Un film di Baham Ghobadi. Con Nezhad Ekhtiar-Dini, Amaneh Ekhtiar-Dini, Ayoub Ahamadi, Jouvin Younessi
e gli abitanti della città di Sardab e Banè. (Kurdistan, 2000)
“Il tempo dei cavalli ubriachi” è un film che mostra, in modo estremamente spiazzante, la vita di un popolo al limite della sopravvivenza. Siamo nel Kurdistan iraniano, in prossimità del confine con l'Iraq, dove non si lotta per avere una vita migliore, ma solo per avere un pezzo di pane o per comperare un quaderno. Qui si contrabbanda alcool ma si beve the, secondo i precetti islamici che vietano di bere alcolici, un divieto non prescritto ai muli (i cavalli del film), ai quali è fatto bere mischiato con acqua per sopportare il carico e il freddo della montagna. Ma, a volte, queste bestie, stordite e stremate dall’intruglio bevuto e dalla stanchezza, affondano nella neve e rimangano inermi e sfiancate a terra.
In questo luogo gelido, inospitale e punteggiato di campi minati vivono, in condizioni di estrema povertà, cinque tra fratelli e sorelle. Incartano bicchieri al mercato affinché non si rompano durante il trasporto o caricano sulla schiena enormi fagotti per poter guadagnare qualche soldo. Ayoub è il fratello su cui ricade la responsabilità della famiglia, subito dopo la morte del padre . Amaneh, la sorella minore, lo aiuta come può. C’è anche Madi, un ragazzo di quindici anni gravemente malato e menomato che gli altri fratelli adorano e proteggono. Secondo il medico che si reca al villaggio di tanto in tanto, Madi deve necessariamente subire un intervento chirurgico che gli permetterebbe di sopravvivere ma l’operazione costa molto. Ayoub allora decide di lavorare con i contrabbandieri per racimolare il denaro necessario all’intervento, ma nonostante i sacrifici e pur mettendo in pericolo la sua stessa vita, non riesce ad aiutare Madi. Una nuova speranza arriva da un iracheno che vuole sposare Rojin, la sorella maggiore. Pur di contrarre il matrimonio con la ragazza, l’uomo è disposto a contribuire economicamente permettendo a Madi di essere operato ma la sua promessa, non verrà mantenuta…....
Il regista Bahman Ghobadi, già assistente di Abbas Kiarostami e attore nel film di Samira Makhmalbaf “Lavagne”, in questa sua opera prima ci propone una storia vera con attori che sono i reali abitanti del villaggio. Una storia che ha anche ottenuto un effetto straordinario. Un'equipe medica italiana, facente parte di un’organizzazione di volontariato denominata WOPSEC, si è offerta di recarsi nel Kurdistan per operare Madi e gli altri bambini bisognosi.
Il film ha vinto la Camera d’Or al festival di Cannes 2000.