di avere figli senza doversi necessariamente sposare, ciò non è assolutamente possibile per le donne musulmane. È chiaro quindi che se la monogamia fosse regola imprescindibile, un gran numero di donne arabe musulmane sarebbero condannate ad una vita solitaria, dovendo rinunciare, insieme al matrimonio, alla sessualità e alla maternità.

fonte:https://www.fivedabliu.it/

La poligamia nell'Islam. parte prima

La poligamia nell'Islam. parte terza

domenica 25 agosto 2024

La moschea di fango di Larabanga

Nel nord del Ghana, nel distretto di Gonja Ovest, c’è una cittadina che si chiama Larabanga ed è nota per la moschea di fango realizzata nel 1421 in stile sudano-saheliano. E’ la moschea più antica del paese e tra le più vecchie dell’Africa Occidentale. Costruita con fango e canne, ha due torri di forma piramidale, dodici contrafforti di forma conica sull’esterno e legni orizzontali. Essendo realizzata con materiale deperibili, ogni anno richiede lavori di restauro, soprattutto dopo la stagione delle piogge. Tutti questi lavori di mantenimento ne hanno in parte modificato il design iniziale. Una tempesta del 2002 ha distrutto il minareto che è stato poi ricostruito grazie a una serie di fondi stanziati dal World Monuments Fund. I lavori di restauro hanno anche interessato l’intonaco cementizio e le strutture in legno che sono state sostituite. Racconti leggendari si sono tramandati da generazione in generazione, riguardo la nascita di questa moschea, si narra infatti che fu commerciante musulmano di nome Ayuba a ricevere in sogno le istruzioni per costruire la moschea. Ma quando si svegliò, trovò già le fondamenta realizzate per cui dovette solo completare l’opera. Ayuba sarebbe sepolto sotto un albero di baobab accanto alla moschea. Un’altra leggenda racconta, invece, che Larabanga fu fondata da Yidan Brajmah chiamato Ibrahim, arrivato in Ghana da Medina in aiuto di Ndewura per conquistare nuovi territori. In cambio di questo sostengo, a Ibrahim venne concesso di insediarsi in un luogo di sua scelta di tutto il regno. Dalla pietra mistica, considerata ancora oggi miracolosa e posta al centro di Larabanga, Ibrahim scagliò una lancia in cielo che cadde in una pianura in cui oggi si trova la moschea dove è conservata una copia del Corano e si narra che sia arrivata dal cielo su richiesta del fondatore. Ogni anno, in visita, arrivano pellegrini provenienti da tutta l’Africa.

lunedì 15 luglio 2024

La poligamia nell'Islam. Parte prima

La poligamia costituisce una realtà ben consolidata nella tradizione islamica. Gli uomini  possono avere fino a 4 mogli contemporaneamente mentre le donne possono avere solo un marito. Il versetto del Corano recita questo:“…Le donne sposatele, quelle che vi vanno a genio, due o tre o quattro, e se temete di non riuscire ad essere giusti, sposatene una sola” (Sura Al Nisaa’ IV vers. 3). Il matrimonio si contrae con una donna alla volta, nel corso della vita poi, a volte a distanza di anni, l’uomo può sposare altre donne. Spetta dunque all’uomo, secondo le proprie inclinazioni, decidere se limitarsi ad una moglie sola o ad usufruire appieno della licenza divina. Nel versetto citato, Dio pone come unica condizione alla poligamia la giustizia, ossia l’equità. Qualora l’uomo non si reputi in grado di trattare tutte le sue mogli con equità, dovrà limitarsi a prendere una sola moglie. Rispettare le condizioni di totale e assoluta equità è quasi impossibile; lo afferma un altro versetto del Corano: “Non riuscirete mai a essere del tutto imparziali fra le vostre mogli, anche se lo desiderate vivamente…” (Sura Al Nisaa’ IV vers. 129). Infatti, non solo ogni moglie deve avere esattamente ciò che hanno le altre - quindi quattro appartamenti, a meno che la casa del marito non sia sufficientemente grande per accoglierle tutte, quattro vacanze, quattro regali di anniversario e via dicendo - ma anche, e soprattutto, deve essere equo il tempo che il marito dedica alle consorti. L’unico aspetto per il quale non è richiesta l’equità è il sentimento. È infatti impossibile controllare i propri sentimenti e l’inclinazione del proprio cuore, ma Dio stesso raccomanda all’uomo che ha fatto la scelta della poligamia di non dedicarsi completamente ad una moglie trascurando le altre. 

fonte:https://www.fivedabliu.it/

La poligamia nell'islam. parte seconda

La poligamia nell'Islam. parte terza

mercoledì 12 giugno 2024

Cappadocia: i camini delle fate

 


I “camini delle fate” sono strutture geomorfologiche che nascono dalla roccia morbida di origine sedimentaria. Vengono chiamati in questo modo proprio a causa della loro forma: larga alla base e ristretta sulla punta. I più famosi sono sicuramente i camini della Cappadocia, in Turchia. Si trovano sopra un altopiano ad un’altezza di oltre mille metri e sono collocati esattamente fra le città di Avanos, Nevsehir e Urgup. La loro origine è davvero molto antica e risale a circa 30 milioni di anni fa.

Esiste una leggenda secondo cui, questi luoghi magici dall’aspetto fiabesco, un tempo, erano abitati da piccole creature fatate che si sarebbero occupate della realizzazione delle abitazioni. Il motivo che giustificherebbe questa leggenda è dovuta al fatto che la roccia è lavorabile con estrema facilità e quindi le fate non avrebbero avuto alcuna difficoltà a dar vita a questi rifugi che poi negli anni sarebbero diventati le abitazioni dei popoli del luogo.

In realtà i camini delle fate devono la loro formazione a due vulcani ormai inattivi: Erciyes e Hasan.Le eruzioni si sono susseguite nel corso degli anni (circa 30 milioni di anni) portando alla continua stratificazione lavica. L’insieme di lava e cenere ha generato i camini delle fate, modellati grazie all’azione continua e lenta delle piogge. Proprio l’acqua ha permesso di modellare la terra intorno alla roccia, creando forme insolite e paesaggi assolutamente unici. Il materiale che costituisce i camini è il tufo, estremamente friabile e soggetto a continui mutamenti.  I camini delle fate si formano, in genere, in aree desertiche e aride, con un clima prevalentemente caldo e secco. Altri camini delle fate molto conosciuti sono quelli del Bryce Canyon National Park, nello Stato dello Utah (USA).


                                                           Interno abitazione

sabato 20 aprile 2024

Kashan (Iran)


Kashan è un'antica città iraniana situata sulla strada che porta da Teheran ad Isfahan in una zona arida in prossimità del deserto Dasht-e-Kavir. Una delle attrazioni più belle della città sono le case tradizionali che risalgono al XVII secolo. La loro struttura si basa sul fatto che le famiglie benestanti non amavano mostrare la facciata del palazzo in cui abitavano a tutti i passanti, ma il cortile, il giardino e l’edificio stesso dovevano essere  occultati agli sguardi indiscreti. Dalla strada, così come dall’ingresso, tutto quel che si può vedere è un muro alto 4 metri che non lascia intravedere nulla dell’interno. 

Il principale materiale da costruzione impiegato per queste case è l'argilla impastata con la paglia che offre un ottimo isolamento termico in tutte le stagioni e si dice anche che quando è umida sia in grado di produrre ossigeno. 

Il sistema di condizionamento funziona attraverso le torri del vento (o acchiappa vento, i "Badgirs"), alte strutture capaci di espellere l'aria calda durante il giorno e di immettere aria fredda durante la notte, per semplice differenza di pressione. L'aria si muove all'interno di condutture e passa attraverso ampie bocchette installate nei punti strategici, talvolta nei pressi di vasche piene di acqua, per amplificare l'effetto raffreddante. 

Le porte di accesso ai palazzi erano sempre in numero dispari, generalmente 3, 5 o 7 e siccome non venivano utilizzate tende, per  abbellire l'ambiente si utilizzavano vetri colorati con i quali venivano realizzati veri e propri mosaici. L'apertura avveniva facendo scorrere la porta verso l'alto, all'interno di un apposito vano. Le finestre funzionavano allo stesso modo e non esistevano cerniere di alcun tipo.

Il sistema di distribuzione dell'acqua, utilizzava prevalentemente il principio dei vasi comunicanti e raggiungeva ogni punto della casa attraverso una rete di canali.

La cella frigorifera si trovava invece nei sotterranei della casa ed era raffreddata sfruttando in modo oculato l'aria trasportata dalle torri del vento.

Il centro storico di Kashan è interessante non solo per le case tradizionali, ma anche per la pittoresca rete di stretti vicoli, dove antiche porte presentano ancora il doppio batacchio differenziato per uomini e donne (producendo un suono diverso, aiutano chi si trova nell'abitazione a capire se sta bussando un uomo o una donna).

Un'altra attrazione turistica a Kashan molto interessante è il giardino persiano di Bagh-e Fin, completato verso la fine del XVI secolo e considerato come il giardino più antico dell'Iran. Il giardino Bagh-e Fin ha una rete di canali dove scorre continuamente acqua, centinaia di fontane da dove l'acqua sgorga naturalmente per differenza di pressione, senza l'uso di alcuna pompa. 


mercoledì 20 marzo 2024

Ramadan nel mondo: Dubai


Il Ramadan è un appuntamento importante per i musulmani di tutto il mondo e coincide con il nono mese del calendario islamico, quando sono state rivelate al Profeta Maometto le prime parti del Corano.  A Dubai le commemorazioni del mese sacro avvengono all'insegna di preghiera, digiuno e solidarietà. Per capire meglio i rituali del Ramadan, ecco come si svolge un tipico giorno durante il mese sacro:

Suhoor

Prima dell'alba, i musulmani si svegliano per pregare e riunirsi per il suhoor, preparandosi così a una giornata di digiuno, che comincia con l'adhaan (il richiamo alla preghiera) del mattino. Nei giorni feriali, il suhoor si consuma spesso a casa in famiglia, mentre nel fine settimana gli abitanti della città si dirigono verso le tende allestite per l'occasione o nei ristoranti che propongono il suhoor, sia per i musulmani che per i non musulmani. Alcuni restano aperti fino a poco prima dell'alba, mentre molti sono aperti soltanto dalle 9 di sera all'1 di notte.

  Siyam: il digiuno

Siyam che significa "astenersi" corrisponde alle ore del digiuno. Durante il Ramadan, i musulmani devono astenersi da mangiare, bere e fumare tra l'alba e il tramonto. Oltre a praticare l'astensione fisica, i devoti devono astenersi anche da cattivi pensieri, azioni e parole. Il digiuno è un modo per ripulire il corpo e l'anima dalle impurità e rifocalizzare la mente verso l'adorazione, la redenzione e la gratitudine. Digiunare insegna anche a mettersi nei panni di chi è meno fortunato. Nelle case, le cucine diventano operose per la lenta preparazione dell’iftar.

  Iftar: la rottura del digiuno

Al calar del sole (preghiera Maghrib), tutta la città aspetta che gli spari dei cannoni segnino la fine del digiuno e la proclamazione dell'iftar. Le persone in tutta Dubai, così come i musulmani in tutto il mondo, rompono tradizionalmente il digiuno con un sorso d'acqua e una manciata di datteri. Le case diventano incredibilmente ospitali, mentre hotel e ristoranti danno il meglio di sé per proporre ricche prelibatezze. Durante il mese sacro, decorazioni arabesche sfavillanti illuminano tutta la città al tramonto.

  Taraweeh: le preghiere

La notte che Allah rivelò al Profeta Maometto i primi versetti del Corano é la notte della rivelazione, nota come Laylat Al Qadr (la notte del Destino), la cui data esatta è sconosciuta, anche se si pensa che si verifichi in una notte dispari degli ultimi dieci giorni di Ramadan. E’ la notte in cui le preghiere valgono l'equivalente di 1.000 mesi di devozione. Le Isha (preghiere notturne) e le Taraweeh (preghiere serali prolungate durante il Ramadan) sono molto importanti. Per commemorare la rivelazione del Corano, i musulmani leggono ogni giorno durante il Ramadan un trentesimo del libro sacro così, entro la fine del mese, avranno letto e recitato l’intero Libro Sacro. Le preghiere sono divise in tre fasi o ashra. I primi dieci giorni sono dedicati alla pietà, i secondi dieci giorni al perdono e gli ultimi dieci spiegano come proteggersi dalla dannazione.

  Zakat: L’elemosina

L'elemosina è uno dei cinque pilastri dell'Islam ed è particolarmente importante durante il Ramadan e le celebrazioni dell’ Eid. Il governo e le grandi organizzazioni portano avanti iniziative speciali e ciascun individuo fa la sua parte per aiutare i meno fortunati.

giovedì 22 febbraio 2024

Le danze turche



La musica popolare turca, originatasi nelle aree steppose dell’Asia centrale e tramandata grazie agli asik, che cantavano di villaggio in villaggio, si basa su una scala di 24 note per ottave, anziché 12, influenzando i ritmi che sono derivati da questa radice comune. Su questa musica e su queste melodie di difficile esecuzione si sono innestate una serie di danze, nate nei diversi villaggi turchi, ognuna delle quali rispecchia caratteristiche tipiche del luogo in cui ha avuto origine. Pur ritrovando, infatti, un denominatore comune nello stile e nel ritmo e in parte nei movimenti, ogni regione ha la sua danza, in cui confluiscono tradizioni e aspetti culturali peculiari di quella regione. Ecco quindi che nella regione dell’Anatolia centrale, meridionale e sud orientale si balla l’halay, in cui un danzatore guida la danza agitando un fazzoletto. Sempre nell’Anatolia centrale è diffusa un’altra danza ancora, la danza del cucchiaio, in cui danzatori di entrambi i sessi fanno risuonare coppie di cucchiai di legno a ritmo di musica. Nella Tracia invece, cioè nella parte europea della Turchia, è tipica la Karsilama, ossia la danza dell’accoglienza di origine balcanica. E poi ancora, nella regione dell’Egeo, troviamo le danze zeybek, eseguite da danzatori soli oppure in compagnia che simboleggiano l’eroismo e il coraggio. Nelle regioni del Mar Nero è invece di casa la danza horon, una danza molto vigorosa in cui gli uomini, solitamente vestiti di nero, si tengono sottobraccio e si muovono seguendo le vibrazioni del “kemence”, una forma primitiva di violino.

sabato 27 gennaio 2024

La leggenda della Moschea di Sidi Ibrahim. Algeria.


Ba Messaoud, un uomo pio e molto rispettato, fu prigioniero su un’isola, lontano dalla sua famiglia, per più di vent’anni. Dalla sua cella poteva vedere solo uno squarcio di cielo e il povero uomo si lamentava senza speranza. Sentiva la mancanza del suo paese, dei suoi palmeti e temeva che i suoi conoscenti lo credessero morto.Una sera, disse la sua quinta preghiera, si addormentò e fece un sogno straordinario. Un vecchio sceicco fatiscente e traballante, stringendo in mano un bastone decorato, si fermò davanti a lui e disse: "Selmek, Ba Messaoud, io sono Sidi Ibrahim, lo sceicco dimenticato. Sono morto da molto tempo e nessuno si ricorda di più di me….vuoi rivedere la tua famiglia, il tuo popolo e il tuo palmeto? fammi una promessa e ti darò la libertà riportandoti a M’zab!” Ba Messaoud ascoltò in atteggiamento di grande deferenza. "Domani", continuò lo sceicco, "ti porteranno al mare per eseguire dei lavori. Le guardie non saranno molto attente perché i cani le assistono. Ti daranno frattaglie per il pasto. Fai attenzione a non mangiarle e appena vedi l’opportunità, corri il più velocemente possibile verso il mare. I cani ti inseguiranno ma tu gli lancerai le frattaglie e poiché sono mal nutriti si fermeranno per mangiarli così tu potrai continuare la tua corsa verso il mare”. Poi gli consegnò il bastone. “Quando arriverai a EL-Atteuf, salirai in cima alla collina e lancerai  il bastone al vento. Dove si pianterà, costruirai una moschea in mio nome.” Quando si svegliò, Ba Messaoud stringeva in mano il bastone finemente decorato. Il giorno dopo, come previsto, le guardie lo portarono a lavorare in una cava vicino al mare e fece come gli aveva detto lo sceicco. Corse verso il mare, gettando le sue frattaglie ai cani che si fermarono a divorarle, poi chiuse gli occhi, continuando a correre e pregando Allah affinché si prendesse cura della sua anima. Quando si svegliò, sentì per la prima volta intorno a sé le voci di uomini che, nella sua lingua, recitavano il Corano. Ba Messaoud, era avvolto nella sua kachabia rigata, il cappuccio sul volto ed era seduto appoggiato a un pilastro. Quando entrò l'imam, riconoscendolo dalla sua voce, Ba Messaoud capì che si trovava a Melika. La preghiera stava per cominciare, ma l’imam fermo in mezzo alla moschea disse: "È un giorno di gioia per noi, fratelli. Uno dei nostri è tornato: ho “sentito” Ba Messaoud.”  “Ba Messaud? Impossibile, imam! È prigioniero da più di vent'anni e di lui non abbiamo più notizie: basti dire che è morto” replicarono i fedeli.  Ostinato l'imam, girava a grandi passi per la stanza della moschea, sollevando i cappucci delle kachabia per guardare sotto. Quando Ba Messaoud si alzò e baciò la mano dell'imam, sorpresa e gioia colsero gli assistenti. Dopo la preghiera Ba Messaoud raccontò  la vicenda e lo sceicco Sidi Ibrahim venne ricordato. La gente si pentì di averlo lasciato nell’oblio. Secondo la consuetudine, si formò immediatamente un gruppo di giovani costruttori per aiutare Ba Messaoud a mantenere la sua promessa. Partirono con lui per El-Atteuf, salirono dritti sulla cresta della collina, proprio in cima al paese e Ba Messaoud lanciò il bastone che si conficcò in una duna di sabbia. Ma come costruire sulla sabbia? Si chiesero i costruttori. Ba Messaoud decise che la notte poteva portare consiglio e che era giunto il momento di rivedere la sua famiglia. La storia non dice se Ba Messaoud ebbe un altro colloquio notturno con lo sceicco dimenticato ma assicura che, il giorno dopo, tutta la duna di sabbia poggiava sull'altro lato della collina, dove si trova ancora oggi e il bastone era conficcato nella roccia, proprio contro la tomba dello sceicco Sidi Ibrahim. Ecco come è stata costruita la sua moschea.