mercoledì 19 marzo 2025
La danza Al Ayyala
giovedì 27 febbraio 2025
Le date del Ramadan
Ogni anno le date del mese sacro per i musulmani variano. Corrispondono al calendario islamico e vengono determinate dopo l'osservazione del ciclo lunare. Questo fine settimana inizia il Ramadan, uno dei cinque pilastri dell'Islam, insieme alla preghiera, all'elemosina, al pellegrinaggio alla Mecca e alla professione di fede. Ma quando esattamente? Venerdì 28 febbraio o sabato 1 marzo? Esistono due modi per determinare questi giorni. L'usanza vuole che l'inizio e la fine del Ramadan vengano solitamente comunicati in occasione della "notte del dubbio", attraverso l'osservazione del cielo, per confermare la presenza della luna crescente che segna l'ingresso nel nono mese del calendario islamico, avvalendosi di strumenti astronomici e osservatori sparsi in diversi paesi musulmani, che conservano questa usanza. La seconda si basa su calcoli scientifici che permettono di prevedere con centinaia di anni di anticipo il momento in cui apparirà la nuova mezzaluna. Secondo il teologo e sociologo Omero Marongiu-Perria, questo metodo, adottato ufficialmente in Turchia e Malesia, viene sempre più introdotto anche in altri paesi musulmani. Per quest'anno 2025, anno 1446 del calendario egiriano, la notte del dubbio è prevista per venerdì 28 febbraio perché il calendario lunare islamico è diverso dal calendario solare gregoriano: i cicli lunari che determinano i mesi sono più corti di circa dieci giorni (da dieci a dodici giorni in meno), di conseguenza le date di inizio e fine del Ramadan vengono spostate indietro di circa dieci giorni ogni anno.
Sabato 1 marzo sarà l'inizio del mese sacro
Ramadan Kareem
a tutti i musulmani
mercoledì 29 gennaio 2025
Yemen: Haid Al-Jazil
Haid Al-Jazil è un villaggio arroccato su un masso a 350 piedi dal suolo. Si trova a Wadi Dawan, nella valle desertica dello Yemen, uno degli ambienti più ostili al mondo. In tutto il Paese non ci sono fiumi o laghi permanenti e l’unica fonte di acqua per le persone che vivono lontano dalla costa si presenta sotto forma di queste valli fluviali stagionali chiamate wadi che si riempiono d'acqua in determinati periodi dell'anno. Per questo motivo, vengono costruiti villaggi come Haid Al-Jazil al fine di sfruttare la maggior parte di queste fonti d'acqua temporanee. Le case di Haid Al-Jazil sono costruite con mattoni di fango e i pavimenti in legno separano un piano dall’ altro. Sebbene possano sembrare delle costruzioni “fragili”, sono in grado di resistere alle stagioni delle piogge che minacciano di lavare via tutto. Vengono costantemente ristrutturate e gli abitanti hanno sviluppato tecniche che consentono di realizzare case anche di 11 piani; alcune di esse esistono da più di 500 anni. La struttura geologica dei wadi rende le case estremamente calde, infatti questa valle desertica cinta da mura su entrambi i lati, trattiene il calore e tiene fuori la brezza. Altri villaggi simili a Haid Al-Jazil sono sparsi nel deserto dello Yemen. La città più famosa nei pressi del Wadi Hadramaut è Shibam, chiamata anche "la Manhattan del deserto".
domenica 15 dicembre 2024
La poligamia nell'Islam. Parte terza. La diffusione
Le donne musulmane, dalla più osservante alla meno osservante, hanno letto e capito quanto recita il versetto coranico che tratta della poligamia, ma quando giunge il momento di metterlo in pratica, non sempre lo condividono. La prima moglie però non può impedire all’uomo di esercitare un diritto che gli viene direttamente da Dio, per cui o si adegua alla nuova situazione o chiede il divorzio. Capita che a volte decida di rimanere col marito e di aiutare nella crescita i figli della seconda moglie come se fossero suoi. In taluni casi accade persino che sia la prima moglie stessa a scegliere la seconda moglie per il marito. Naturalmente la sua scelta cadrà su una donna di suo gradimento, in modo da non creare conflitti in seno alla famiglia. Nel caso in cui la prima moglie, non sopportando di condividere il marito opti per il divorzio, la società la costringe a tornare a vivere con i genitori, con tutti i disagi che tale situazione indubbiamente comporta. L'Islam, nella sua interpretazione più coerente ai giorni d'oggi, ha concesso alla moglie (o al suo tutore matrimoniale – walî) il diritto di stipulare nel contratto di matrimonio (‘aqd) la clausola di non avere alcuna co-sposa. Se la moglie fa inserire nel contratto (in accordo con il marito) la clausola di non avere altre mogli, tale condizione sarà valida e dovrà essere rispettata.La moglie avrà, così, il diritto di annullare il matrimonio nel caso in cui il marito non rispetti la parola data.
fonte:https://www.fivedabliu.it/
mercoledì 27 novembre 2024
Dubai: la sua storia
rif: https://www.scopridubai.it/storia
sabato 21 settembre 2024
La poligamia nell'Islam. parte seconda
Quattro sono i principali motivi evocati per giustificare la poligamia all’interno del mondo islamico ed arabo-islamico:
— Malattia grave ed incurabile della moglie. Nel caso in cui la moglie si ammali e sia impossibilitata ad avere una vita sessuale sana e regolare, il marito può prendere una seconda moglie, ma non volendo ferire la prima e desiderando dimostrarle riconoscenza, non divorzia da lei abbandonandola a sé stessa, visto che proprio a causa della sua malattia non potrà più risposarsi. Egli la manterrà quindi sotto la sua tutela morale ed economica, in particolare se gli ha dato dei figli.
— Sterilità della prima moglie. Lo stesso ragionamento vale anche nel caso di sterilità della prima moglie. Considerando che la donna non è per nulla responsabile, l’uomo può decidere di non divorziare. Ciò anche perché nella società araba è molto difficile per non dire impossibile che una donna divorziata a causa della sua sterilità possa trovare un marito. Se avverte il desiderio imperioso e legittimo di paternità, l’uomo può prendere una seconda moglie in grado di dargli dei figli.
— Freno alle relazioni extraconiugali. Per quanto a prima vista la cosa possa sembrare strana, nell’Islam la poligamia può costituire una soluzione al fenomeno delle relazioni extraconiugali, assolutamente vietate ad entrambi i sessi. Invece di figurare, per la religione e la società, come amante e non godere quindi di alcun diritto, oltre ad esporsi a critiche ed anche a pene severe, la donna preferisce sposarsi e condividere il marito con l’altra moglie. Essendo moglie a tutti gli effetti, la donna sarà tutelata dalla legge, darà ai suoi figli un padre e si garantirà accettazione sociale e sicurezza economica. L’uomo, dal canto suo, scegliendo la poligamia, non commette peccato per la religione né scorrettezza dinanzi alla società, come invece accadrebbe se decidesse di prendersi un’amante.
— Servizio alla comunità e al riequilibrio demografico. In caso di conflitti armati che durano anni, la società subisce un drastico sbilanciamento tra i due sessi per la morte di centinaia di migliaia di uomini con il risultato che circa altrettante donne, ancora giovani, vedono svanire la possibilità di trovare una figura maschile con cui fondare una famiglia o rimangono vedove, con o senza figli. Queste donne sarebbero condannate alla solitudine perché, se in Occidente la donna può comunque vivere la propria vita sessuale e magari anche decidere di avere figli senza doversi necessariamente sposare, ciò non è assolutamente possibile per le donne musulmane. È chiaro quindi che se la monogamia fosse regola imprescindibile, un gran numero di donne arabe musulmane sarebbero condannate ad una vita solitaria, dovendo rinunciare, insieme al matrimonio, alla sessualità e alla maternità.
fonte:https://www.fivedabliu.it/
domenica 25 agosto 2024
La moschea di fango di Larabanga
Nel nord del Ghana, nel distretto di Gonja Ovest, c’è una cittadina che si chiama Larabanga ed è nota per la moschea di fango realizzata nel 1421 in stile sudano-saheliano. E’ la moschea più antica del paese e tra le più vecchie dell’Africa Occidentale. Costruita con fango e canne, ha due torri di forma piramidale, dodici contrafforti di forma conica sull’esterno e legni orizzontali. Essendo realizzata con materiale deperibili, ogni anno richiede lavori di restauro, soprattutto dopo la stagione delle piogge. Tutti questi lavori di mantenimento ne hanno in parte modificato il design iniziale. Una tempesta del 2002 ha distrutto il minareto che è stato poi ricostruito grazie a una serie di fondi stanziati dal World Monuments Fund. I lavori di restauro hanno anche interessato l’intonaco cementizio e le strutture in legno che sono state sostituite. Racconti leggendari si sono tramandati da generazione in generazione, riguardo la nascita di questa moschea, si narra infatti che fu commerciante musulmano di nome Ayuba a ricevere in sogno le istruzioni per costruire la moschea. Ma quando si svegliò, trovò già le fondamenta realizzate per cui dovette solo completare l’opera. Ayuba sarebbe sepolto sotto un albero di baobab accanto alla moschea. Un’altra leggenda racconta, invece, che Larabanga fu fondata da Yidan Brajmah chiamato Ibrahim, arrivato in Ghana da Medina in aiuto di Ndewura per conquistare nuovi territori. In cambio di questo sostengo, a Ibrahim venne concesso di insediarsi in un luogo di sua scelta di tutto il regno. Dalla pietra mistica, considerata ancora oggi miracolosa e posta al centro di Larabanga, Ibrahim scagliò una lancia in cielo che cadde in una pianura in cui oggi si trova la moschea dove è conservata una copia del Corano e si narra che sia arrivata dal cielo su richiesta del fondatore. Ogni anno, in visita, arrivano pellegrini provenienti da tutta l’Africa.
lunedì 15 luglio 2024
La poligamia nell'Islam. Parte prima
La poligamia costituisce una realtà ben consolidata nella tradizione islamica. Gli uomini possono avere fino a 4 mogli contemporaneamente mentre le donne possono avere solo un marito. Il versetto del Corano recita questo:“…Le donne sposatele, quelle che vi vanno a genio, due o tre o quattro, e se temete di non riuscire ad essere giusti, sposatene una sola” (Sura Al Nisaa’ IV vers. 3). Il matrimonio si contrae con una donna alla volta, nel corso della vita poi, a volte a distanza di anni, l’uomo può sposare altre donne. Spetta dunque all’uomo, secondo le proprie inclinazioni, decidere se limitarsi ad una moglie sola o ad usufruire appieno della licenza divina. Nel versetto citato, Dio pone come unica condizione alla poligamia la giustizia, ossia l’equità. Qualora l’uomo non si reputi in grado di trattare tutte le sue mogli con equità, dovrà limitarsi a prendere una sola moglie. Rispettare le condizioni di totale e assoluta equità è quasi impossibile; lo afferma un altro versetto del Corano: “Non riuscirete mai a essere del tutto imparziali fra le vostre mogli, anche se lo desiderate vivamente…” (Sura Al Nisaa’ IV vers. 129). Infatti, non solo ogni moglie deve avere esattamente ciò che hanno le altre - quindi quattro appartamenti, a meno che la casa del marito non sia sufficientemente grande per accoglierle tutte, quattro vacanze, quattro regali di anniversario e via dicendo - ma anche, e soprattutto, deve essere equo il tempo che il marito dedica alle consorti. L’unico aspetto per il quale non è richiesta l’equità è il sentimento. È infatti impossibile controllare i propri sentimenti e l’inclinazione del proprio cuore, ma Dio stesso raccomanda all’uomo che ha fatto la scelta della poligamia di non dedicarsi completamente ad una moglie trascurando le altre.
fonte:https://www.fivedabliu.it/
mercoledì 12 giugno 2024
Cappadocia: i camini delle fate
I “camini delle fate” sono strutture geomorfologiche che nascono dalla roccia morbida di origine sedimentaria. Vengono chiamati in questo modo proprio a causa della loro forma: larga alla base e ristretta sulla punta. I più famosi sono sicuramente i camini della Cappadocia, in Turchia. Si trovano sopra un altopiano ad un’altezza di oltre mille metri e sono collocati esattamente fra le città di Avanos, Nevsehir e Urgup. La loro origine è davvero molto antica e risale a circa 30 milioni di anni fa.
Esiste una leggenda secondo cui, questi luoghi magici dall’aspetto fiabesco, un tempo, erano abitati da piccole creature fatate che si sarebbero occupate della realizzazione delle abitazioni. Il motivo che giustificherebbe questa leggenda è dovuta al fatto che la roccia è lavorabile con estrema facilità e quindi le fate non avrebbero avuto alcuna difficoltà a dar vita a questi rifugi che poi negli anni sarebbero diventati le abitazioni dei popoli del luogo.
In realtà i camini delle fate devono la loro formazione a due vulcani ormai inattivi: Erciyes e Hasan.Le eruzioni si sono susseguite nel corso degli anni (circa 30 milioni di anni) portando alla continua stratificazione lavica. L’insieme di lava e cenere ha generato i camini delle fate, modellati grazie all’azione continua e lenta delle piogge. Proprio l’acqua ha permesso di modellare la terra intorno alla roccia, creando forme insolite e paesaggi assolutamente unici. Il materiale che costituisce i camini è il tufo, estremamente friabile e soggetto a continui mutamenti. I camini delle fate si formano, in genere, in aree desertiche e aride, con un clima prevalentemente caldo e secco. Altri camini delle fate molto conosciuti sono quelli del Bryce Canyon National Park, nello Stato dello Utah (USA).
sabato 20 aprile 2024
Kashan (Iran)
Kashan è un'antica città iraniana situata sulla strada che porta da Teheran ad Isfahan in una zona arida in prossimità del deserto Dasht-e-Kavir. Una delle attrazioni più belle della città sono le case tradizionali che risalgono al XVII secolo. La loro struttura si basa sul fatto che le famiglie benestanti non amavano mostrare la facciata del palazzo in cui abitavano a tutti i passanti, ma il cortile, il giardino e l’edificio stesso dovevano essere occultati agli sguardi indiscreti. Dalla strada, così come dall’ingresso, tutto quel che si può vedere è un muro alto 4 metri che non lascia intravedere nulla dell’interno.
Il principale materiale da costruzione impiegato per queste case è l'argilla impastata con la paglia che offre un ottimo isolamento termico in tutte le stagioni e si dice anche che quando è umida sia in grado di produrre ossigeno.
Il sistema di condizionamento funziona attraverso le torri del vento (o acchiappa vento, i "Badgirs"), alte strutture capaci di espellere l'aria calda durante il giorno e di immettere aria fredda durante la notte, per semplice differenza di pressione. L'aria si muove all'interno di condutture e passa attraverso ampie bocchette installate nei punti strategici, talvolta nei pressi di vasche piene di acqua, per amplificare l'effetto raffreddante.
Le porte di accesso ai palazzi erano sempre in numero dispari, generalmente 3, 5 o 7 e siccome non venivano utilizzate tende, per abbellire l'ambiente si utilizzavano vetri colorati con i quali venivano realizzati veri e propri mosaici. L'apertura avveniva facendo scorrere la porta verso l'alto, all'interno di un apposito vano. Le finestre funzionavano allo stesso modo e non esistevano cerniere di alcun tipo.
Il sistema di distribuzione dell'acqua, utilizzava prevalentemente il principio dei vasi comunicanti e raggiungeva ogni punto della casa attraverso una rete di canali.
La cella frigorifera si trovava invece nei sotterranei della casa ed era raffreddata sfruttando in modo oculato l'aria trasportata dalle torri del vento.
Il centro storico di Kashan è interessante non solo per le case tradizionali, ma anche per la pittoresca rete di stretti vicoli, dove antiche porte presentano ancora il doppio batacchio differenziato per uomini e donne (producendo un suono diverso, aiutano chi si trova nell'abitazione a capire se sta bussando un uomo o una donna).
Un'altra attrazione turistica a Kashan molto interessante è il giardino persiano di Bagh-e Fin, completato verso la fine del XVI secolo e considerato come il giardino più antico dell'Iran. Il giardino Bagh-e Fin ha una rete di canali dove scorre continuamente acqua, centinaia di fontane da dove l'acqua sgorga naturalmente per differenza di pressione, senza l'uso di alcuna pompa.
mercoledì 20 marzo 2024
Ramadan nel mondo: Dubai
Il Ramadan è un appuntamento importante per i musulmani di tutto il mondo e coincide con il nono mese del calendario islamico, quando sono state rivelate al Profeta Maometto le prime parti del Corano. A Dubai le commemorazioni del mese sacro avvengono all'insegna di preghiera, digiuno e solidarietà. Per capire meglio i rituali del Ramadan, ecco come si svolge un tipico giorno durante il mese sacro:
Suhoor
Prima dell'alba, i musulmani si svegliano per pregare e riunirsi per il suhoor, preparandosi così a una giornata di digiuno, che comincia con l'adhaan (il richiamo alla preghiera) del mattino. Nei giorni feriali, il suhoor si consuma spesso a casa in famiglia, mentre nel fine settimana gli abitanti della città si dirigono verso le tende allestite per l'occasione o nei ristoranti che propongono il suhoor, sia per i musulmani che per i non musulmani. Alcuni restano aperti fino a poco prima dell'alba, mentre molti sono aperti soltanto dalle 9 di sera all'1 di notte.
Siyam: il digiuno
Siyam che significa "astenersi" corrisponde alle ore del digiuno. Durante il Ramadan, i musulmani devono astenersi da mangiare, bere e fumare tra l'alba e il tramonto. Oltre a praticare l'astensione fisica, i devoti devono astenersi anche da cattivi pensieri, azioni e parole. Il digiuno è un modo per ripulire il corpo e l'anima dalle impurità e rifocalizzare la mente verso l'adorazione, la redenzione e la gratitudine. Digiunare insegna anche a mettersi nei panni di chi è meno fortunato. Nelle case, le cucine diventano operose per la lenta preparazione dell’iftar.
Iftar: la rottura del digiuno
Al calar del sole (preghiera Maghrib), tutta la città aspetta che gli spari dei cannoni segnino la fine del digiuno e la proclamazione dell'iftar. Le persone in tutta Dubai, così come i musulmani in tutto il mondo, rompono tradizionalmente il digiuno con un sorso d'acqua e una manciata di datteri. Le case diventano incredibilmente ospitali, mentre hotel e ristoranti danno il meglio di sé per proporre ricche prelibatezze. Durante il mese sacro, decorazioni arabesche sfavillanti illuminano tutta la città al tramonto.
Taraweeh: le preghiere
La notte che Allah rivelò al Profeta Maometto i primi versetti del Corano é la notte della rivelazione, nota come Laylat Al Qadr (la notte del Destino), la cui data esatta è sconosciuta, anche se si pensa che si verifichi in una notte dispari degli ultimi dieci giorni di Ramadan. E’ la notte in cui le preghiere valgono l'equivalente di 1.000 mesi di devozione. Le Isha (preghiere notturne) e le Taraweeh (preghiere serali prolungate durante il Ramadan) sono molto importanti. Per commemorare la rivelazione del Corano, i musulmani leggono ogni giorno durante il Ramadan un trentesimo del libro sacro così, entro la fine del mese, avranno letto e recitato l’intero Libro Sacro. Le preghiere sono divise in tre fasi o ashra. I primi dieci giorni sono dedicati alla pietà, i secondi dieci giorni al perdono e gli ultimi dieci spiegano come proteggersi dalla dannazione.
Zakat: L’elemosina
L'elemosina è uno dei cinque pilastri dell'Islam ed è particolarmente importante durante il Ramadan e le celebrazioni dell’ Eid. Il governo e le grandi organizzazioni portano avanti iniziative speciali e ciascun individuo fa la sua parte per aiutare i meno fortunati.
giovedì 22 febbraio 2024
Le danze turche
sabato 27 gennaio 2024
La leggenda della Moschea di Sidi Ibrahim. Algeria.
domenica 10 dicembre 2023
Moschea Oasis a Dubai
La Moschea Oasis, progettata da Amer Shawa è stata ispirata dall'idea che la religione sia la nostra oasi nella vita ed il concept del progetto è proprio un'oasi nel deserto. Già nei tempi più remoti le oasi fornivano suolo, acqua, riparo e felicità per chi doveva viaggiare nel deserto. Al giorno d'oggi, la nostra vita è il deserto e la religione la nostra oasi.
Il progetto si struttura in 3 livelli distinti:
-Il livello del suolo ispirato alle dune sabbiose. Le file delle onde, che servono come base per l'edificio, sono 5 come i pilastri dell’Islam. Il muro con le scritte del Corano preserva l’Oasi come il Libro Sacro preserva la nostra religione. La parola oasi in sé significa un "luogo di dimora", e così è la religione per tutti i fedeli.
-2° livello: le palme da dattero che sono le piante più importanti in un'oasi e creano ombra per tutte le piante sottostanti. Le massicce colonne della moschea rappresentano le palme da dattero. Dove ci sono molte palme, ci sono anche innumerevoli raggi di luce che attraversano le foglie ed il soffitto del progetto è stato ispirato da tale effetto.
-3° livello: la splendida vista della vita che possiamo ottenere rimanendo fedeli alla nostra religione. Dal tetto si può vedere infatti un bellissimo panorama con il vivace skyline di Dubai , la Emaar Creek Tower e il Burj Khalifa.
L'elemento in vetro nel progetto rappresenta la trasparenza dell'Islam. Il vetro trasparente è atipico per le costruzioni della moschea, ma in questo design unico si fonde naturalmente con il bellissimo ambiente di questo luogo speciale nel Dubai Creek.
giovedì 9 novembre 2023
Qasr Al Watan - Abu Dhabi
Qasr Al Watan significa letteralmente “Palazzo della Nazione” e ospita gli uffici del Presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Khalifa Bin Zayed Al Nahyan, del Vicepresidente e Sovrano di Dubai, e del Principe Ereditario e Vice Comandante delle forze armate. Prima di aprire le porte al pubblico, nel 2019, il palazzo ospitava solo incontri ufficiali con i capi di Stato stranieri e le riunioni dei più importanti organi statali, ora, nonostante non tutte le aree siano accessibili, è possibile visitare questa spettacolare opera di architettura islamica. I lavori di costruzione del palazzo sono iniziati nel 2010 e terminati nel 2017. Saloni immensi, loggiati e giardini si estendono su una superficie di 380.000 mq. Il palazzo è di marmo e pietra bianchi, colore che simboleggia purezza e pace. Varcata la soglia, si rimane profondamente colpiti dal lusso presente ovunque: dalle pareti, ai pavimenti, fino ai soffitti ricoperti di decorazioni dorate, lampadari di cristallo, mosaici, finestre finemente intagliate e vetrate colorate in stile islamico. I disegni riproducono opere geometriche o elementi della natura e la parte più vasta e spettacolare è la Grande Sala o The Great Hall dove i colori predominanti sono l’oro, il bianco e il blu, a simboleggiare la sabbia del deserto, la pace e il mare. Grande protagonista di questa porzione di palazzo è la cupola di 37 metri di diametro, considerata tra le più grandi al mondo. Superata l’area centrale, nel palazzo si trovano due zone laterali con sale dedicate all’accoglienza, ai banchetti e agli incontri politici. Cattura subito lo sguardo un’opera dorata e sferica che si trova verso l’ala est, ricca di ornamenti arabi. L’opera, realizzata dall’artista Mattar Bin Lahej, è chiamata “Il potere delle parole”, e riproduce in forma tridimensionale i caratteri grammaticali del discorso del fondatore degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Zayed Bin Sultan Al Nahyan e cita: “La ricchezza non è denaro o petrolio; la ricchezza risiede nelle persone, ed è inutile se non dedicata a servire le persone”. Qasr Al Watan ospita inoltre una delle attrazioni più interessanti e imperdibili in città, adatto anche alle famiglie: Palace in Motion. Un meraviglioso spettacolo di luci e suoni proiettato sulla facciata principale del palazzo, che rende omaggio alla storia degli EAU in tre atti. Lo show si tiene di fronte al palazzo principale e si ripete ogni 30 minuti dopo il tramonto.