giovedì 23 ottobre 2025

Istanbul - Aya Sofia


Aya Sofia, conosciuta anche come Hagia Sophia, o Basilica di Santa Sofia, si trova nel cuore storico di Istanbul, nel quartiere di Sultanahmet  vicina ad altre attrazioni importanti, come la Moschea Blu, il Palazzo Topkapi e il Gran Bazar ed è un simbolo dell'incontro tra islam e cristianesimo. Costruita nel 537 d.C. come cattedrale patriarcale della città di CostantinopolI per volere dell'Imperatore Giustiniano I,  è stata successivamente convertita in moschea. Per quasi mille anni, è stata la chiesa più grande del mondo e un centro importante del cristianesimo ortodosso. Nel 1453, con la conquista ottomana di Costantinopoli, Aya Sofia fu convertita in moschea per volere del sultano Mehmed II e divenne un simbolo dell’Islam. L'architettura di Aya Sofia è un esempio straordinario di ingegneria bizantina. La sua imponente cupola è una delle caratteristiche più distintive dell'edificio. La struttura combina elementi di architettura romana e orientale. Le decorazioni interne, con mosaici dorati e calligrafie islamiche, riflettono la storia multiculturale di Aya Sofia. I mosaici bizantini che decorano le pareti e le cupole realizzati con tessere di vetro e oro, rappresentano scene religiose cristiane, come la Vergine Maria con il Bambino Gesù e Cristo Pantocratore. Durante il periodo ottomano, molti di questi mosaici furono coperti con intonaco, ma fortunatamente sono stati riportati alla luce grazie a restauri successivi. Quando Aya Sofia fu convertita in moschea, furono aggiunti numerosi elementi architettonici e decorativi islamici. Tra questi, i minareti costruiti intorno all'edificio, il mihrab (nicchia di preghiera) orientato verso la Mecca e i grandi medaglioni calligrafici con i nomi di Allah, Maometto e dei primi califfi islamici. Nel 1935, il governo della Repubblica Turca trasformò Aya Sofia in un museo, aperto a visitatori di tutto il mondo.  Questa decisione mirava a preservare e valorizzare il significato storico e culturale dell'edificio, rendendolo un simbolo di tolleranza e dialogo tra le religioni. Aya Sofia è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall’UNESCO. Nel 2020, Aya Sofia è stata riconvertita in moschea e nonostante il ritorno al culto islamico, l'edificio rimane aperto a tutti i visitatori, continuando a rappresentare un punto di incontro tra le due fedi. Aya Sofia è avvolta da numerose curiosità e leggende. Ad esempio, si dice che l'Imperatore Giustiniano abbia esclamato "Salomone, ti ho superato!" al completamento della basilica, riferendosi al tempio di Salomone a Gerusalemme. Un'altra leggenda racconta che la colonna "piangente" all'interno della moschea abbia poteri miracolosi di guarigione.


rif  : https://www.sivola.it/news/article/aya-sofia-unione-di-due-fedi-ad-istanbul

venerdì 26 settembre 2025

Le rocce dipinte



Posizionata a sud del Marocco, la cittadina di Tafraoute conta circa 5mila anime. É un centro piccolissimo incastonato in una vallata ai piedi del monte Djebel Lkest nella catena delle Anti Atlante, ma a circa 8 km, in una zona desertica usata anche come set per numerosi film, vi sono le famose “rocce dipinte”. Si tratta di un’opera d’arte abbastanza recente (risale a meno di 40 anni fa, 1984), realizzata da Jean Verane, scultore belga, che ha usato ben 18 tonnellate di vernice per dipingere alcune rocce della zona, riprendendo lo stile di una sua opera precedente, ossia “il deserto blu del Sinai”. Il Deserto Blu è un'installazione artistica nel deserto del Sinai, situata vicino a Dahab, dove l'artista, nel 1980, ha dipinto di blu un tratto di deserto  per celebrare la pace. L'opera rappresenta un'esperienza surreale con le rocce azzurre che contrastano con la sabbia dorata e il cielo. L'artista usò dieci tonnellate di vernice, un regalo delle Nazioni Unite, per creare questa linea di pace e trasformare il deserto in una tela a cielo aperto.




sabato 23 agosto 2025

Dubai Frame: la cornice di Dubai



Situato nel cuore dello Zabeel Park, il Dubai Frame si presenta come la cornice fotografica più grande del mondo raggiungendo l ‘ impressionante altezza di 150 metri e una larghezza di 95 metri. La storia del Dubai Frame ha inizio nel 2008 con una competizione internazionale organizzata da ThyssenKrupp Elevator e il Comune di Dubai. L'architetto messicano Fernando Donis emerse vittorioso con la sua visione innovativa; invece di aggiungere un altro emblema al panorama cittadino, Donis concepì l'idea di incorniciare tutti i simboli esistenti di Dubai. La costruzione iniziata nel 2013 e completata nel 2017, ha richiesto tecniche ingegneristiche all'avanguardia. Una delle sfide più significative durante la costruzione è stato il sollevamento del ponte di 700 tonnellate che collega le due torri e tra le attrazioni più emozionanti spicca il pavimento di vetro, del ponte stesso, che utilizza la prima tecnologia al mondo di cristalli liquidi sensibili alla pressione. Questa caratteristica unica permette al vetro di passare da opaco a trasparente nel momento esatto in cui qualcuno ci cammina sopra. Il pavimento che può sostenere fino a 300 chilogrammi contemporaneamente, garantisce un'esperienza sicura per più visitatori. Poco prima del tramonto, nella sua luce migliore, il Dubai Frame offre viste spettacolari come la silhouette del Burj Khalifa, il contrasto tra la Vecchia e la Nuova Dubai, l’illuminazione dorata che avvolge i grattacieli e le luci della città che si accendono gradualmente. Quando cala la notte, invece si trasforma in uno spettacolo luminoso, offrendo opportunità fotografiche uniche della skyline notturna di Dubai. In particolare, il sistema di controllo Pharos gestisce questa complessa rete di illuminazione, permettendo cambi dinamici di colore che trasformano la struttura in uno spettacolo luminoso notturno. Al piano terra ospita un museo dove si ripercorre il passato, presente e futuro di Dubai. Non è un museo storico nel senso tradizionale, ma una macchina del tempo con proiezioni 3D sulla vecchia Dubai e un tunnel che anticipa le visioni del futuro. Il Dubai Frame dispone di quattro ascensori panoramici ThyssenKrupp che offrono un'esperienza unica permettendo di percorrere in 75 secondi  48 piani. Per garantire l'accessibilità completa, la struttura include anche due scale mobili che si muovono a 0,5 metri al secondo con una capacità di 6.000 persone all’ora.

mercoledì 23 luglio 2025

La leggenda dell' Occhio di Allah


Nonostante il nome, l’origine dell’Occhio di Allah, conosciuto anche come Nazar Boncuk o “Occhio Turco”, non è strettamente religiosa, ma affonda le radici in antiche credenze popolari e leggende, specialmente in Turchia. È un amuleto la cui funzione principale è proteggere dal malocchio. Si narra che, in tempi antichi, le persone con occhi chiari (una rarità in alcune regioni del Mediterraneo) fossero considerate capaci di lanciare involontariamente il malocchio, ovvero sguardi carichi di invidia o negatività che potevano portare sfortuna. Per contrastare questa influenza, si pensò ad un amuleto protettivo che potesse “assorbire” e deviare le energie negative, nacque cosi l’ Occhio di Allah. Una delle leggende più famose racconta di un masso inamovibile che nessun uomo, nemmeno con la dinamite, riusciva a spostare. Un giorno, un abitante del villaggio noto per il suo sguardo “pesante” passò di lì e, guardando il masso, esclamò: “Che roccia grande!”. Immediatamente, il masso si frantumò in mille pezzi. Questo evento diede origine alla convinzione che uno sguardo, anche se non intenzionalmente malevolo, potesse avere un potere distruttivo, e che un “occhio” benevolo potesse contrastarlo. Il colore blu intenso è una caratteristica distintiva dell’ Occhio di Allah e questo non è casuale. In molte culture antiche, il blu era associato al cielo e all’acqua, elementi considerati sacri e protettivi.Si credeva che il blu potesse allontanare le energie negative e portare calma e serenità. Un aspetto interessante della credenza sull’Occhio di Allah è che, se l’amuleto si rompe o si incrina, non è un segno di sfortuna, ma esattamente il contrario! Si ritiene che l’ Occhio abbia svolto il suo compito, assorbendo un attacco di malocchio o una grande quantità di energia negativa destinata a te. Rompendosi, ha sacrificato se stesso per proteggerti. È quindi il momento di sostituirlo con un nuovo talismano.

giovedì 12 giugno 2025

Essere genitori nel mondo arabo


Essere genitori nel mondo arabo è un'esperienza complessa e ricca di sfumature, influenzata da una combinazione di fattori culturali, religiosi, sociali ed economici. La famiglia rimane al centro della vita e i genitori svolgono un ruolo cruciale nell'educazione e nella trasmissione dei valori alle nuove generazioni ma, nel processo educativo, si tende a dare molta importanza anche anche ai nonni, agli zii e ai parenti. Il padre è visto come il capo famiglia e il principale sostenitore economico, mentre la madre si occupa della cura della casa e dell'educazione dei figli. Tuttavia, questi ruoli sono in evoluzione e sempre più genitori condividono le responsabilità. L'obbedienza e il rispetto verso i genitori e gli anziani sono valori fondamentali. I bambini vengono educati fin dalla tenera età ad ascoltare e seguire i consigli degli adulti ed in seguito sono incoraggiati a prendersi cura dei genitori quando invecchiano e a mantenere vive le tradizioni familiari. L'Islam gioca un ruolo importante nell'educazione, con l'insegnamento dei principi religiosi, dei valori morali e del comportamento etico. La preghiera, il digiuno e la lettura del Corano sono parte integrante della vita familiare. L'intensità della pratica religiosa può variare da famiglia a famiglia, influenzando l'educazione e i valori trasmessi ai figli. In aree rurali, la vita familiare può essere più tradizionale e legata alle attività agricole, mentre nelle città si possono osservare maggiori influenze occidentali, infatti molte famiglie cercano di bilanciare le tradizioni culturali e religiose con le influenze della società moderna. Questo può comportare scelte diverse a seconda del contesto, ma l'obiettivo è sempre quello di preservare i valori fondamentali pur adattandosi ai cambiamenti.


martedì 6 maggio 2025

10 curiosità sullo Yemen

Lo Yemen è una terra di antiche civiltà, paesaggi mozzafiato e tradizioni millenarie, ma è anche uno dei Paesi più poveri del Medio Oriente. Ha subito varie catastrofi naturali e provocate dall’uomo ma  nonostante tutto questo il fascino di questo paese rimane intatto per i viaggiatori più intrepidi. Ecco 10 curiosità su questa terra. 

1-   L’Architettura di Shibam: la “Manhattan del Deserto”

Shibam, una città nell'Hadramaut, è conosciuta per i suoi grattacieli in mattoni di fango che risalgono a più di 500 anni fa. Questi edifici torreggianti, fino a otto piani, hanno guadagnato alla città il soprannome di "Manhattan del deserto". Un esempio straordinario di architettura sostenibile e antica.

2-   La varietà di paesaggi dello Yemen

Dalle montagne verdeggianti di Jabal Haraz ai deserti infiniti del Rub' al-Khali, lo Yemen offre una straordinaria varietà di paesaggi. L’isola di Socotra, parte dello Yemen, è un vero paradiso della biodiversità, con specie vegetali e animali che non si trovano in nessun’altra parte del mondo.

3-   Le Sorgenti Calde di Dhamar

Le sorgenti termali di Dhamar sono uno dei segreti meglio custoditi dello Yemen. Si dice che le acque di queste sorgenti abbiano proprietà curative e siano un luogo di relax per i viaggiatori locali e internazionali.

4-   Sana’a: la città vecchia Patrimonio dell’Umanità

Sana’a, capitale dello Yemen, ospita uno dei centri storici più antichi e meglio conservati del mondo arabo. Le sue case torreggianti, decorate con intricati intonaci bianchi, risalgono a più di 2.500 anni fa.

5-   L’Ospedale della Montagna di Ta’izz

Ta'izz, una delle città più grandi dello Yemen, è nota per il suo ospedale montano costruito in cima a una collina. Da qui si può godere di una vista mozzafiato della città e delle vallate circostanti, mentre l'ospedale offre cure essenziali in una posizione davvero unica.

6-   Jambiya: più di una semplice arma

Il Jambiya è un pugnale ricurvo indossato dagli uomini yemeniti come simbolo di status e onore. Ogni Jambiya è considerata un prezioso oggetto di famiglia, passato di generazione in generazione.

7-   Il Qat: pianta e tradizione sociale

Il qat è una sostanza profondamente integrata all’interno della cultura yemenita. Mentre nella maggior parte dei Paesi occidentali è considerata una sostanza illegale, nel sud-ovest dell’Arabia, questo stimolante è sempre presente nelle occasioni sociali e viene venduto come un qualsiasi altro prodotto, nonostante i tentativi da parte delle autorità locali e dei gruppi fondamentalisti di bloccarne la dizione ben radicata nelle terre montuose del Paese.

9-   La musica Yemenita

La musica yemenita è un mix unico di influenze arabe e africane. La tradizione musicale è parte integrante della vita quotidiana, con strumenti tradizionali come l’oud che accompagnano canti e danze durante le celebrazioni.

10-   La leggendaria Regina di Saba

L'antica città di Ma’rib, capitale del Regno di Saba, è famosa per la leggenda della Regina di Saba. Secondo la Bibbia e il Corano, questa potente regina visitò re Salomone con un corteo di ricchezze e misteri. Oggi, Ma’rib ospita imponenti rovine e il famoso Grande Diga di Ma’rib, un capolavoro ingegneristico dell'antichità.

mercoledì 19 marzo 2025

La danza Al Ayyala


Al Ayyala è una delle danze tradizionali più celebri degli Emirati Arabi Uniti e viene eseguita da uomini e ragazzi in occasione di matrimoni, feste nazionali e altre celebrazioni. Le sue origini risalgono alle tribù beduine del deserto arabo. La danza rappresentava le loro tradizioni guerriere simboleggiando unità, forza e vittoria in battaglia. Gli uomini, con bastoni che raffiguravano le spade, si muovevano con passi sincronizzati per dimostrare la loro prontezza al combattimento o alla difesa della tribù. Nel tempo, Al Ayyala si è evoluta in una performance cerimoniale che celebra la pace, il patrimonio e la solidarietà. Il tamburo è centrale per quesa danza. Vengono utilizzati tamburi tradizionali come il takhmir e il ras, che con ritmi profondi  guidano i movimenti e i ballerini ondeggiando avanti e indietro a tempo con i tamburi, creano un senso di unità. A volte, l'esibizione è accompagnata dal nafir, un lungo strumento di ottone che produce un suono acuto: i movimenti sono spesso lenti e costanti. I ballerini sollevano i loro bastoni e fanno gesti specifici come se simulassero scene di battaglia o si preparassero per una battuta di caccia. Ogni artista esegue movimenti alternati con la testa, le spalle, le braccia e le canne per suggerire la vittoria o la sconfitta cantando versi, solitamente tratti dalla poesia nabatea, sui temi della cavalleria e del valore. Ad accompagnare l'esibizione c'è anche un gruppo di uomini noti come yaweela nel dialetto emiratino (il nome implica movimento), che si muovono in un ampio cerchio, camminando a ritmo e agitando bastoni. Le scuole e le istituzioni culturali incorporano la danza Ayyala nei loro programmi di educazione artistica, dai corsi di danza per principianti ai livelli avanzati, gli studenti imparano i passi e i ritmi intricati della danza. Agli studenti si insegna non solo i movimenti fisici, ma anche il significato culturale. Questo approccio assicura che la danza tradizionale rimanga vibrante e rilevante per le generazioni future. 

giovedì 27 febbraio 2025

Le date del Ramadan


Ogni anno le date del mese sacro per i musulmani variano. Corrispondono al calendario islamico e vengono determinate dopo l'osservazione del ciclo lunare. Questo fine settimana inizia il Ramadan, uno dei cinque pilastri dell'Islam, insieme alla preghiera, all'elemosina, al pellegrinaggio alla Mecca e alla professione di fede. Ma quando esattamente? Venerdì 28 febbraio o sabato 1 marzo? Esistono due modi per determinare questi giorni. L'usanza vuole che l'inizio e la fine del Ramadan vengano solitamente comunicati in occasione della "notte del dubbio", attraverso l'osservazione del cielo, per confermare la presenza della luna crescente che segna l'ingresso nel nono mese del calendario islamico, avvalendosi di strumenti astronomici e osservatori sparsi in diversi paesi musulmani, che conservano questa usanza. La seconda si basa su calcoli scientifici che permettono di prevedere con centinaia di anni di anticipo il momento in cui apparirà la nuova mezzaluna. Secondo il teologo e sociologo Omero Marongiu-Perria, questo metodo, adottato ufficialmente in Turchia e Malesia, viene sempre più introdotto anche in altri paesi musulmani. Per quest'anno 2025, anno 1446 del calendario egiriano, la notte del dubbio è prevista per venerdì 28 febbraio perché il calendario lunare islamico è diverso dal calendario solare gregoriano: i cicli lunari che determinano i mesi sono più corti di circa dieci giorni (da dieci a dodici giorni in meno), di conseguenza le date di inizio e fine del Ramadan vengono spostate indietro di circa dieci giorni ogni anno.


                                    Sabato 1 marzo sarà l'inizio del mese sacro

                         

                                                      Ramadan Kareem

                                                    a tutti i musulmani

mercoledì 29 gennaio 2025

Yemen: Haid Al-Jazil


Haid Al-Jazil è un villaggio arroccato su un masso a 350 piedi dal suolo. Si trova a Wadi Dawan, nella valle desertica dello Yemen, uno degli ambienti più ostili al mondo. In tutto il Paese non ci sono fiumi o laghi permanenti e l’unica fonte di acqua per le persone che vivono lontano dalla costa si presenta sotto forma di queste valli fluviali stagionali chiamate wadi che si riempiono d'acqua in determinati periodi dell'anno. Per questo motivo, vengono costruiti villaggi come Haid Al-Jazil al fine di sfruttare la maggior parte di queste fonti d'acqua temporanee. Le case di Haid Al-Jazil sono costruite con mattoni di fango  e i pavimenti in legno separano un piano dall’ altro. Sebbene possano sembrare delle costruzioni “fragili”, sono in grado di resistere alle stagioni delle piogge che minacciano di lavare via tutto. Vengono costantemente ristrutturate e gli abitanti hanno sviluppato tecniche che consentono di realizzare case anche di 11 piani; alcune di esse esistono da più di 500 anni. La struttura geologica dei wadi rende le case estremamente calde, infatti questa valle desertica cinta da mura su entrambi i lati, trattiene il calore e tiene fuori la brezza. Altri villaggi simili a Haid Al-Jazil sono sparsi nel deserto dello Yemen. La città più famosa nei pressi del Wadi Hadramaut è Shibam, chiamata anche "la Manhattan del deserto".