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il suq di Fes |
Il suq è il cuore commerciale della medina e si sviluppa attorno alla Grande Moschea secondo una precisa gerarchia. Nelle immediate vicinanze del luogo di culto hanno sede le corporazioni delle attività di maggior “lusso”: orefici, rilegatori, librai, cambiavalute; man mano che ci si allontana i prodotti esposti diventano di uso più corrente. A ridosso delle mura di cinta hanno sede le concerie e le fucine dei maniscalchi, le attività più invadenti anche quanto a inquinamento sonoro! Ogni singola categoria artigiana, dagli ottonai ai tessitori, dagli ebanisti ai calzolai, ha una sua propria strada bordata di minuscoli negozi ognuno dei quali, giunta la sera, chiude i battenti ( nel senso proprio del termine in quanto sono battenti di legno) per riaprirli il giorno seguente. Gli artigiani preservano con dedizione il proprio mestiere, ripetendo instancabilmente i gesti tramandati di padre in figlio o appresi sotto l’ala protettrice del maalem. Nei laboratori del suq dei tintori, i lavoranti rimestano la lana, il cotone e la seta nelle vasche variopinte; fuori, il cielo si intravede appena tra le matasse di lana e i tessuti già tinti messi ad asciugare su canne tese sulla strada. Il suq dei tappeti si anima tutti i giorni al momento dell’asta pomeridiana, allorché i venditori smerciano i tessuti prodotti dalle tribù berbere. Il rame, il bronzo e l’ottone vengono lavorati al suono incessante delle mazze nel quartiere degli ottonai; sotto i colpi ritmati degli artigiani nascono lanterne, vassoi, piatti e bollitori per il tè. Nel suq dei cestai gli uomini intrecciano con destrezza panieri e canestri di dum (foglie di palma nana) o di listelli di canna. I fabbricanti di babbucce non si limitano più ad offrire i tradizionali modelli in giallo o in bianco, come una volta: le versioni odierne sono vere e proprie opere d’arte, ricamate con fili d’oro,d’argento o di seta. Nel suq delle spezie ci si inebria degli aromi di cumino, zafferano, cannella, curcuma e molti altri, venduti sfusi sui banchi, mentre in quello dell’ henné le erbe curative tradizionali sono esposte accanto ai prodotti di bellezza, al kohol e al ghassoul. Altro spazio odoroso è quello occupato dal suq degli ebanisti, pervaso dall’ essenza di cedro. Il legno viene trasformato in tavolini, bauli, scacchiere e suppellettili vari. Poco più il là altri artigiani squadrano con speciali scalpelli, i tasselli di terracotta smaltata che combinati tra loro formeranno mosaici multicolori, gli zellij. Nel suq dei conciatori gli uomini stanno immersi fino alla vita nelle fosse rotonde riempite di tannanti, a pestare instancabilmente pelli di pecora, montone o di vacca.
Nelle minuscole botteghe, poste una di fronte all’altra, l’affastellamento di mercanzie ha del vertiginoso: nel suq ogni minimo spazio è dedicato al commercio e i prodotti debordano ovunque dai baracchini.
Il mercato costituisce un polo d’attrazione sociale, un luogo oltre che di approvvigionamento, d’incontro e di scambio. È al suq che si saldano i debiti e si contrattano i matrimoni. I commercianti sono riuniti per specialità e i contadini, raggruppati tra loro, espongono al suolo i prodotti del loro piccolo campo, pesando frutta e verdura su bilancine d’altri tempi.
Al calar del sole, pesanti portoni di legno si chiudono isolando il suq dal resto della città.
Molto interessante!!
RispondiEliminaClaudio Cerri's Sketch Blog
Grazie Claudio...
RispondiEliminaciao
Najim